Gli abitanti di Matunda Soy, in Kenya, celebrano l’apertura di un tempio locale che rappresenta un “simbolo di unità”.

24 maggio 2021

MATUNDA, Kenya — La scorsa domenica, in occasione della cerimonia d’apertura della prima Casa di culto locale bahá’í eretta nel continente africano, a Matunda Soy, Kenya, è stata inaugurata una ‘presenza luminosa’.

Il ritornello di “Fa’ della mia preghiera, o mio Signore, una fonte di acqua vivificatrice”, cantato da un coro locale, è riecheggiato profondamente nell’intimo di quanti si sono riuniti per la cerimonia inaugurale, in rappresentanza delle migliaia di persone della zona e in tutto il Kenya, e a testimonianza di una tappa epocale del viaggio spirituale del loro popolo.

La Casa di culto — a cui gli scritti bahá’í fanno riferimento con il termine di Mashriqu’l-Adhkár, ossia “L’oriente della Lode di Dio” — possiede una caratteristica unica. È situata nel cuore della comunità, è aperta indistintamente a tutti ed è un luogo in cui preghiera e contemplazione sono d’ispirazione per il servizio nei confronti della società.

Una veduta aerea della Casa di culto bahá’í locale di Matunda Soy in Kenya.

Alla cerimonia d’apertura di domenica scorsa è intervenuto Townshend Lihanda, membro del Corpo Continentale dei Consiglieri in Africa, delegato dalla Casa Universale di Giustizia quale proprio rappresentante all’evento. Il signor Lihanda ha letto una lettera della Casa di Giustizia indirizzata ai partecipanti. Eccone un passaggio: “…e in un momento in cui il mondo è alle prese con l’incertezza, gli sforzi degli amici in Matunda Soy e oltre i suoi confini sono culminati nella costruzione di questo faro di speranza, motivo di giubilo e di grande gioia.”

La Casa Universale di Giustizia ha sottolineato che il completamento del progetto nell’arco di soli tre anni e in circostanze estremamente difficili “è una testimonianza della vitalità, dell’intraprendenza e della determinazione del popolo keniota.”

Un’immagine notturna della Casa di culto bahá’í locale di Matunda Soy, in Kenya. La Casa di culto possiede una caratteristica unica. È situata nel cuore della comunità, è aperta indistintamente a tutti ed è un luogo in cui preghiera e contemplazione sono d’ispirazione per il servizio nei confronti della società.

Tra i partecipanti vi erano funzionari governativi, capi di villaggi e distretti, dignitari locali, rappresentanti di istituzioni bahá’í locali e nazionali, l’architetto e altri esponenti dell’impresa di costruzione.

Mourice Mukopi, capo del gruppo di villaggi nella cui area si trova il tempio, ha detto: “L’aspetto più importante del tempio bahá’í è che invita chiunque, di qualsiasi religione, ad entrarvi per pregare.”

La cerimonia inaugurale ha visto anche la partecipazione di alcuni cori della zona di Matunda Soy.

Intervistati dal Bahá’í World News Service, alcuni abitanti della zona hanno condiviso queste sensazioni. “La gente di Matunda Soy vede la Casa di culto come un simbolo di unità,” ha detto Andrew Juma.

Elder Khaemba, anche lui membro della comunità locale, ha affermato che: “Le differenze che esistevano prima sono superate, poiché al tempio si riunisce in preghiera gente di ogni fede.”

Justus Wafula, uno degli anziani del Villaggio, ha detto: “La Casa di culto è un luogo in cui non vi è posto per le forze negative della società. Quando ci rechiamo al tempio, sappiamo di essere sulla giusta via. Sappiamo di essere a casa.”

Alla cerimonia inaugurale hanno partecipato un centinaio di persone, mentre migliaia di persone della zona e in tutto il Kenya hanno celebrato una tappa epocale del viaggio spirituale del loro popolo.

Il senso di casa ricreato dalla struttura del tempio rievoca le tradizionali capanne di questa regione, ci spiega l’architetto della Casa di culto, Neda Samimi. “Un luogo di culto è il posto a cui appartiene l’anima e dove dovremmo sentirci a nostro agio, indipendentemente dal nostro credo religioso, e riuscire a creare un contatto e una sintonia con il nostro Creatore.”

La signora Samimi descrive il potere unificante del processo di edificazione del tempio.

“Tutti coloro che hanno collaborato al progetto erano ben consapevoli che questa struttura sarebbe stata dedicata alla promozione dell’unicità di Dio e della Sua lode. La consultazione ha accompagnato ogni fase di avanzamento dei lavori e le nostre riunioni sono sempre cominciate con preghiere tratte da fedi diverse.”

Sulla sommità della volta spicca il simbolo sacro bahá’í denominato Il Più Grande Nome. Esso rappresenta in stile calligrafico l’invocazione “O Gloria del Gloriosissimo.”

Nel mese in corso, due fasi molto importanti dei lavori sono state portate a termine. È stato sistemato sulla sommità della volta il simbolo sacro bahá’í denominato Il Più Grande Nome.

Succesivamente, sabato scorso, è stata posizionata all’interno della Casa di culto una piccola teca ornamentale contenente della terra prelevata, al Centro Mondiale Bahá’í, da uno dei Sacri Mausolei, a simboleggiare il profondo legame tra il tempio e il centro spirituale della Fede bahá’í.

John Madahani, membro della Assemblea Spirituale Locale bahá’í di Matunda, illustra il modo in cui la vita comunitaria bahá’í nella regione si sia evoluto dai suoi inizi negli anni ’70. “Una volta erano pochi i bahá’í che si ritrovavano per pregare nelle proprie case. Adesso sono oltre 300 le famiglie che tengono riunioni devozionali regolarmente, pregando insieme ai propri vicini e aprendo le porte a chiunque, senza chiederne l’appartenenza religiosa”.

Foto scattata prima dell’attuale crisi sanitaria. Marzo 2019: abitanti di Matunda Soy riuniti in occasione della cerimonia per la posa della prima pietra per la costruzione del tempio.

“Prima dell’inizio dei lavori di costruzione, quando cominciammo a riunirci la mattina presto sul sito del tempio, ci rendemmo conto di quanto fosse formidabile l’effetto su tutti i membri della comunità di un momento collettivo di raccoglimento prima di affrontare la giornata lavorativa. In nessun altro modo avremmo potuto vedere operai e contadini, giovani e genitori riuniti tutti insieme.”

Bernard Liyosi, anche lui membro dell’Assemblea Locale, ha detto: “La Casa di culto ci avvicina a Dio mediante la devozione e il servizio. Gli incontri al tempio ci infondono energia, la stessa che noi trasmettiamo, incanalandola, nella costruzione di comunità più solide.”

L’arrivo alla Casa di culto di Matunda Soy, in Kenya, di alcuni partecipanti alla cerimonia d’apertura.