14 marzo 2024

LABRANZA, Cile — Immersa nel mezzo di comunità ricche del patrimonio culturale dei mapuche, la Radio Bahá’í di Labranza, in Cile, ha intrapreso un viaggio straordinario per creare un legame tra passato e presente attraverso il potere del suono. Recentemente, l’emittente radiofonica ha lanciato il progetto di un archivio nazionale che ha trasformato decenni di registrazioni sonore in un repertorio vivente e rispecchiante lo spirito della comunità mapuche.

«L’archivio va oltre la conservazione», ha dichiarato Nabil Rodríguez, coordinatore del progetto. «Armonizza la conoscenza ancestrale con i principi spirituali che si trovano negli insegnamenti bahá’í, con l’obiettivo di ispirare sia le generazioni presenti che quelle future».

L’archivio, intitolato «Il patrimonio orale di Wallmapu: identificazione, inventario e memoria dell’Archivio sonoro mapuche di Radio Bahá’í», è stato creato in collaborazione con il Servizio nazionale per il patrimonio culturale del governo cileno.

Armonizzare le voci attraverso un’identità comune

Il 12 novembre 1986 andò in onda la trasmissione inaugurale di Radio Bahá’í, in celebrazione dell’anniversario della nascita di Bahá’u’lláh.

«La stazione è stata creata per aiutare a soddisfare le aspirazioni spirituali e materiali delle comunità locali, in particolare del popolo mapuche, una delle più grandi popolazioni indigene del Cile», afferma Rodríguez.

Ha poi ricordato gli esordi della stazione: «Nacque una nuova piattaforma grazie alla quale quelle aspirazioni potevano trovare realizzazione attraverso la musica, le storie e il dialogo».

Rodríguez ha aggiunto che l’unità nella diversità è uno dei principi fondamentali dei programmi dell’emittente. «Nelle trasmissioni è stato preso in esame il fatto che, pur nella nostra diversità, noi tutti possediamo un’identità comune quali membri di un’unica famiglia umana».

Fin dall’inizio, Radio Bahá’í ha mandato in onda programmi sia in spagnolo che in mapudungun, la lingua mapuche, trattando temi come l’agricoltura, la salute e l’educazione, analizzando altresì in che modo sia possibile arricchire questi ambiti grazie ai principi spirituali. Questa iniziativa ha permesso alle comunità di raccontare le proprie esperienze e di promuovere la spiritualità in ambito personale e professionale, rispondendo a una vasta gamma di interessi.

«Gli abitanti delle comunità locali hanno elaborato i contenuti rifacendosi, ove possibile, agli spunti scaturiti da altre iniziative radiofoniche bahá’í a livello mondiale», ha affermato Rodríguez.

Ha poi aggiunto che: «Questo criterio ha consentito una programmazione risonante a livello locale e arricchita da una prospettiva globale».

Alex Calfuqueo, coordinatore di Radio Bahá’í e membro della comunità mapuche, ha posto l’accento sul ruolo vitale dei mapuche nel realizzare l’iniziativa. «Lo spirito di keyuwün, o sostegno reciproco, è stato parte integrante del nostro operato: raccontare la tradizione della saggezza, illustrare gli eventi della comunità ed essere parte del processo di narrazione”.

Calfuqueo ha descritto l’espansione dell’attività di Radio Bahá’í ricollegandola all’evoluzione dell’impegno della stazione con la comunità. «Inizialmente, le nostre trasmissioni duravano dalle cinque alle sei ore. Con l’incremento dei contenuti bilingue, siamo riusciti ad estendere le trasmissioni a sedici ore al giorno, raggiungendo un pubblico rurale più vasto: contadini, donne, bambini e intere famiglie», ha precisato.

Un archivio per il futuro

A distanza di diversi decenni, l’impegno zelante di coloro che hanno collaborato agli esordi di Radio Bahá’í ha posto le fondamenta di un progetto dal significato molto profondo: la creazione di un archivio nazionale sonoro di considerevole valore culturale.

Calfuqueo ha indicato le dimensioni dell’archivio, descrivendo un database composto da un repertorio di circa 3.400 registrazioni audio. Si tratta di circa 120 ore di registrazioni di preziose espressioni culturali della comunità mapuche.

Ha poi aggiunto: «Ne è nata una delle collezioni più vaste del suo genere, ricca di espressioni musicali e culturali mapuche.

«Realizzato dopo anni di assiduo lavoro, l’archivio serve ad arricchire il variegato patrimonio dell’umanità».

Katherine Zamora, una musicologa che ha collaborato alla digitalizzazione delle registrazioni analogiche, ha affermato che il coinvolgimento diretto della comunità mapuche nel lavoro di catalogazione mette in risalto l’etica collaborativa dell’iniziativa: «Come ricercatrice, ritengo che la collaborazione tra le comunità bahá’í e mapuche nella realizzazione di questo archivio sia stata rivoluzionaria».

Il processo di catalogazione, come ha evidenziato la dottoressa Zamora, non solo ha coinvolto la comunità mapuche ma è stato anche profondamente influenzato da alcune forme di organizzazione sociale al suo interno. «L’intitolazione dei materiali – con l’annotazione tra i vari dettagli delle persone, delle loro famiglie e del luogo d’origine – riflette il pentukun dei mapuche», ha spiegato.

Pentukun è una presentazione formale tra persone per creare legami, condividere il sapere e mantenere le relazioni sociali. Questo orientamento all’interno dell’archivio non si limita a tenere in ordine i materiali: racchiude in sé il profondo senso di appartenenza e interconnessione dei mapuche.

La dottoressa Zamora ha aggiunto: «La collaborazione nella creazione dell’archivio ha favorito un senso comune di responsabilità». Ha precisato che l’impostazione del progetto ha trasceso le dinamiche convenzionali soggetto-osservatore per promuovere una partnership nella quale tutti contribuiscono in egual misura a «quello che è il più grande repertorio della tradizione orale del popolo mapuche in Cile».

Nekulmañ Núñez, giornalista e archivista mapuche, ha osservato che, attraverso il suono, l’archivio non solo si propone come straordinaria vetrina della cultura mapuche, ma anche come collegamento con il più ampio contesto storico della letteratura e della documentazione scritta.

«Sebbene esistano molti documenti storici dal 1600 in poi, è attraverso Radio Bahá’í che, da quel secolo, abbiamo accesso a una dimensione del nostro patrimonio che vive e racchiude la memoria, la tradizione orale e la spiritualità», spiega la signora Núñez.

Rivitalizzazione della lingua mapuche

Fin dall’inizio, Radio Bahá’í riconobbe lo stato precario in cui versava la lingua mapudungun, che già registrava un calo del numero dei parlanti. Ciò ha spronato un impegno che è confluito, nel corso degli anni, negli obiettivi delle trasmissioni della stazione e, oggi, nel cuore stesso del lavoro d’archivio.

Calfuqueo ha sottolineato che «queste iniziative mirano a contribuire alla rivitalizzazione della nostra lingua e a salvaguardare la nostra cultura tradizionale».

Roberto Jara, ex coordinatore della stazione radiofonica, ha aggiunto: «L’archivio svolge un ruolo essenziale nella celebrazione della narrazione culturale mapuche».

Nestor Chávez, direttore di una stazione radio locale, ha espresso il proprio apprezzamento per il ruolo di Radio Bahá’í nel valorizzare il patrimonio linguistico dei mapuche. «Le iniziative di Radio Bahá’í per rivitalizzare il mapudungun vanno oltre la semplice conservazione dei suoni.

«Il progetto ci permette di assimilare una cultura ricca e la sua storia in un momento in cui la promozione del patrimonio indigeno è diventata una questione di importanza nazionale e mondiale», ha affermato.

Felipe Duhart, membro dell’Assemblea Spirituale Nazionale dei bahá’í del Cile, ha posto l’accento sull’importanza dell’archivio nazionale nel contribuire al miglioramento sociale. «Questa iniziativa rappresenta una fonte di speranza per una comunità che si sta prodigando per superare sfide storiche e plasmare un futuro con profonde radici sia nel proprio patrimonio ancestrale che in un’identità umana comune che travalica le differenze”, ha dichiarato.

Il ruolo di Radio Bahá’í nel promuovere l’unità

Nel corso degli anni, l’emittente radiofonica è diventata parte integrante della vita comunitaria, contribuendo allo spirito devozionale delle comunità della zona e promuovendo il servizio verso la società.

Calfuqueo ha illustrato il palinsesto dei programmi dedicati alle preghiere del mattino, alcuni dei quali trasmessi dalla Casa di culto bahá’í di Santiago del Cile. «Questi programmi ispirano le persone con idee nobili e le aiutano a riflettere sul desiderio di servire la loro società» ha detto.

Jose Toro Cariqueo, un giovane della comunità mapuche, ha messo in risalto l’importanza nella sua vita della stazione radio. «La mia bisnonna l’ascoltava, poi mia madre, e ora noi seguiamo quella tradizione, ogni giorno.

«È bello ascoltare la radio perché porta a tantissime persone un potente messaggio di unità».

Un altro membro della comunità mapuche, Aurora Cayuman, ha così raccontato la propria visione piena di speranza: «Radio Bahá’í è per noi fonte di grande gioia, perché ci offre mapudungun, la nostra lingua, spunti tratti dagli insegnamenti bahá’í che ci collegano profondamente con le nostre radici culturali e spirituali».

Qui di seguito troverete altre immagini delle iniziative di Radio Bahá’í nel corso degli anni.

Costruzione dell’edificio principale di Radio Bahá’í nella città di Labranza.

Giovani riuniti nei pressi di Radio Bahá’í per prendere parte a un seminario per volontari.

Il 20 dicembre 1986 si svolse la cerimonia di inaugurazione della stazione radiofonica, che vide riunite più di mille persone.

A sinistra: volontari della stazione radio che raccontano storie nelle comunità circostanti. A destra: un gruppo di traduttori che collaborò alla preparazione dei programmi bilingue.

La dottoressa Zamora digitalizza e cataloga registrazioni analogiche per l’archivio nazionale.

L’archivio presenta una vasta collezione di registrazioni sonore catturate nell’arco di quarant’anni.

Una canzone mapuche sul principio bahá’í dell’unità del genere umano composta da Chachay Manuel Levipil.

Membri della comunità mapuche in visita alla Casa di culto bahá’í di Santiago del Cile.

Il tempio del Cile è un simbolo dell’unità del genere umano che riunisce diverse comunità per pregare e riflettere su come poter dare il proprio apporto al progresso della società.

Esibizioni musicali in celebrazione del 30° anniversario della stazione radio.

L’archivio sonoro comprende quattro decenni di registrazioni della cultura mapuche attraverso musica, narrazione e discorsi.