In una riunione a Sousse, in Tunisia, organizzata dalla comunità bahá’í del paese, circa 40 persone, tra cui leader della società civile e religiosa, sono state riunite per scambiare idee ed esplorare approfondimenti sul progresso delle donne nel paese.
 

SOUSSE, Tunisia, 8 gennaio 2020
Come affrontiamo le disuguaglianze tra le donne e gli uomini mentre ci impegniamo per una convivenza pacifica? Come possiamo superare le barriere culturali per ottenere un maggiore progresso delle donne?

«Nel nostro Paese questi sono interrogativi importanti, ma su questi temi c’è uno scarso consenso», ha detto Mohamed Ben Moussa, rappresentante della comunità baha’i tunisina, la scorsa settimana a Sousse durante una discussione sul progresso delle donne. All’incontro, organizzato dalla comunità bahá’í del Paese, hanno partecipato una quarantina di persone, fra cui leader religiosi e della società civile, in un “caffè culturale”, un nuovo tipo di forum emergente in Tunisia in cui persone provenienti da ogni strato della società si incontrano per scambiarsi idee sul progresso della loro società e prendere in esame alcuni spunti su questi temi.

«Il nostro Paese è stato preso come un esempio della promozione delle donne nella regione araba», ha proseguito Ben Moussa, «ma molte persone pensano che siamo giunti a un punto morto. Le leggi del nostro Paese sono progredite, ma è essenziale che anche la nostra cultura faccia un passo avanti. Dobbiamo esaminare le strutture familiari, il modo in cui i bambini vengono educati fin dalla tenera età e capire come si possa promuovere la cultura della cooperazione tra tutte le persone, specialmente tra le donne e gli uomini, in tutti gli ambiti della vita».

Il tema del progresso delle donne è salito alla ribalta negli ultimi anni, perché la nuova costituzione e alcuni cambiamenti giuridici hanno creato una maggiore protezione per le donne. Alla conversazione hanno partecipato rappresentanti di vari gruppi, cristiani, musulmani, ebrei e indigeni Amazigh, evidenziando che la convivenza sarà possibile solo quando le donne potranno partecipare pienamente alla vita della società.

«L’oppressione delle donne è presente in tutti i campi», ha detto Sahar Dely, direttrice di un’organizzazione culturale Amazigh. «Le forze dell’oppressione sono legate ad altre questioni come le differenze religiose, razziali e culturali».

La signora Dely ha descritto alcuni stereotipi sociali che giustificano la violenza contro le donne e ha parlato dei risultati che le donne possono ottenere quando gli atteggiamenti verso di loro cambieranno, citando storie di leader femminili del passato, tra cui Tahirih, un’eroina bahá’í e dell’emancipazione femminile. «Oggi prima di poter realizzare i necessari cambiamenti giuridici dobbiamo affrontare le questioni culturali. Se l’immaginario collettivo dei tunisini resterà immutato, il ruolo delle donne nella società non cambierà».

È stato proiettato un cortometraggio ispirato agli insegnamenti di Bahá’u’lláh sul principio dell’uguaglianza tra le donne e gli uomini. Il film, prodotto dalla comunità tunisina bahá’í come contributo al discorso sul progresso delle donne, racconta la storia di Tahirih sullo sfondo di decenni di impegno per il progresso sociale nel Paese.