6 luglio 2023

ROMA – Lo sviluppo di un sistema alimentare globale equo, sostenibile e in grado di provvedere a tutta la popolazione del mondo, presuppone un dibattito che non solo affronti le questioni più urgenti legate all’insicurezza alimentare, ma che riesca anche a esaminare in modo approfondito le sfide sistemiche nell’ordine alimentare globale alla luce del principio dell’unità del genere umano.

Questo è il concetto alla base della dichiarazione elaborata congiuntamente dagli Uffici di Addis Abeba e di Bruxelles della BIC (Bahá’í International Community) e presentata al 5° Convegno Ministeriale dell’Agricoltura dell’Unione Africana (UA) – Unione Europea (UE) tenutosi a Roma.

La dichiarazione, intitolata Sistemi alimentari equi, sostenibili e resilienti: alcune considerazioni per la cooperazione UA-UE, mette in risalto alcuni principi e proposte operative, tra cui l’importanza di esaminare i presupposti che stanno alla base della pratica e della politica agricola sia a livello locale che internazionale, rivalutare i concetti di prosperità e sviluppo e comprendere l’impatto delle relazioni storiche tra Europa e Africa.

Entrando più nel dettaglio, Solomon Belay dell’ufficio di Addis Abeba spiega: “Dobbiamo far capire in maniera esauriente come l’ordine alimentare mondiale possa essere radicalmente rivisitato, in modo da non trovarci più nella situazione in cui, ad esempio, l’Africa, così ricca di risorse agricole, debba dipendere dalle importazioni di generi alimentari”.

“La riflessione in corso su questi temi”, prosegue il dottor Belay, “farà proliferare nuovi spunti di riflessione che in misura sempre maggiore potranno caratterizzare la progettazione di modelli di produzione e distribuzione agricola nuovi ed equi”.

La dichiarazione sottolinea la necessità di un approccio collaborativo per affrontare le sfide sistemiche. Rachel Bayani dell’Ufficio di Bruxelles afferma: “Attualmente, nessun continente possiede tutte le conoscenze necessarie per strutturare su solide fondamenta il sistema alimentare globale. È quindi essenziale non ritenere che un continente possieda la soluzione a tutti i problemi di un altro continente».

La signora Bayani aggiunge: “Ciò presuppone un cambiamento nel flusso delle conoscenze tra i due continenti, non semplicemente trasferendole da un luogo all’altro, ma piuttosto scambiandole in modo plurilaterale e considerando le parti in causa di entrambi i continenti capaci di contribuire alla generazione e applicazione di conoscenze rilevanti per la progettazione di sistemi alimentari.

Qui potete visualizzare la dichiarazione, che si basa sull’impegno in atto da parte della BIC per contribuire ai discorsi su agricoltura, sicurezza alimentare e governance globale.