4 aprile 2024

BIC GINEVRA — In un rapporto molto importante pubblicato dall’autorevole organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch si afferma che la repressione sistematica della minoranza religiosa bahá’í da parte del governo iraniano, in atto da ben 45 anni, costituisce ai sensi del diritto penale internazionale un crimine di persecuzione contro l’umanità.

Nel nuovo rapporto di 49 pagine, intitolato “The Boot on My Neck: Iranian Authorities’ Crime of Persecution Against Bahá’ís in Iran,” (Lo stivale sul mio collo: il crimine di persecuzione perpetrato dalle autorità iraniane contro i bahá’í in Iran n.d.t.) vengono documentate in modo incredibilmente dettagliato le leggi, le politiche e le pratiche discriminatorie utilizzate dal governo iraniano in violazione dei fondamentali diritti umani dei bahá’í del Paese. Human Rights Watch segnala che i bahá’í subiscono abusi in quasi ogni ambito dell’esistenza: dagli arresti arbitrari e l’incarcerazione da parte di agenzie governative alle confische dei beni, al diniego di accesso a istruzione e lavoro, nonché persino al divieto di una sepoltura decorosa nel rispetto del rituale bahá’í.

“Le autorità iraniane privano i bahá’í dei loro diritti fondamentali in ogni aspetto della loro vita, non per le loro azioni, ma semplicemente perché appartengono a un gruppo religioso”, ha dichiarato Michael Page, vicedirettore per il Medio Oriente e il Nord Africa di Human Rights Watch, in occasione di un evento tenutosi prima della pubblicazione del rapporto.

Le ricerche condotte da Human Rights Watch per l’elaborazione del rapporto sono risultate molto approfondite. Sono state prese in esame e analizzate le politiche del governo iraniano, il quadro giuridico del Paese e numerosi documenti giudiziari. Human Rights Watch ha anche intervistato alcuni testimoni sia all’interno che al di fuori dell’Iran. Ha inoltre esaminato il materiale disponibile sul sito web Archivi della persecuzione bahá’í in Iran , realizzato dalla Bahá’í International Community (BIC), che contiene quasi 12.000 documenti relativi alla persecuzione dei bahá’í in Iran.


Sito web degli Archivi della persecuzione bahá’í in Iran realizzato dalla Bahá’í International Community (BIC) contenente quasi 12.000 documenti relativi alla persecuzione dei bahá’í in Iran.

Human Rights Watch ha affermato nel suo rapporto che la Repubblica islamica ha disciplinato giuridicamente e politicamente la repressione nei confronti dei bahá’í e ne sostiene l’attuazione attraverso le autorità giudiziarie e di sicurezza. Il rapporto entra inoltre nel dettaglio del confronto tra i ricercatori di Human Rights Watch e i bahá’í iraniani, alcuni dei quali indicati per nome e altri la cui identità è stata nascosta per ragioni di sicurezza, che descrivono tutti esaurientemente le iniziative perpetrate da decenni dalle autorità iraniane per rovinare o distruggere ogni aspetto delle loro vite.

Il rapporto contiene numerose raccomandazioni. Invita il governo iraniano a “cessare immediatamente la persecuzione dei bahá’í sulla base del loro credo e a rilasciare tutti i detenuti o condannati con l’accusa di appartenere alla fede bahá’í”. Il rapporto cita leggi specifiche e ordinanze governative interne che ritiene debbano essere abrogate.

Inoltre, il rapporto raccomanda che la Missione d’inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite “raccolga informazioni relative a tutti quei crimini commessi contro i bahá’í che siano da ricollegare all’incitamento all’odio, cresciuto notevolmente dopo le proteste, e all’aumento degli attacchi contro le donne bahá’í”

Il rapporto raccomanda inoltre che tutti gli stati “rilascino dichiarazioni pubbliche individuali e collettive nelle quali esprimano la loro preoccupazione per i crimini di persecuzione contro i bahá’í commessi dalle autorità iraniane”.

Simin Fahandej, rappresentante della BIC presso le Nazioni Unite a Ginevra, ha dichiarato: “La Bahá’í International Community esprime la massima gratitudine per le prove sostanziate contenute in questo importante rapporto. Esso raggruppa anni di ricerca e di documentazione sulla persecuzione sistematica dei bahá’í in Iran e richiama decisamente l’attenzione sul palese spregio mostrato dall’Iran verso gli obblighi in materia di diritti umani ai sensi del diritto e dei trattati internazionali.

“Ci auguriamo sinceramente che il mondo ritenga il governo iraniano responsabile di questa annosa ingiustizia e chieda che vengano adottate tutte le misure legali e politiche necessarie per porre fine a questa persecuzione sistematica”.