MADRID, SPAGNA 31 marzo 2019. Alcuni famosi giornalisti spagnoli si sono recentemente incontrati per confrontarsi sull’impatto delle notizie dei media sulla coesione sociale e l’aumento del fenomeno della radicalizzazione. Il convegno ha avuto luogo il 15 marzo ed è stato organizzato dall’ufficio bahá’í spagnolo per le Pubbliche Relazioni presso l’Università Re Carlos al Centro per gli studi universitari.

“La funzione del giornalismo è quella di fornire al pubblico informazioni obiettive per il bene comune”, ha dichiarato Rafael Fraguas, cofondatore del maggiore quotidiano El Pais. “Oggi l’informazione è mescolata alle opinioni. Mettere a repentaglio l’obiettività nei mass media, la quale rappresenta a più alta forma di onestà, conduce all’ignoranza in un periodo come il nostro in cui l’ignoranza ha invaso la società”.

L’evento ha coinvolto cinque personaggi impegnati presso alcune delle più grandi organizzazioni dei media spagnoli: Rafael Fraguas: Jesús Bastante, il redattore capo della pubblicazione online Religión Digital; Beatriz de Vincete de Castro, un’avvocatessa, personalità di spicco dei media; Francisco Castañón, direttore della rivista online Entreletras e Juana Pèrez, un’editorialista dell’agenzia internazionale di notizie Pressenza. La discussione si è svolta dinanzi ad un uditorio di circa quaranta studenti e professori.

I partecipanti hanno esplorato le forze conflittuali che stanno foggiando la diffusione delle notizie, forze che incentivano storie sensazionalistiche e superficiali le quali fanno appello alle emozioni di rabbia e diffidenza. D’altro lato, molti giornalisti sono profondamente consapevoli di tali tendenze e vogliono perseguire vicende che esplorino più da vicino la complessità di situazioni che incidono sulla società e aiutano a favorirne la comprensione.

“Nella società coesistono processi di disintegrazione e di disperazione che attraggono vasti uditori e processi di integrazione che infondo speranza ma che non sempre raggiungono un pubblico altrettanto numeroso. I giornalisti devono quindi scegliere fra mettere in scena una sorta di spettacolo con tanto di giudizi oppure fornire informazioni credibili che alimentano la speranza”, ha dichiarato Juana Pèrez.

Layla Sant dell’Ufficio bahá’í per le pubbliche relazioni ha illustrato gli scopi dell’evento. “I media hanno un impatto su come la società vede e percepisce la realtà. Tale dialogo è un primo e necessario passo per costruire comunicazione nella nostra società sui valori e sulla struttura che sia in grado di facilitare ai media la realizzazione dei loro ruoli e la responsabilità di migliorare la società stessa”.

L’evento in questione è scaturito da un seminario organizzato nello scorso ottobre dalla comunità bahá’í sulla prevenzione della radicalizzazione violenta. Ha spiegato Dunia Donaires anch’essa membro dell’Ufficio pubbliche relazioni: “Ci siamo imbattuti in un importante tema che esplora il ruolo delle notizie date dai media come forze positive negative che esistono nella società odierna. Abbiamo di conseguenza deciso di organizzare una serie di discussioni fra giornalisti per analizzare quegli elementi che danno inizio alla radicalizzazione, quali la diffusione di notizie conflittuali e per esplorare come i media possano opporsi”.

L’Ufficio delle pubbliche relazioni sta pianificando future tavole rotonde. L’Ufficio cerca di intensificare conversazioni nel Paese sui valori e le responsabilità dei media per giungere a ulteriori iniziative tese a favorire l’armonia sociale. L’Ufficio sta anche collaborando con l’Università Autonoma di Madrid onde organizzare una scuola estiva di tre giorni sul tema della prevenzione della radicalizzazione violenta.