16 giugno 2022

“Riuscirà l’umanità ad agire avendo come fondamento l’ineluttabile realtà che il proprio destino e quello del pianeta sono irrevocabilmente interconnessi? O saranno necessarie calamità ancor più gravi prima di indurla all’azione?”. Questo è il quesito che si pone la Bahá’í International Community (BIC) in una dichiarazione rilasciata nei giorni scorsi, in occasione di Stoccolma+50.

“Il cambiamento climatico e le altre grandi crisi mondiali stanno costringendo l’umanità a riconoscere la propria peculiare esistenza come specie e, conseguentemente, la necessità di nuovi modelli organizzativi che siano commisurati alle attuali esigenze”, ha dichiarato Daniel Perell, rappresentante della BIC, in un forum di discussione svoltosi presso il Parlamento svedese ed organizzato congiuntamente dalla BIC, due deputati al Parlamento svedese e altre organizzazioni della società civile.

Questa importante dichiarazione della Bahá’í International Community offre una prospettiva bahá’í sulla riformulazione del rapporto dell’umanità con il mondo naturale.

La dichiarazione fornisce una stimolante lettura delle cause alla radice del crescente degrado ambientale e mette in risalto alcuni principi e proposte di azione che si rifanno alla pluridecennale esperienza “grazie alla quale la comunità internazionale non solo ha immaginato un mondo migliore, ma ha anche provato ad agire lungo percorsi fino ad ora inesplorati”.

Nella dichiarazione risalta la centralità del divario tra proposito ed azione, che viene presentato come una delle sfide cruciali per l’umanità. Questo divario, afferma la BIC, può essere colmato dall’impegno di coloro, siano essi individui, comunità o nazioni, che quotidianamente contribuiscono per la loro parte al raggiungimento di questo obiettivo. Tuttavia, il ritmo della trasformazione non è ancora all’altezza delle esigenze del momento.

“Affinché l’azione raggiunga la portata necessaria, alle singole nazioni sono richiesti un consenso molto più ampio e una volontà collettiva incentrata sui valori che l’attuale fase di sviluppo dell’umanità esige”, si legge nella dichiarazione.

Tra gli argomenti presi in esame dalla BIC in “One Planet, One Habitation” figurano: il principio essenziale dell’unità del genere umano come unico fondamento sul quale possano poggiare delle società sostenibili; la giustizia intesa come processo e risultato finale; la consultazione, la promozione del consenso in azione e la ridefinizione del concetto di progresso e sviluppo.

Tra gli argomenti presi in esame dalla BIC in “One Planet, One Habitation” figurano: il principio essenziale dell’unità del genere umano come unico fondamento sul quale possano poggiare delle società sostenibili; la giustizia intesa come processo e risultato finale; la consultazione, la promozione del consenso in azione e la ridefinizione del concetto di progresso e sviluppo.

Alcune delle proposte presentate nella dichiarazione riguardano l’importante ruolo dei governi nella costruzione di un mondo più sostenibile. Ad esempio, la BIC propone un meccanismo che garantisca un coordinamento fiscale a livello mondiale e un quadro che regolamenti i flussi finanziari illeciti, sì da ridurre le disparità di ricchezza tra le nazioni e consentire ai governi del mondo di accantonare risorse per fronteggiare le stringenti esigenze attuali e quelle future.

Foto scattata durante il forum di discussione, associato a Stoccolma+50, che si è tenuto presso il Parlamento svedese ed è stato organizzato congiuntamente dalla BIC, due deputati al Parlamento svedese e altre organizzazioni della società civile. Moderatori del programma sono stati Anders Österberg e Mattias Vepsä, in rappresentanza del Parlamento svedese. Da sinistra a destra alcuni partecipanti al forum: Daniel Perell, rappresentante della BIC, Augusto Lopez Claros, direttore esecutivo del Global Governance Forum, Sylvia Karlsson-Vinkhyzen, membro del Comitato direttivo del Forum internazionale sull’ambiente e Peter Aburi, rappresentante della BIC. Maria Fernanda Espinosa, ex-Presidentessa dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e membro di Global Women Leaders: Voices for Change and Inclusion (Voci per il cambiamento e l’inclusione – n.d.t.) e Maja Groff, coordinatrice della Climate Governance Commission, si sono collegate a distanza.

Maria Fernanda Espinosa, ex-Presidentessa dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha espresso il proprio apprezzamento per questi concetti e ha affermato che “un nuovo patto per il futuro richiede un sistema multilaterale basato sui valori”.

Ha poi soggiunto che: “Questa non è un’affermazione astratta. Richiede la redistribuzione della ricchezza e del potere e una transizione dall’avidità alla solidarietà, dal pregiudizio all’empatia e alla gentilezza, dall’indifferenza e odio all’amore radicale per l’umanità e la natura”.

“One Planet, One Habitation” è solo l’ultimo dei contributi costanti della BIC al discorso sull’ambiente. Fra le precedenti dichiarazioni, particolarmente importanti sono quelle presentate a Parigi nel 2015 in occasione della 21a riunione della Conferenza delle Parti dell’UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change), alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo del 1992, intitolata “Vertice sulla Terra”, e alla prima Conferenza delle Nazioni Unite del 1972 sull’Ambiente umano.

“One Planet, One Habitation” è solo l’ultimo dei contributi costanti della BIC al discorso sull’ambiente. Ecco alcune immagini scattate durante forum internazionali, in occasione dei quali i rappresentanti della BIC hanno dato il loro apporto a una riflessione sul cambiamento climatico e tematiche correlate.