L’evento che celebra la Giornata Mondiale della Religione raccoglie le comunità religiose attorno a ciò che le unisce tutte. (Servizio di Laurence Korup)

22 gennaio 2021

PORT MORESBY, Papua Nuova Guinea – Lunedì scorso, leader e rappresentanti delle diverse comunità religiose di Papua Nuova Guinea si sono ritrovati sotto una tenda, nella quiete di un parco naturale di Port Moresby, realizzando un sogno cullato da tempo: essere tutti riuniti attorno a un comune legame.

Il raduno interreligioso è stato organizzato nell’ambito della Giornata Mondiale della Religione, grazie all’impegno congiunto di molte comunità religiose del Paese. L’idea dell’evento, seguita dall’accordo con i leader religiosi del Paese, è nata un mese fa dai bahá’í di Papua Nuova Guinea.

Gezina Volmer, direttrice dell’Ufficio Relazioni Esterne bahá’í nazionale, afferma: “L’obiettivo della Giornata Mondiale della Religione è stato di creare uno spazio in cui potessimo concentrarci sulla condivisione degli scritti sacri intorno al punto su cui tutti concordano: la regola d’oro di trattare gli altri come si vorrebbe essere trattati, sottolineando così lo scopo della religione, vale a dire promuovere l’amore e l’armonia. Nonostante i timori iniziali, l’intento comune ha permesso a tutti di sentirsi a proprio agio.”

Prepararsi per l’occasione e costruire consenso

La signora Volmer spiega che, per creare consenso, sono state fondamentali le riunioni preparatorie all’evento.

“Lo scopo del primo incontro è stato semplicemente di mettere insieme le persone”, afferma la signora Volmer, “Niente più. È il primo passo verso la consapevolezza del riunirsi”.

Gli incontri di persona si sono svolti secondo le norme di sicurezza richieste dal governo. In seguito all’evento, le misure governative ora richiedono l’uso delle mascherine. Gezina Volmer, direttrice dell’Ufficio Relazioni Esterne bahá’í nazionale, spiega che le riunioni preparatorie in vista della Giornata Mondiale della Religione sono state necessarie per costruire il consenso tra le comunità religiose. “Lo scopo del primo incontro è stato semplicemente di mettere insieme le persone”, afferma la signora Volmer. “Niente più. È il primo verso la consapevolezza del riunirsi”.

La signora Volmer prosegue spiegando quanto le riunioni preparatorie abbiano rafforzato i legami di amicizia, consentendo ai partecipanti di dare il proprio contributo ad alcuni aspetti del programma e di essere al servizio l’uno dell’altro. “È stato uno sforzo collettivo”, dice. “C’era molta gioia. Abbiamo lavorato tutti fianco a fianco.”

Ogni settimana, il rafforzamento dei legami di amicizia e l’ambiente caldo e accogliente hanno attirato nuovi partecipanti. La signora Volmer dice: “Quando si aggiungeva una persona nuova, ci fermavamo per assicurarci che si mettesse al passo con noi. Tutti hanno accolto a braccia aperte i nuovi rappresentanti che s’imbarcavano nell’impresa.”

Un incontro unico nel suo genere

L’imam Busaeri Ismaeel Adekunle, capo della Società islamica della Papua Nuova Guinea, afferma: “Come tutti hanno avuto modo di esprimere quel giorno, è stata una occasione unica e la prima nel nostro paese”.

Commentando l’atmosfera del raduno della Giornata Mondiale della Religione, Zha Agabe-Granfar dell’Ufficio Relazioni Esterne bahá’í dichiara: “È stato un incontro sotto la “tenda dell’unità”, contraddistinto dall’ascolto reciproco in un’atmosfera di amore, rispetto e tolleranza”. Dopo settimane di collaborazione, l’evento di lunedì scorso è stato espressione di un obiettivo raggiunto insieme dalle comunità religiose. A Port Moresby, in uno scenario permeato di pace, sono stati recitati testi sacri di varie religioni in molte lingue diverse. Quando è stato comunicato che il rappresentante della comunità ebraica non sarebbe stato in grado di partecipare, un membro di un’altra fede con padronanza della lingua ebraica, si è offerto per far sì che anche le Scritture della fede ebraica venissero ascoltate.

Gli incontri di persona si sono svolti secondo le norme di sicurezza richieste dal governo. In seguito all’evento, le misure governative ora richiedono l’uso di mascherine. Il raduno interreligioso è stato organizzato nell’ambito della Giornata Mondiale della Religione, grazie all’impegno congiunto di molte comunità religiose del Paese. L’Imam Busaeri Ismaeel Adekunle (seconda fila, 2° da sinistra), capo della Società Islamica di Papua Nuova Guinea, afferma: “Come tutti hanno avuto modo di esprimere quel giorno, è stata una occasione unica e la prima nel nostro Paese”. (Credito: Roan Paul)

Il cardinale Sir John Ribat, arcivescovo della diocesi cattolica di Port Moresby e collaboratore con l’Ufficio Relazioni Esterne bahá’í nell’organizzazione della Giornata Mondiale della Religione, offre il proprio punto di vista sull’evento e dichiara:

“Tutti hanno condiviso lo stesso messaggio [d’amore], ma da prospettive diverse. Cosa significa questo? Io lo intendo così: quando c’è amore non c’è contrapposizione. È il dare sé stessi completamente per il bene dell’altro, sacrificarsi per il prossimo.

“Siamo tutti contenti di come sono andate le cose.”

L’evento ha avuto copertura nazionale da parte di un giornale e di diverse pubblicazioni online, oltre a essere trasmesso in diretta radio.

Percorrere insieme una nuova via

I partecipanti al raduno, intravedendo possibilità per un’ulteriore collaborazione, hanno già programmato di incontrarsi la prossima settimana per valutare come procedere. La signora Volmer afferma: “A parere di tutti i partecipanti, l’incontro è stato considerato antesignano di un più profondo dialogo sul ruolo della religione nella società.

“Di fatto, nella nostra società, la religione è una parte importante della vita di ogni individuo, di ogni famiglia e persino delle istituzioni. Tuttavia, a volte le persone hanno difficoltà a relazionarsi tra loro a causa delle differenze di credo e di pratiche religiose. Come nazione affermiamo di essere una cosa sola, ma come possiamo riunirci veramente, tutti insieme? Il processo che ha portato alla Giornata Mondiale della Religione e l’evento stesso ci hanno fornito un esempio molto potente di come ciò sia possibile.

L’Imam Ismaeel spiega che i leader religiosi sperano che l’interazione avvenuta tra loro in questi incontri ispiri anche i membri delle loro comunità ad agire allo stesso modo. “[L’evento] è stato un andare e venire”, prosegue, “e ora ci stiamo avviando alla fase successiva. Il momento è propizio.”

L’Assemblea Spirituale Nazionale dei bahá’í di Papua Nuova Guinea vede profilarsi una nuova via per le comunità religiose del Paese. Confucio Ikoirere, segretario dell’Assemblea Nazionale, afferma: “Nel mese trascorso, il senso di maggiore unità raggiunto tra i leader religiosi si rispecchia in maggiore unità tra intere comunità religiose e, per quanto impercettibile oggi, significa anche maggiore unità nel nostro Paese”.

La signora Agabe-Granfar dice che la connessione creatasi tra coloro che hanno condiviso questo percorso è profonda. “Prima che si mettesse in moto questo processo, solo pochi mesi fa, molti leader e rappresentanti religiosi si conoscevano a malapena o non si erano mai incontrati. Ma come è comune nella cultura della Melanesia, una volta che ci siamo conosciuti e capiti, abbaiamo spalancato le braccia.”