MATUNDA, KENYA, 23 marzo 2019 – Sabato scorso la vibrante comunità di Matunda Soy, nel Kenya rurale si è riunita per assistere alla posa della prima pietra della prima Casa di culto bahá’í locale in Africa.

Il terreno su cui sorgerà il futuro Tempio bahá’í si trova a circa 4 chilometri a ovest della città di Matunda, in un’area circondata da piantagioni di mais e altre aziende agricole. Sede di alcune delle prime comunità bahá’í del Kenya, negli ultimi decenni la zona conosciuta come Matunda Soy ha visto radicarsi un notevole processo di trasformazione spirituale.

«La costruzione della prima Casa di culto del Kenya nasce dal duro lavoro e dai grandi sacrifici fatti dagli amici dell’area di Matunda Soy sulla strada del servizio», ha detto Christopher Songok, membro del Corpo continentale dei Consiglieri in Africa.

I partecipanti alle celebrazioni hanno dato prova dei sentimenti di unità ispirato dall’imminente costruzione del Tempio.

«Sono entusiasta che questo possa accogliere persone provenienti da tutte le religioni per pregare», ha detto Alice Juma della vicina comunità di Lwanda.

«Questa cerimonia è un evento profondamente spirituale. Vedo questa enorme moltitudine, giovani, vecchi, uomini e donne, tutti riuniti in pace e nell’obbedienza a Dio Onnipotente», ha commentato Peter Webonya di Matunda.

La gioiosa e unificante cerimonia ha avuto luogo appena due giorni dopo il Capodanno bahá’í, Naw-Ruz, una giornata piena di calore umano. Fra i partecipanti c’erano dignitari locali, capi religiosi e visitatori provenienti da tutto il Kenya nonché dall’Etiopia, dal Sud Africa, dalla Tanzania, dall’Uganda e dallo Zambia. Essi hanno incominciato ad arrivare venerdì notte, alcuni a piedi, altri in moto, in auto e in autobus, e hanno continuato per l’intera mattinata, fra saluti, affettuosi abbracci e canti.

A mezzogiorno, durante la cerimonia, una folla silenziosa di circa 1200 persone ha ascoltato con riverenza le preghiere di apertura. Ruth Vuyiya, una bahá’í molto amata che tutti chiamano affettuosamente Mama Ruth, ha posato la prima pietra del Tempio sul terreno rosso. Alla signora Vuyiya si sono poi uniti sua figlia, membro dell’Assemblea Spirituale Nazionale del Kenya, gli appaltatori e l’architetto del Tempio, Neda Samimi. Dopo la cerimonia, i partecipanti hanno celebrato l’evento con canti e grida di gioia.

«La Casa di culto ha un significato straordinario per la comunità. È il luogo nel quale anime nobili vanno a pregare. È una visibile manifestazione del Signore», ha detto Lihanda di Townshend, un altro membro del Corpo dei Consiglieri in Africa.

La Casa di culto entrerà far parte dei vivaci e dinamici sforzi per costruire la comunità, ai quali non partecipano solo i bahá’í ma anche l’intera comunità dell’area di Matunda Soy. «Le attività per la costruzione della comunità bahá’í in una località sono un invito rivolto a giovani e anziani, donne e uomini, a riconoscere l’importanza della vita spirituale e ad adoperarsi per alimentarla acquisendo qualità che aiutino non solo la loro crescita personale, ma anche lo sviluppo della comunità nel suo insieme», ha spiegato Japheth Kokal, membro dell’Assemblea Spirituale Nazionale del Kenya.

La posa della prima pietra ha avuto luogo quasi un anno dopo che il suo semplice ed elegante progetto, ispirato alle capanne tradizionali della regione, è stato qui stesso presentato. Il progetto segue un intricato modello a forma di diamante molto rappresentativo, essendo un motivo familiare della cultura keniota. Sul tetto travi a vista che sottolineano i nove lati dell’edificio culminano unendosi in un lucernario apicale. All’interno e in alto, il lucernario ospiterà un simbolo del Più Grande Nome e l’edificio potrà accogliere 250 persone a sedere. Il Tempio sarà costruito con materiali locali.

Nel 2012, la Casa Universale di Giustizia ha annunciato vari piani per la costruzione di sette Case di culto. Due sono già state costruite, la prima a Battambang, in Cambogia e la seconda nel Norte del Cauca, in Colombia. Oltre a questo tempio in Kenya, sono in costruzione altre due Case di culto locali e due nazionali.