11 novembre 2022

ROMA — L’Ufficio di Ginevra della Bahá’í International Community (BIC) ha organizzato nei giorni scorsi una tavola rotonda presso la sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) onde analizzare l’impatto dello sviluppo dei sistemi educativi nel campo dell’agricoltura sulle sfide e sulle realtà che si trovano a fronteggiare i giovani piccoli agricoltori nelle aree rurali.

Il dibattito rientra nell’ambito del costante impegno della BIC nel contribuire al discorso sulla sicurezza alimentare, prendendo in esame l’applicazione dei principi spirituali – quali l’unità del genere umano, l’armonia tra scienza e religione e la giustizia – alla realizzazione di sistemi agricoli sostenibili. L’evento della BIC è stato programmato in concomitanza con il Forum mondiale sull’alimentazione di quest’anno e ha visto riuniti i rappresentanti della FAO, il direttore del Consiglio Europeo dei Giovani Agricoltori (CEJA) e un ricercatore che lavora con organizzazioni di ispirazione bahá’í.

Nel discorso di apertura, Simin Fahandej dell’ufficio di Ginevra della BIC ha dichiarato: “È preoccupante il numero dei giovani che in varie parti del mondo sta abbandonando il settore agricolo di fronte alle immani sfide e alle fragilità del sistema “.

Alcuni partecipanti al Forum della BIC: (da sin.) Sanem Kavrul, ricercatrice che collabora con organizzazioni di ispirazione bahá’í nell’Africa subsahariana; Diana Lenzi, giovane agricoltrice e Presidente del Cconsiglio Europeo dei Giovani Agricoltori (CEJA); Simin Fahandej dell’Ufficio di Ginevra della BIC; Genna Tesdall, direttrice di Young Professionals for Agricultural Development (YPARD) e Christina Petracchi, direttrice dell’Unità e-Learning della FAO.

Tra queste sfide spiccano la mancanza di accesso alla conoscenza, la percezione che l’agricoltura non richieda alcuna competenza e un’istruzione formale, e alcuni programmi universitari di scienze agrarie che si concentrano sulla teoria, ma abbandonano i giovani nella loro battaglia per applicare quella stessa teoria ai problemi pratici che si presentano nei loro villaggi.

La ricercatrice Sanem Kavrul ha analizzato gli spunti di riflessione emersi da una rete di organizzazioni di ispirazione bahá’í, situate nell’Africa subsahariana, che mirano ad affrontare parte di queste sfide attraverso programmi di ricerca-azione agricola.

Queste organizzazioni si prodigano nella promozione “dell’amore per le scienze agricole e l’agricoltura… e nella costruzione delle capacità scientifiche, tecnologiche e morali dei giovani per contribuire in modo rilevante alla generazione, all’applicazione e alla diffusione delle conoscenze agricole applicabili alle loro realtà “, ha affermato la signora Kavrul.

Ha poi soggiunto che queste iniziative bahá’í per lo sviluppo sociale ed economico hanno tutte come fondamento il principio che le popolazioni dovrebbero essere le protagoniste del proprio progresso materiale, spirituale e intellettuale, e non solo le destinatarie degli aiuti economici.

Nei partecipanti ai programmi offerti dalle organizzazioni di ispirazione bahá’í, questo principio di fondo suscita il desiderio di rimanere nelle loro comunità e contribuire allo sviluppo di sistemi agricoli idonei alla loro realtà ambientale, economica, sociale e culturale.

Immagini che ritraggono alcune iniziative agricole delle organizzazioni d’ispirazione bahá’í della regione del Nord Kivu nella Repubblica Democratica del Congo.

La signora Kavrul ha precisato che questo è il risultato del lavoro svolto dalle organizzazioni per accrescere la capacità dei giovani di derivare il sapere sia dalla scienza che dalla religione.

I programmi, ha dichiarato, promuovono nei partecipanti un forte senso di scopo, aiutandoli a sviluppare le loro potenzialità e a contribuire alla trasformazione della società. “Ciò consente ai giovani di far fronte ad eventuali difficoltà che sorgeranno naturalmente durante il processo di produzione, compresi i periodi di incertezza economica”, ha affermato la signora Kavrul.

Fra i concetti messi in risalto durante l’incontro figura l’importanza di un approccio partecipativo alla progettazione dei sistemi educativi. Cristina Petracchi, direttrice dell’Accademia e-Learning della FAO, ha affermato che tali sistemi devono essere volti a “integrare pratiche e tradizioni locali” e a rispondere alle esigenze e alle realtà dei giovani agricoltori rurali.

In occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022, meglio conosciuta come COP27, che è attualmente in corso in Egitto, tra i vari temi, la BIC proseguirà lo studio della creazione di sistemi alimentari sostenibili.

Gli argomenti sollevati durante la tavola rotonda della BIC sono stati ulteriormente approfonditi dai partecipanti allincontro in specifiche sessioni di studio.

Da sinistra: i rappresentanti dell’Ufficio BIC di Ginevra Gabriela Rawhani, Arezoo Taormina, Simin Fahandej e Sanem Kavrul, ricercatrice che lavora con organizzazioni di ispirazione bahá’í nell’Africa sub-sahariana.
Sessione di chiusura del World Food Forum 2022, tenutasi presso la sede della FAO delle Nazioni Unite a Roma, in Italia.