2 maggio 2023

La Convenzione Internazionale bahá’í si è conclusa oggi, dopo giorni di consultazione tra i delegati sul processo di costruzione di capacità, in atto nelle comunità di tutto il mondo, per contribuire al progresso spirituale, morale e materiale delle società in cui vivono.

Tessa Scrine, membro del Corpo dei Consiglieri dell’Australasia che ha presieduto una delle sessioni, nel suo intervento inaugurale ha dichiarato: “La visione che ci si presenta ha implicazioni di vasta portata. Tutte le nazioni i cui rappresentanti sono qui riuniti e tutte quelle che non hanno potuto essere presenti… stanno imparando a orientarsi lungo la via del proprio sviluppo”.

Ramazan Asgarli, dell’Azerbaigian, ha dato ampio rilievo alle esperienze di un convegno nazionale sulla coesistenza, organizzato dal Comitato statale sulle associazioni religiose del governo azero, ed ispirato dal dialogo intercorso con la comunità bahá’í sul principio dell’unità nella diversità. “Questo è stato il primo convegno in assoluto nel nostro Paese sulla coesione sociale”, ha affermato. “Dopo quell’esperienza, il governo ha incoraggiato lo svolgimento di numerosi convegni in tutto il Paese per un’analisi approfondita di temi quali il servizio disinteressato come strumento per il rafforzamento del tessuto della nostra società”.

Ballakissa Togola, una delegata del Mali, ha detto che nel suo villaggio molte donne fanno fatica a liberarsi dall’analfabetismo. Il lavoro dei bahá’í è incentrato prevelentemente sul progresso delle donne. “Abbiamo organizzato riunioni devozionali, oltre a proporre programmi di valorizzazione spirituale e morale aperti a tutte le donne del villaggio”, ha soggiunto. “Questi programmi consentono ai partecipanti di migliorare la capacità di alfabetizzazione e alcune donne stanno diventando a loro volta facilitatrici”.

Numerosi sono stati i delegati, alcuni dei quali molto giovani, che hanno voluto sottolineare l’importanza del lavoro con i giovani e il profondo impatto che ne deriva non solo sulla vita individuale, ma anche su quella collettiva.

In un momento particolarmente toccante e al tempo stesso divertente, un giovane delegato è salito sul podio accanto al suo insegnante bahá’í della classe per bambini, che tra l’altro serve anche nell’Assemblea Spirituale Nazionale delle Isole Caroline. Il delegato ha posto l’accento sul ruolo cruciale svolto dall’insegnante nel nutrire la sua identità spirituale e nel promuovere il suo impegno verso il servizio, mettendo in rilievo la potenza trasformatrice dei programmi educativi bahá’í.

Carmen Rojas del Venezuela ha parlato dell’operato infaticabile dei giovani partecipanti volto al lavoro dei bahá’í per la costruzione di comunità nonostante le immense difficoltà. “Le sfide sociali ed economiche hanno provocato l’esodo della gente dal Venezuela. Tuttavia, i giovani impegnati nel lavoro di costruzione di comunità sono meno influenzati da tali spinte. Intraprendendo progetti di azione sociale che rispondono alle necessità e scegliendo di restare nel Paese per contribuire al suo futuro, essi si sono dimostrati protagonisti perspicaci”.

Alexandra Stepanova, una delegata della Moldavia, ha sottolineato il potere delle iniziative di base culminate recentemente nella realizzazione di un centro comunitario di quartiere. Ha posto l’accento sul fatto che la forza creativa dietro tutto questo è stata la nascita di spazi per la consultazione “che hanno consentito ad alcune autorità locali, ai genitori e ai giovani stessi di discutere su come collaborare per trasformare questa visione in realtà”. Come risultato di questo processo, bambini e giovani hanno adottato un maggiore senso di responsabilità per la manutenzione del centro, che diverrà così l’elemento cruciale dell’impegno profuso dalla comunità per un lavoro volto verso il miglioramento dell’ambiente circostante.

Numerosi partecipanti hanno riferito dei notevoli risultati che si possono conseguire quando le popolazioni comprendono il potenziale latente nell’istituto di formazione e si assumono la responsabilità della sua crescita e sviluppo.

Nava Khorram Ahmad, una delegata della Lettonia, ha affermato che in un Paese in cui i giovani sono esposti sin dalla tenera età a livelli elevati di alcolismo e tossicodipendenza, i programmi di valorizzazione morale offerti dall’istituto di formazione bahá’í della loro comunità sono diventati “spazi sicuri”. Queste iniziative educative, ha detto, “hanno aiutato i giovani a farsi carico del proprio sviluppo. Essi scelgono ogni mese un tema diverso da approfondire, come il servizio, la salute e l’amicizia, e infondono un senso di calma e di pace in questi spazi sociali”. Alcuni genitori, riflettendo sullo sviluppo che vedono realizzato nei loro figli, stanno vagliando la possibilità di creare spazi simili per sé stessi.

Judith Watson, dalla Nuova Zelanda, ha parlato di una regione di quel Paese che è stata devastata da un ciclone. Un quartiere impegnato nel lavoro dei bahá’í di costruzione di comunità, ha detto, è stato in grado di “mobilitarsi rapidamente ed efficacemente… per fornire assistenza materiale e spirituale alle famiglie sfollate a causa del ciclone”. Ha inoltre fatto presente che i rapporti costruiti nel tempo con le autorità locali attraverso questo lavoro sono stati fondamentali per una collaborazione più efficace durante la crisi. Ha altresì posto l’accento sul fatto che i programmi educativi bahá’í “stanno aumentando la capacità delle persone di riconoscere e rispondere alle necessità delle loro località”.

Ramón Fumón, un delegato dell’Uruguay, ha discusso della sempre maggiore capacità delle Assemblee Spirituali Locali bahá’í di ispirare e guidare le iniziative delle comunità che servono. “Queste Assemblee locali stanno imparando a favorire lo sviluppo della capacità dei singoli e della comunità di farsi carico del proprio sviluppo”. L’atteggiamento dell’Assemblea rafforza le relazioni tra individui, comunità, istituzioni e con le agenzie a livello locale, promuovendo un forte senso di collaborazione e sostegno reciproco.

Durante la presidenza di una sessione, Sonlla Maria Heern, membro del Corpo dei Consiglieri delle Americhe, ha parlato di “un nuovo tipo di attore sociale che scaturisce dal movimento dei giovani impegnati nelle iniziative educative che traggono ispirazione dagli insegnamenti bahá’í”. Questi giovani, ha detto, sono permeati di una forte identità spirituale che meglio li prepara “per resistere alle contaminazioni di una società in declino e li incoraggia a diventare protagonisti audaci e perspicaci del miglioramento sociale”.