11 gennaio 2023

SANTIAGO, Cile — Nei giorni scorsi, l’area della Casa di culto bahá’í di Santiago del Cile è stata teatro di un raduno che ha segnato un’importante pietra miliare di un progetto di conservazione volto a salvaguardare i diversi ecosistemi delle Ande.

Il Global Environment Facility (GEF) Mountain Project, avviato sei anni fa, ha coinvolto i settori pubblico e privato nella protezione dell’ambiente naturale e del patrimonio culturale della regione metropolitana di Santiago e di Valparaíso, compresa Peñalolén, dove si trova il tempio.

Carolina Leitao Alvarez, sindaco di Peñalolén, ha espresso il proprio apprezzamento per il ruolo svolto dal tempio, sin dal momento della sua inaugurazione, nella promozione della tutela ambientale della regione. “Questo terreno riveste un significato speciale perché… il lavoro [della comunità bahá’í] per il restauro di queste colline pedemontane è stato molto importante”, ha dichiarato.

Alcuni relatori e partecipanti alla tavola rotonda, svoltasi nei giorni scorsi, sullo sviluppo del Global Environment Facility Mountain Project

Maximiliano Cox Larrain, rappresentante del progetto GEF, ha parlato delle azioni intraprese per riforestare e conservare la flora e la fauna presente sull’area del tempio, affermando: “Grazie all’utilizzo di piante autoctone, alla riduzione al minimo degli ostacoli visivi e al lavoro di ripristino ambientale, il design e il progetto paesaggistico dei giardini creano uno spazio tranquillo nel quale la città trova la quiete e i visitatori possono connettersi con la natura. Questa connessione ispira a un profondo dialogo e ti invita ad avvicinarti al tempio in stato di meditazione e riflessione”.

Tra gli altri partecipanti figuravano, oltre al Sottosegretario del Ministero dell’Ambiente, alcuni rappresentanti del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, del GEF Mountain Project e delle organizzazioni della società civile.

Veduta della Casa di culto bahá’í del Cile nel suo ambiente naturale.

Veronica Oré, direttrice della Casa di culto, ha precisato nel suo intervento che, oltre al lavoro di conservazione dell’area, la comunità bahá’í ha cercato di sostenere ulteriormente il progetto creando spazi per un dialogo che approfondisca una visione olistica del progresso fondata su principi spirituali, quali l’unità del genere umano.

“Il pianeta, le sue popolazioni e le sue creature hanno sofferto molto a causa di una mentalità materialistica che vede l’individuo come un’unità puramente economica ed interessata solo al proprio tornaconto, in competizione con gli altri per accumulare una fetta sempre più grande delle risorse materiali del mondo”, ha affermato.

La casa di culto bahá’í è aperta a chiunque ed è un luogo dove la preghiera e la contemplazione sono fonte d’ispirazione per il servizio verso la società.

La signora Oré ha spiegato che, osservando il progresso attraverso la lente dell’unità del genere umano, si può constatare in maniera più chiara che il vero benessere deve prevedere la prosperità di ognuno e del pianeta che tutti noi condividiamo. Ciò ci fa pensare che il progresso materiale da solo non sia sufficiente e che il vero progresso debba includere anche lo sviluppo spirituale e morale degli individui e della società.

In un suo commento sull’evento, Luis Sandoval, membro dell’Ufficio per le Relazioni esterne dei bahá’í del Cile, ha dichiarato che la Casa di culto ha svolto un ruolo importante nell’ispirare questa visione, “catalizzando il riorientamento delle persone verso la propria natura spirituale”.

Il tempio bahá’í, ha affermato Sandoval, “ha agito come punto di attrazione per coloro che cercano di lavorare per il rinnovamento della società”.