15 settembre 2023

ATLANTA, Stati Uniti – Nell’America del Nord, il convegno annuale dell’Associazione per gli Studi Bahá’í (ABS) è stato convocato di presenza per la prima volta dall’inizio della crisi sanitaria globale, e ha accolto circa 1.900 partecipanti.

La costellazione delle attività dell’ABS, tutte rivolte ad arricchire la vita intellettuale delle comunità, è in costante espansione e il convegno ne rappresenta uno dei punti culminanti. Mettendo in relazione i principi spirituali con le intuizioni provenienti da diversi campi del sapere, queste iniziative cercano di individuare nuove prospettive in risposta alle sfide che l’umanità si trova ad affrontare.

Nwandi Ngozi Lawson, membro del Corpo continentale dei Consiglieri per le Americhe, così si è rivolta ai partecipanti, facendo riferimento alla dichiarazione sulla visione dell’ABS: “[il convegno] si prefigge di favorire un vivace dibattito tra partecipanti diversi su come fornire, nel mondo delle idee, quel rigore intellettuale e quella chiarezza di pensiero che risultino in linea con il loro impegno per il progresso spirituale e materiale nel mondo delle azioni”.

Nwandi Ngozi Lawson (in alto a destra), membro del Corpo continentale dei Consiglieri per le Americhe, si è rivolta ai partecipanti, facendo riferimento alla dichiarazione sulla visione dell’ABS: “[il convegno] si prefigge di favorire un vivace dibattito tra partecipanti diversi su come fornire, nel mondo delle idee, quel rigore intellettuale e quella chiarezza di pensiero che risultino essere in linea con il loro impegno per il progresso spirituale e materiale nel mondo delle azioni”.

Todd Smith, segretario del comitato esecutivo dell’ABS, ha chiarito in un’intervista al News Service l’orientamento dell’ABS: “Un aspetto cruciale della nostra disanima di diversi ambiti e discorsi sociali è quello di far emergere i valori e i presupposti che essi implicitamente contengono, in particolare alla luce di principi spirituali quali l’unità del genere umano, la giustizia e l’armonia tra scienza e religione”.

Ha inoltre aggiunto: “Questo orientamento prelude a una comprensione più profonda di come questi principi possano plasmare i progressi nel pensiero e nella pratica all’interno di questi stessi discorsi”.

Il convegno ha generato un dibattito approfondito che copre una vasta gamma di temi: il rapporto dell’umanità con il mondo naturale, il potere delle arti nell’ispirare la giustizia sociale, il ruolo della tecnologia nel progresso sociale e l’importanza dell’educazione nell’affrontare i pregiudizi razziali.

Alcuni relatori analizzano il ruolo del teatro nel contribuire al cambiamento sociale.

Una caratteristica peculiare del convegno di quest’anno è stata l’inserimento di dieci seminari a tema. Il dottor Smith ha messo in risalto l’evoluzione di questi seminari, rimarcando che “sono stati in gran parte ispirati dai colloqui che hanno avuto luogo durante l’anno in piccoli contesti come gruppi di lettura e seminari”.

Riformulare la natura umana nell’economia

In uno dei seminari tematici gli studenti universitari sono stati invitati ad analizzare le basi concettuali dei corsi di economia fondamentale presso le istituzioni terziarie, ad esempio: in che modo viene rappresentata la natura umana?

Selvi Adaikkalam Zabihi, del gruppo di lavoro sull’economia, ha descritto al News Service come in questi corsi l’interesse personale viene presentato quale “l’aspetto dominante della nostra natura e parte integrante della nostra vita economica”.

I partecipanti hanno rilevato che questa visione influenza il modo in cui percepiamo le motivazioni individuali, prevediamo il comportamento e creiamo le politiche economiche. Questa prospettiva, tuttavia, contrasta nettamente con la comprensione della natura umana promossa dagli insegnamenti bahá’í, che sottolineano l’innato potenziale umano di altruismo e generosità che può essere coltivato attraverso l’educazione morale.

La signora Adaikkalam Zabihi ha dato ampio rilievo alla ricerca che contesta la dipendenza esclusivamente dall’interesse personale delle teorie economiche. Questa ricerca, ha affermato, sta innescando un nuovo dibattito a livello accademico su come si dovrebbe insegnare l’economia agli studenti.

Ha aggiunto: “Mentre molte politiche si basano su incentivi che rientrano nella sfera dell’interesse personale, come crediti d’imposta o multe, questo orientamento può involontariamente dare priorità alle tendenze individualistiche a scapito dell’interesse per il bene comune.

“Riconoscendo il potere dell’educazione morale nel plasmare le nostre aspirazioni e il nostro impegno per il benessere sociale, possiamo cominciare a immaginare modi innovativi per migliorare le nostre strutture economiche e sociali”.

Un’analisi dei limiti del naturalismo in biologia

Un altro seminario, intitolato “Navigare tra le ipotesi materialiste nello studio della biologia”, ha offerto sia a studenti universitari che a laureati l’opportunità di valutare ipotesi che, a differenza di quelle economiche, raramente vengono rese esplicite.

La neuroscienziata Tara Raam ha spiegato che lo scopo principale di molte scienze biologiche è quello di individuare e comprendere il mondo in termini di “meccanismi biologici”. Tali meccanismi, ha osservato, sono visti attraverso la lente del naturalismo: l’aspettativa che tutti i fenomeni possano, prima o poi, essere pienamente spiegati dalle scienze naturali.

la dottoressa Raam ha affermato: “Data la nostra duplice natura – sia materiale che spirituale – dobbiamo sviluppare una struttura per comprendere come le scoperte sulla nostra realtà materiale, tratte dalle scienze biologiche, possano integrare le intuizioni tratte dalla religione”.

Richiamandosi a questo concetto, la dottoranda in neuroscienze Yasmine Ayman ha osservato: “La religione offre intuizioni sulle dimensioni spirituali della realtà e ci consente di descrivere fenomeni come la coscienza, lo scopo umano e la moralità”.

Ha aggiunto: “La scienza biologica può solo descrivere le controparti fisiche di questi fenomeni e non è in grado di spiegarli completamente”.

Approfondendo il tema della coscienza, la Ayman ha osservato: “L’idea prevalente secondo cui la coscienza emerge esclusivamente da processi biologici e fattori intrinseci – come, ad esempio, la teoria in base alla quale la coscienza è esclusivamente un prodotto dell’attività neurale – trascura altri fattori che possono modellare la nostra coscienza: vale a dire, che la religione può ispirare ed elevare la nostra coscienza e il nostro senso di scopo.

“Le dimensioni spirituali della nostra vita”, ha proseguito, “servono quindi come forze estrinseche che agiscono sulla coscienza, il che non può essere spiegato dalla biologia o dalle neuroscienze”.

In suo commento sul convegno, Nilufar Gordon, membro del comitato organizzatore, ha dichiarato: “Quest’anno, vivere il convegno nuovamente in presenza è stata un’esperienza particolarmente vibrante e gioiosa”. Ha spiegato che “a contribuire al suo dinamismo sono state una maggiore pluralità dei partecipanti e una considerevole presenza di giovani”.

In suo commento sul convegno, Nilufar Gordon, membro del comitato organizzatore, ha dichiarato: “Vivere la conferenza in presenza quest’anno è stata un’esperienza particolarmente vibrante e gioiosa”. Ha spiegato che “a contribuire al suo dinamismo sono state una maggiore pluralità dei partecipanti e una considerevole presenza di giovani”.

Per tutto il prossimo anno proseguirà l’approfondimento nei gruppi di lettura dell’ABS, nonché nei seminari a tema, di molti argomenti trattati durante il convegno.

Qui potete visualizzare le registrazioni delle sessioni plenarie del convegno di quest’anno.