3 luglio 2023

BAKU, Azerbaigian – Il viaggio verso una pace duratura è destinato ad attraversare periodi di immensa sofferenza, originati da un’umanità ostinatamente aggrappata a vecchi modelli di comportamento? O potrebbe essere illuminato dall’esortazione verso la visione di un’identità condivisa e di uno scopo comune?
Questa la domanda sollevata da Ramazan Asgarli, membro dell’Ufficio bahá’í per le Relazioni pubbliche dell’Azerbaigian, in occasione di un convegno nazionale sul tema “Realizzare la coesistenza: sfide e prospettive”.
Il convegno è stato organizzato dal Comitato statale per le associazioni religiose e dalla comunità bahá’í dell’Azerbaigian, con la partecipazione di alcuni membri del parlamento, nonché autorità governative, accademici, rappresentanti delle comunità religiose, leader della società civile e giornalisti. Il convegno fa seguito a un precedente incontro nazionale incentrato sul tema della coesistenza.

Il convegno “Realizzare la coesistenza: sfide e prospettive” è stato il secondo convegno nazionale organizzato dal Comitato statale per le associazioni religiose per un approfondimento sul tema della coesistenza.

Mubariz Qurbanli, presidente del Comitato statale, ha parlato delle attuali lotte per la pace, affermando che sono un segno del “bisogno dell’umanità di trovare nuovi modi di vivere e sviluppare nuovi tipi di relazioni”.
Asgarli ha aggiunto che il raggiungimento della tolleranza, pur essendo un obiettivo nobile, può essere considerato una chiara indicazione del percorso da seguire verso livelli superiori di unità sociale, poiché in esso il genere umano riconosce la propria fondamentale unità.
Qurbanli ha posto l’accento su altri principi bahá’í che sono essenziali per il movimento dell’umanità verso la pace, tra questi l’uguaglianza tra donne e uomini, l’armonia tra religione e scienza e l’integrazione tra culto e servizio.


Riconoscere un’identità condivisa
Nel dibattito tenutosi durante l’incontro, il tema dell’identità ha avuto un posto di rilievo.
“Nella società esiste una differenza tra essere accettati ed essere apprezzati”, ha affermato Asgarli. “Essere accettati significa ‘puoi vivere in questa società, noi ti tolleriamo’, ma essere apprezzati è un ideale più elevato”.
Ha inoltre osservato che, quando si è alle prese con le divisioni sociali, la distinzione tra accettazione e valore è una questione chiave da affrontare. Al centro di queste divisioni, ha sottolineato, c’è una crisi di identità, poiché i popoli e i gruppi lottano per definire sé stessi e il proprio posto nel mondo. Nonostante ciò, ha rimarcato, vi è un sempre maggior riconoscimento della necessità di promuovere un senso di identità condivisa basato sull’unità.

Ramazan Asgarli, membro dell’Ufficio bahá’í per le Relazioni pubbliche, ha sottolineato che il raggiungimento della tolleranza, pur essendo un obiettivo nobile, può essere considerato una chiara indicazione del percorso da seguire verso livelli superiori di unità sociale, poiché in esso il genere umano riconosce la propria fondamentale unità.

Partendo da questo presupposto, Asgarli ha sottolineato che le differenze tra le persone, in particolare per quanto riguarda il loro credo religioso, non dovrebbero essere motivo di conflitto. Al contrario, dovrebbero essere viste come aspetti preziosi di un’identità comune.
Fazail Ibrahimli, vicepresidente del Parlamento, ha dichiarato che “i seguaci di tutte le religioni dovrebbero lavorare mano nella mano per la forza del nostro Paese”.
Asgarli ha aggiunto: “La consapevolezza che siamo tutti un solo popolo che condivide un’unica patria, il pianeta stesso, è la caratteristica di una società sana e coesa.
“È in questo contesto”, ha continuato, “che possiamo avviare il progetto di scrittura per il prossimo capitolo della storia di inclusione e coesistenza dell’Azerbaigian”.


Trascendere le differenze attraverso la consultazione
I partecipanti hanno osservato che un elemento costruttivo del convegno è stata la vera consultazione tra persone aperte ad una disamina del futuro del loro Paese.
“Vogliamo avere una società sempre più contraddistinta dalla cooperazione”, ha affermato Asgarli, aggiungendo che la consultazione è uno strumento essenziale per tradurre questo ideale in realtà.”
“La consultazione caratterizzata dalla giustizia consentirà un dibattito aperto e sincero, e sarà fonte d’ispirazione per persone con punti di vista diversi per accantonare i propri pregiudizi ed evitare qualsiasi senso di superiorità”, ha affermato.
Il presidente dell’associazione culturale Simurgh, Fuad Mammadov, ha approfondito l’argomento, dicendo che la consultazione può armonizzare diverse prospettive e “contribuire al miglioramento della società”.

I partecipanti hanno osservato che un elemento costruttivo del convegno è stata la vera consultazione tra persone aperte ad una disamina del futuro del loro Paese.

Creare legami di amicizia nei quartieri
Il convegno ha messo in risalto l’importante ruolo dei quartieri per il rafforzamento dell’armonia sociale. È nei quartieri che i legami spirituali creatisi tra le persone possono aiutarle a resistere alle forze sociali negative e consentir loro di rispondere alle esigenze dei loro concittadini.
“La coesistenza pacifica parte dal cuore dell’individuo, dall’interno della sua casa, dal suo quartiere”, ha dichiarato Asgarli.
Dall’incontro è nata la proposta di promuovere, a tutti i livelli della società azera, delle tavole rotonde su base regolare, per esaminare argomenti quali il servizio ai propri concittadini.


Asgarli ha parlato del principio dell’unità del genere umano. “La consapevolezza che siamo tutti un solo popolo che condivide un’unica patria, il pianeta stesso, è la caratteristica di una società sana e coesa.” ” È in questo contesto”, ha continuato, “che possiamo avviare il progetto di scrittura del prossimo capitolo della storia di inclusione e coesistenza dell’Azerbaigian.