10 marzo 2023

COLLEGE PARK, Maryland, Stati Uniti – Nel bel mezzo del devastante conflitto che ebbe luogo in Libano negli anni ‘80, Edward Azar, professore presso l’Università del Maryland e direttore del Centro per lo Sviluppo Internazionale e la Gestione dei Conflitti (CIDCM) dell’università stessa, avanzò alcune idee e proposte per una risoluzione della guerra.

Durante la sua ricerca, il professor Azar ebbe modo di leggere la dichiarazione della Casa Universale di Giustizia intitolata La promessa della pace mondiale, un’avvincente analisi dei prerequisiti indispensabili per la pace e delle sfide da affrontare per la sua realizzazione. In occasione del 30° anniversario dell’istituzione della Cattedra, il titolare della stessa, Hoda Mahmoudi ha fornito ai partecipanti all’evento il seguente resoconto sulle origini della Cattedra Bahá’í per la Pace Mondiale presso l’Università del Maryland.

«Fu talmente commosso dalla lettura del suo contenuto», ha detto la professoressa Mahmoudi, «che scrisse [alla Casa di Giustizia] proponendo l’istituzione della Cattedra bahá’í».

La lettera del professor Azar recita, in parte:

Io e i miei colleghi… abbiamo letto e analizzato… “La promessa della pace mondiale”. Con questa lettera rispondo a nome del CIDCM e dell’Università del Maryland al vostro appello: «Se l’esperienza bahá’í può contribuire in qualche misura a rafforzare la speranza nell’unità della razza umana, siamo felici di offrirla come modello di studio».

In considerazione della missione del nostro centro, del vostro concetto di pace nel mondo e della volontà dell’Università di invitare con orgoglio i bahá’í ad approfondire e discutere il punto di vista bahá’í in modo accademico e obiettivo… propongo l’istituzione di una Cattedra e un programma sugli studi bahá’í presso questo Centro.

Durante l’incontro in celebrazione dell’anniversario, Jennifer King Rice, vicepresidente senior e rettrice dell’Università del Maryland, ha così riassunto quegli eventi fondamentali: «Trent’anni fa, l’Università del Maryland sottopose alla comunità bahá’í un progetto: ‘E se collaborassimo insieme applicando i basilari principi umani nell’affrontare i principali problemi del mondo, quelli che richiedono attenzione e soluzioni?’»

Fra i relatori presenti all’evento commemorativo dell’anniversario figurano (da sinistra a destra, dall’alto verso il basso): Ashli Taylor, laureata all’Università del Maryland e alla Vermont Law School; Sein M. Chew, Presidente e CEO di Unity Asset Management; Susan Rivera, preside dell’Istituto Superiore di Scienze Comportamentali e Sociali dell’Università del Maryland; Jennifer King Rice, vicepresidente senior e rettrice dell’Università del Maryland; Rashawn Ray, professore all’Università del Maryland e Hoda Mahmoudi, professoressa e titolare della Cattedra bahá’í per la Pace Mondiale presso l’Università del Maryland.

“Da quella semplice indagine”, ha detto la rettrice Rice, “è nata una straordinaria collaborazione sfociata in un’ampia gamma di conoscenze che hanno consentito la promozione degli interessi e del benessere dell’umanità”.

La Cattedra bahá’í è stata istituita nel 1993 e il suo primo titolare fu il celebre studioso Suheil Bushrui dell’Università Americana di Beirut, che ne perseguì la missione di promozione della pace e dell’educazione fino al momento del pensionamento, avvenuto nel 2005. Nel 2006, John Grayzel divenne il secondo titolare della Cattedra e ne proseguì le attività di ricerca con programmi sulla costruzione della pace e sullo sviluppo.

Fin dalla sua istituzione, la Cattedra si è impegnata in diverse attività complementari, tra le quali lo svolgimento delle ricerche e la loro conseguente pubblicazione, la progettazione di corsi e l’organizzazione di seminari sulla pace nel mondo, il tutto all’interno di un contesto interdisciplinare che si richiama a spunti di riflessione derivati dalla scienza e dalla religione.

Orientamento interdisciplinare per la promozione del dialogo e della comprensione

La Cattedra adotta un criterio interdisciplinare per promuovere il dialogo e la comprensione che considera essenziale per il progresso del pensiero sulla pace. “Siamo interdisciplinari perché la vita moderna può essere compresa solo da vari punti di vista”, ha dichiarato la professoressa Mahmoudi.

Ha tuttavia osservato che questo criterio non rappresenta di per sé stesso un fine, ma piuttosto uno strumento per costruire “un bagaglio di conoscenza umana… e di possibilità.” Questa ricerca presuppone un atteggiamento aperto alla ricerca della verità e un impegno di totale imparzialità, che la professoressa Mahmoudi definisce come uno sforzo “nell’accantonare le propensioni e preferenze personali, indipendentemente dalla loro origine, nel perseguimento di una causa più grande”.

Negli ultimi trent’anni, la Cattedra ha collaborato con vari studiosi, ricercatori ed esperti per affrontare questioni relative alla pace e ha pubblicato oltre 25 libri e articoli. Negli ultimi dieci anni, la Cattedra ha ospitato più di 80 convegni, simposi e conferenze, che hanno visto la partecipazione di oltre 250 relatori.

“Tutti questi eventi”, ha detto la rettrice Rice, “sono stati dedicati alla ricerca della conoscenza, alla ricerca della pace e alla ricerca di un mondo migliore per l’umanità”.

«La Cattedra bahá’í lo fa in tanti modi:», ha affermato, indicando i cinque temi centrali del suo operato «attraverso una scrupolosa disanima delle radici del razzismo sistematico e delle cause del pregiudizio che troppo spesso ci troviamo ad affrontare nella nostra vita; di un’analisi delle strutture che creano disparità di diritti per le donne; degli ostacoli che ci impediscono di avere un sistema di governance e leadership veramente mondiale; delle cause dei cambiamenti climatici e dell’ingiustizia ambientale; e della complessità della natura umana».

La rettrice Rice ha espresso il proprio apprezzamento per gli spunti di riflessione emersi dal lavoro della Cattedra bahá’í, affermando che essa «ha sviluppato una solida base scientifica per conoscenze e strategie volte ad un’analisi del ruolo degli attori sociali e delle strutture nell’opera di eliminazione degli ostacoli alla pace».

La celebrazione del 30° anniversario ha offerto ai partecipanti l’occasione per una riflessione sull’operato e sui temi fondamentali della Cattedra bahá’í: il razzismo strutturale e le radici del pregiudizio, la natura umana, la valorizzazione delle donne e la pace, governance e leadership globali e come affrontare la sfida della globalizzazione dell’ambiente.

Affrontare le cause profonde degli ostacoli alla pace

La Cattedra ritiene che cinque temi siano centrali per la questione della pace: il razzismo strutturale e le radici del pregiudizio, la natura umana, la valorizzazione delle donne e la pace, governance e leadership globali e come affrontare la sfida della globalizzazione dell’ambiente.

La professoressa Mahmoudi ha spiegato che è impossibile pervenire a una pace duratura se non si fronteggeranno le sfide correlate a questi temi con un criterio sostanzialmente diverso, in considerazione delle “fratture tettoniche” che esse stanno provocando nella società. Nell’intento di far luce su nuovi tipi di approccio, la Cattedra si prodiga nel ribaltare un assunto molto diffuso sulla natura umana e profondamente radicato nei discorsi prevalenti, che blocca il progresso verso la pace; vale a dire, la convinzione che l’umanità sia intrinsecamente e incorreggibilmente egoista.

Concezione di un’umanità in grado di realizzare la pace

Riconoscendo le sfide e le complessità del mondo, la Cattedra bahá’í riconosce altresì che nella società esistono sconfortanti esempi di corruzione e di condotta non etica. D’altro canto, essa rileva anche innumerevoli esempi di persone che agiscono disinteressatamente per il bene comune.

In occasione della celebrazione dell’anniversario, la professoressa Mahmoudi ha avuto modo di sottolineare, nei suoi interventi, che la Cattedra ritiene che il genere umano sia fondamentalmente in grado di lavorare per giungere a un mondo pacifico. Gli insegnamenti bahá’í riaffermano questa visione, riconoscendo la nobiltà dello spirito umano e prefigurando una società degna di tale nobiltà.

Riconoscendo l’identità condivisa di tutti gli uomini come membri di un’unica famiglia umana e promuovendo valori come la giustizia e il servizio disinteressato alla società, la Cattedra si pone in contrapposizione ad alcune credenze di fondo sull’umanità che ostacolano il progresso verso la pace. Con le parole della professoressa Mahmoudi, “ci rifiutiamo di prendere in considerazione l’idea che non si possa costruire un mondo migliore”.

Promuovere una cultura di pace all’università, ma non solo

Una promettente area di sviluppo per la Cattedra bahá’í è stato il lavoro in classe, un corso unico, proposto durante ogni anno accademico dalla professoressa Mahmoudi, che aiuta gli studenti a individuare alla luce dei principi spirituali le cause profonde delle sfide sociali.

La rettrice Rice ha dichiarato: “Il lavoro della professoressa Mahmoudi… è molti incisivo nel cercare di rispondere a grandi interrogativi, quali ‘Come realizzare la pace nel mondo?’ Lei incoraggia le persone… a una maggiore riflessione sul tipo di mondo che vogliamo avere”.

Due ex studenti della professoressa Mahmoudi hanno parlato delle loro esperienze con la Cattedra e dell’impatto che ha avuto sul loro percorso personale e professionale.

Ashli Taylor, neolaureata alla Vermont Law School e attuale membro del Corpo generale Avvocati dei Giudici dell’Aeronautica militare degli Stati Uniti, ha tratto alcune considerazioni sulla sua esperienza con la Cattedra bahá’í da studentessa del primo anno al college, quando prese parte a una conferenza sulle scrittrici iraniane organizzata dalla Cattedra, sentendosi altamente ispirata in un totale coinvolgimento nel programma.

La signora Taylor ha proseguito esprimendo il proprio apprezzamento per il peculiare approccio della Cattedra bahá’í nel trattare la questione della pace nel mondo, «riunendo studiosi di tutto il mondo per un’aperto dibattito con proposte pratiche su come si possa realizzare la pace…, sia all’interno di noi stessi, delle nostre comunità, del nostro sistema educativo, del nostro ambiente e in tanti altri [modi]»

La signora Taylor ha anche parlato della propria esperienza come assistente in una lezione tenuta dalla professoressa Mahmoudi, durante la quale i partecipanti hanno discusso del pregiudizio e delle sue radici: “In quel particolare seminario, ho visto gli studenti crescere davvero e diventare introspettivi… Anni dopo, gli studenti mi hanno contattato parlandomi della forza trasformativa di quella lezione e di come tuttora stiano intraprendendo quel dialogo e continuando ad avere confronti difficili”.

Emily Gorey, laureata all’Università del Maryland e attualmente analista presso un’agenzia creativa di Los Angeles, ha parlato dell’impatto trasformativo che la Cattedra bahá’í ha avuto sulla sua vita e di come abbia plasmato le sue aspirazioni future. Ha spiegato come è entrata più in sintonia con le disparità e le ingiustizie sociali quando si è iscritta al corso; fu lì che fu introdotta ai temi della Cattedra bahá’í e al risalto dato alla compassione e alla comprensione come strumenti per creare un mondo più equo.

“Durante il college ho seguito 35 lezioni, ma solo una ha cambiato radicalmente il modo in cui guardavo il mondo”, dice la signora Gorey. “È stato il seminario d’onore della professoressa Mahmoudi, durante la mia prima settimana all’Università del Maryland. È stato qui che ho imparato quanto sia diverso il mondo al di fuori della contea di Howard, nel Maryland. Ho imparato a conoscere i pregiudizi inconsci, la scienza dell’empatia e il potere della rappresentazione”.

L’esperienza della signora Gorey con la Cattedra bahá’í le ha permesso di conoscere l’interconnessione delle persone e il ruolo che l’empatia e la comprensione giocano nella creazione di un mondo più equo. Come insegnante assistente alla classe, ha constatato in prima persona l’impatto che quelle lezioni hanno avuto sui suoi compagni di studio ed è stata ispirata nell’utilizzo della propria educazione e carriera per aiutare il prossimo. “Ascoltiamo di più e meglio”, ha detto, facendo eco al sentimento di molti studenti che hanno seguito i corsi della Cattedra.

Stella Hudson, attualmente studentessa, ha spiegato che negli studenti la visione del mondo si evolve perché la Cattedra “affronta questioni complesse con intelligenza e un’importante prospettiva umana, immergendosi fino alla radice del problema”.

Oltre ai numerosi commenti espressi da alcuni relatori esterni, dagli studenti e dalla professoressa Mahmoudi, durante la celebrazione sono state presentate alcune pubblicazioni della Cattedra.

L’occasione dell’anniversario è stata un’opportunità per la Cattedra bahá’í e la sua vasta cerchia di collaboratori di riflettere sul costante impegno della Cattedra per favorire il discorso sulla pace e guardare al futuro.

“I successi che verranno conseguiti dalla pace deriveranno da tutti noi”, ha detto la professoressa Mahmoudi nel suo intervento conclusivo, “un ‘noi’ composto da una comunità di volenterosi. L’opera di pace verrà da una collaborazione di coloro che si dedicano a un faticoso lavoro in sintonia, nel rispetto del passato, pur essendo pienamente nel presente e con una mente al futuro. Vi invitiamo ad aiutarci a immaginarlo questo nuovo mondo di pace”.

Kenneth Bowers, membro dell’Assemblea Spirituale Nazionale dei bahá’í degli Stati Uniti, è intervenuto spiegando: «La premessa fondamentale della Cattedra è di considerare l’intero genere umano, con la sua infinita diversità e ricchezza, come un tutto organico. E con questa visione, il suo lavoro è quello di far progredire il discorso e l’apprendimento sul cammino verso la pace nel mondo, attraverso l’applicazione sistematica e scientifica dei principi di cui il mondo ha un disperato bisogno».

Qui potete visualizzare la registrazione dell’incontro celebrativo del 30° anniversario.