CENTRO MONDIALE BAHÁ’Í – Il Bahá’í World News Service ci offre una retrospettiva di un anno che non ha paragoni con nessun altro, una panoramica delle storie che ci ha raccontato. Sono storie che parlano di quei progressi della comunità bahá’í mondiale che hanno consentito una maggiore resilienza e donato la speranza in un momento di estremo bisogno.

La risposta alla pandemia

All’inizio della pandemia, gli atti di solidarietà hanno dimostrato a tutta l’umanità la capacità che essa possiede di riunirsi attorno a una questione da affrontare per mitigarne le conseguenti sofferenze. I mesi successivi a marzo hanno comprovato, più chiaramente che mai, che ogni essere umano può diventare protagonista del cambiamento. Man mano che la gente passava all’azione, il senso di scopo collettivo motivava sempre più altre persone a fare tutto il possibile per essere al servizio dei propri concittadini, creando un circolo virtuoso e dando origine a un livello di azione collettiva che non ha precedenti.

In Sierra Leone, alcuni giovani hanno realizzato un film con l’intento di educare la comunità sulla prevenzione della diffusione del coronavirus (COVID-19).

In marzo, il News Service ha fornito un resoconto sulla risposta iniziale delle comunità bahá’í alla crisi, in un periodo caratterizzato dall’adattamento rapido e creativo a forme interattive nuove e adeguate ai requisiti per la salute pubblica, riuscendo altresì a cogliere opportunità di servizio verso la società.

In un sobborgo della città di New York un gruppo di giovani, impegnati in iniziative di costruzione della comunità, si è occupato delle pressanti esigenze derivanti dalla chiusura delle scuole.

A sinistra: A Berlino, in Germania, i bambini partecipanti alle classi bahá’í hanno realizzato dei disegni sul tema della speranza per i residenti di una casa per anziani. A destra: in Nuova Zelanda, bambini che disegnano a casa propria.

I bambini lussemburghesi che partecipano alle classi sulle virtù hanno realizzato cartoncini per recare gioia agli operatori sanitari e a tutti coloro che svolgono servizi essenziali, mentre in Germania i bambini di Berlino hanno creato disegni sul tema della speranza per i residenti di una casa per anziani. In  Slovenia,i bahá’í di Bašelj hanno organizzato consegne a domicilio tramite i servizi normalmente utilizzati per le consegne ai ristoranti. Nel corso dello stesso mese, i bahá’í di tutto il mondo hanno anche celebrato il Naw-Rúz – il nuovo anno e il primo giorno di primavera – rafforzando i legami di amicizia e diffondendo messaggi di speranza.

Le comunità bahá’í della Nuova Zelanda offrono corsi di educazione morale online per bambini.

Ad aprile, in seguito al considerevole aumento della diffusione del coronavirus, gli sforzi delle comunità bahá’í si sono ulteriormente intensificati. In Canada, i partecipanti a un programma d’ispirazione bahá’í per studenti di inglese hanno trovato sostegno reciproco in un momento irto di difficoltà. In  Tunisia, i bahá’í del Paese si sono incontrati con diversi rappresentanti religiosi per ricercare sia nella scienza che nella religione una risposta adeguata. Nella Repubblica Democratica del Congo, tramite i contatti all’interno della   comunità, migliaia di persone hanno potuto ricevere precise informazioni e consigli, persino sul tipo di coltura da piantare per garantire la sicurezza alimentare. A  Kiyunga, in Uganda, le trasmissioni radiofoniche hanno stimolato il dialogo all’interno delle famiglie sull’importanza della preghiera come fonte di energia. Le stazioni radio bahá’í di altre zone hanno ritrovato uno scopo rinnovato, fungendo da fonte di informazioni essenziali e da àncora nella vita comunitaria degli abitanti delle aree rurali.

Per rispondere al grande fabbisogno di dispositivi di protezione individuale, le Assemblee Spirituali Locali in India hanno collaborato con dei sarti per confezionare e distribuire mascherine.

In quel mese è aumentato l’impegno delle Assemblee Spirituali Locali e Nazionali bahá’í che hanno trasformato in azione l’energia e l’aiuto di moltissime persone, divulgato informazioni essenziali e altre risorse laddove vi era maggior bisogno e aiutato le popolazioni più deboli ad accedere ai servizi governativi.

Nei mesi successivi ad aprile, è diventato sempre più evidente che il servizio alla società e il culto collettivo sono elementi essenziali nella vita di una comunità fiduciosa e perseverante di fronte alla crisi. In Romania, i partecipanti agli incontri devozionali aperti a tutti, stanno provando la sensazione del “battito di un unico cuore”. In Sudafrica, gli operatori sanitari bahá’í, vedendo il potenziale presente in ogni essere umano di servire la propria società, sono ricorsi alla forza della comunità per portare sostegno a coloro che si stanno riprendendo dal coronavirus.

I giovani si sono ritrovati, dappertutto, in prima linea nella risposta di base alla crisi. In  Sierra Leone, i giovani hanno realizzato un film sulle misure sanitarie di prevenzione, mentre in Italia i giovanissimi hanno analizzato temi profondi legati alla trasformazione sociale in una serie di brevi video. Nel bel mezzo della pandemia e all’indomani dell’esplosione di Beirut, i giovani della città sono ricorsi alle capacità acquisite negli sforzi di costruzione della comunità bahá’í per creare una rete di disaster recovery.

Durante questo periodo, le arti hanno svolto un ruolo importante nel gettare luce su temi che stanno catturando l’attenzione della coscienza pubblica. Nel frattempo, il Bahá’í World ha pubblicato una serie di articoli su temi legati alla crisi sanitaria globale e alle principali questioni che le società dovranno affrontare in futuro.

Proseguire nell’impegno a lungo termine per uno sviluppo sociale ed economico.

Oltre a riportare notizie sulle principali iniziative sociali ed economiche dei bahá’í, in risposta alla pandemia, il News Service si è anche occupato di progetti e impegni più complessi messi in atto da organizzazioni d’ispirazione bahá’í e adeguati alle circostanze provocate dalla crisi sanitaria.

A Vanuatu, i partecipanti a un programma educativo d’ispirazione bahá’í chiamato Preparation for Social Action, si stanno attivando per mantenere le forniture di generi alimentari ai propri concittadini.

Il News Service ha riferito di alcune iniziative volte a migliorare la sicurezza alimentare. A Vanuatu, i partecipanti a un programma educativo d’ispirazione bahá’í, chiamato Preparazione all’Azione Sociale, hanno provveduto non solo a mantenere l’approvvigionamento alimentare ai propri concittadini, ma anche ad incoraggiare il resto della popolazione a fare lo stesso. Durante la pandemia, In  Nepal, con il ritorno a casa di molti lavoratori emigrati, un’Assemblea Spirituale Locale bahá’í ha adottato iniziative per migliorare la capacità della comunità di produrre il proprio cibo.

In Colombia, la FUNDAEC, un’organizzazione d’ispirazione bahá’í con sede a Cali, si è occupata del sostegno alle iniziative locali di produzione alimentare, promuovendo al contempo l’apprezzamento verso la terra e l’ambiente nelle comunità di tutto il Paese.

Gli insegnanti della Scuola Ridván di El Salvador hanno offerto lezioni sia online che con altri mezzi, anche di presenza, a distanza di sicurezza, nelle strade dei quartieri in cui le famiglie hanno accesso limitato, se non nullo a Internet.

Ecco alcune delle tante iniziative nel settore dell’istruzione: in Bolivia, un’università d’ispirazione bahá’í ha assistito il personale e gli studenti che attraversavano questo difficile momento, cominciando a prendere in considerazione le tecnologie più adatte alle circostanze attuali. Nella Repubblica Centrafricana, in Indonesia e in India, per citare solo alcuni Paesi, le scuole comunitarie d’ispirazione bahá’í hanno trovato modi creativi per adattarsi, acquisendo spunti per una riflessione sul ruolo degli insegnanti in tempo di crisi. Negli Stati Uniti, un dibattito costruttivo tra singoli cittadini, rappresentanti civili e polizia sull’uguaglianza ha contribuito a creare uno scopo condiviso tra diversi segmenti della società tendente al miglioramento dei sistemi di sicurezza pubblica.

Partecipare ai discorsi della società

Lo scorso anno, il News Service ha trattato numerose storie sull’impegno della comunità bahá’í per un contributo al discorso sociale.

In settembre, la Bahá’í International Community ha rilasciato una dichiarazione intitolata “Una governanza degna dell’umanità e del percorso verso un ordine globale giusto”, in vista del 75° anniversario della fondazione delle Nazioni Unite.

La Bahá’í  International Community ha partecipato ad alcuni forum sull’importanza della lingua nel promuovere un’identità condivisa, l’agricoltura,  la pace e il ruolo delle strutture internazionali sulla via verso un ordine globale equo.

Le comunità nazionali bahá’í hanno contribuito ai discorsi sull’ambiente, la vita familiare,  l’uguaglianza tra donne e uomini e il ruolo della religione nella società.

In Giordania e in altri paesi, le comunità bahá’í hanno creato spazi per giornalisti e diversi altri attori sociali per esaminare come i media possano svolgere un ruolo costruttivo nella società. In Indonesia, lo spunto per una serie di seminari è derivato dal forte desiderio esistente tra funzionari, accademici e altri ancora di studiare i principi fondamentali per una società più pacifica. In Canada e Austria, rispettivamente, una serie di podcast e un video blog hanno preso spunto da approfondimenti religiosi per fornire nuove prospettive su questioni di interesse nazionale. I partecipanti alle tavole rotonde in  Kazakistan  e nella regione irachena del Kurdistan hanno esaminato in che modo i principi spirituali che hanno riunito le persone in questo periodo possano contribuire a plasmare la vita pubblica in futuro. In Cile, la comunità bahá’í i ha creato spazi in parallelo al processo costituzionale, per valutare con i propri concittadini le basi per una società materialmente e spiritualmente prospera.

I bahá’í di Giordania hanno ospitato tavole rotonde con i giornalisti su come i media possano essere fonte di speranza per la società.

Il dibattito nazionale sulla pace e la coesistenza ha avuto un grande impulso negli ultimi dodici mesi. In un momento in cui i pregiudizi, razziali e di altro tipo, sono saliti alla ribalta nella coscienza pubblica negli Stati Uniti e nel resto del mondo, l’Assemblea Spirituale Nazionale dei bahá’í di quella nazione ha rilasciato una dichiarazione che ha suscitato un intenso dibattito sulla strada da seguire. Nei Paesi Bassi, l’anniversario delle Tavole all’Aia di ’Abdu’l-Bahá ha stimolato una riflessione sui progressi verso la pace nel mondo. In Tunisia, alcune tavole rotonde hanno esaminato come la coesistenza pacifica sia possibile solo con la piena partecipazione delle donne.

Quest’anno, tra le conferenze organizzate dalla cattedra bahá’í per la pace mondiale presso l’Università del Maryland di College Park, c’è stato un incontro sulla necessità di affrontare le dimensioni morali del cambiamento climatico. La cattedra bahá’í per gli Studi sullo Sviluppo presso l’Università Devi Ahilya di Indore ha invitato economisti e accademici ad analizzare come le nuove concezioni della natura umana possano migliorare l’orientamento a lungo termine sullo sviluppo urbano, alla luce della crisi sanitaria.

In Australia un programma di incontri, durato due anni, tra diversi segmenti della società è culminato nell’uscita di Creating an Inclusive Narrative, una pubblicazione che offre approfondimenti sulla creazione di un’identità comune.

In Australia, un programma di incontri, durato due anni, tra diversi segmenti della società è culminato nell’uscita di Creating an Inclusive Narrative, una pubblicazione che offre approfondimenti sulla creazione di un’identità comune. Nella Repubblica Democratica del Congo e in India, una serie di importanti incontri ha visto riuniti i leader per valutare il superamento di barriere e pregiudizi tradizionali che tengono separate le persone all’opera per stabilire una pace duratura.

Nel mese di luglio, in Papua Nuova Guinea, l’Assemblea Spirituale Nazionale dei bahá’í del Paese ha rilasciato una dichiarazione sulla parità tra donne e uomini, parlando di una preoccupazione globale  esacerbata dalla pandemia.

Il News Service ha anche trattato il contributo dei giovani al discorso sociale. L’Institute for Studies in Global Prosperity ha promosso incontri per studenti universitari in cui i giovani studiano insieme le questioni riguardanti il cambiamento sociale.

Persecuzione dei bahá’í in Iran e nello Yemen

In un momento in cui la comunità internazionale sta combattendo una crisi sanitaria globale, non si è attenuata la persecuzione dei bahá’í in Iran e nello Yemen.

Una risoluzione delle Nazioni Unite, approvata all’inizio di questo mese dall’Assemblea Generale,  ha condannato le continue violazioni dei diritti umani da parte dell’Iran, comprese quelle nei confronti della comunità bahá’í del Paese. Quest’anno le autorità iraniane hanno intensificato le persecuzioni nei confronti dei bahá’í, con decine di arresti immotivati, la negazione dei diritti civili più elementari e restrizioni nella concessione della nuova carta d’identità nazionale. Queste azioni hanno aggravato le forti pressioni, dovute alla crisi sanitaria, già esistenti sulla gente e sulle famiglie.

Quest’anno, nello Yemen, dopo anni di detenzione illecita sono stati rilasciati sei bahá’í

All’inizio dell’anno, nello Yemen, un tribunale ha confermato la condanna a morte per motivi religiosi nei confronti di un bahá’í. Sebbene sia stato successivamente liberato, insieme ad altri cinque bahá’í, da una detenzione illecita, la Bahá’í International Community nutre serie preoccupazioni e ha chiesto la salvaguardia dei diritti di tutti i bahá’í dello Yemen di vivere secondo il proprio credo, senza incorrere in persecuzioni.

Le Case di Culto bahá’í

Nel corso dell’anno il News Service ha riportato articoli sulla capacità di adattamento alla pandemia che è stato trasmesso dalle Case di Culto bahá’í, infondendo in strati più ampi della società lo spirito del culto e del servizio collettivo. Alcuni resoconti hanno riguardato anche l’avanzamento dei lavori di costruzione delle Case di Culto in Kenya e Papua Nuova Guinea.

Progetto per la cupola della Casa di Culto di Bihar Sharif in India

Sono stati annunciati i progetti per il Tempio locale di Bihar Sharif, in India, e la Casa di Culto nazionale della Repubblica Democratica del Congo. Il progetto nella RDC è in fase di realizzazione con la cerimonia della posa della prima pietra e il varo dei lavori.

A Matunda Soy, in Kenya, la costruzione della Casa di Culto locale è ora in fase avanzata di ultimazione

Costruzione del Mausoleo di ‘Abdu’l-Bahá

All’inizio dell’anno, è stato dato il via all’allestimento del cantiere e alla posa delle fondamenta del Mausoleo di ‘Abdu’l-Bahá. Contestualmente all’inizio della costruzione, il sindaco di ‘Akká e i rappresentanti delle comunità religiose della città si sono riuniti per onorare ‘Abdu’l-Bahá con una cerimonia speciale.

A ogni fase dell’avanzamento dei lavori di costruzione del Mausoleo di ‘Abdu’l-Bahá è corrisposta la relativa approvazione da parte delle autorità locali.

Quando la pandemia ha colpito, nonostante l’inevitabile rallentamento, se non addirittura il fermo di alcune operazioni, i lavori sono proseguiti con l’approvazione delle autorità locali in ogni fase. Ad aprile i lavori delle fondamenta stavano cominciando a formare un’impronta dell’elegante geometria del disegno. A settembre sono state ultimate le fondamenta, consentendo la costruzione dei primi elementi verticali dell’edificio.