21 febbraio 2023

In una nuova dichiarazione dell’Ufficio di Bruxelles della BIC (Bahá’í International Community) viene esaminata una delle più scottanti questioni che l’Europa si trova oggi ad affrontare: come abbattere il pregiudizio razziale o di qualsiasi altro genere.

La dichiarazione, intitolata “Riflessioni sull’attuazione di programmi d’intervento contro il razzismo: favorire la coesione sociale alla base”, ha coinciso con la conferenza dell’Unione Europea, tenutasi la scorsa settimana a Stoccolma, sull’attuazione dei programmi d’intervento degli Stati membri contro il razzismo, conformemente all’adozione del Piano d’Intervento contro il Razzismo 2020-2025 dell’UE, annunciato in seguito agli appelli per la giustizia razziale lanciati in occasione delle manifestazioni svoltesi negli Stati Uniti e in tutto il resto del mondo nel 2020.

La dichiarazione della BIC considera un passo estremamente positivo il fatto che, a livello nazionale, gli Stati membri dell’UE abbiano adottato dei piani d’intervento che prendono atto della necessità di abbattere i pregiudizi. Tuttavia, la dichiarazione rileva che “non è unicamente mediante una legislazione contro il razzismo che si possono estirpare dai cuori e dalle menti delle persone pregiudizi così profondamente radicati, e tanto meno dalle strutture che sostengono la società e le istituzioni che la servono”.

In suo commento, Rachel Bayani dell’Ufficio di Bruxelles ha sottolineato che la risposta alle disuguaglianze e al razzismo, in paesi e in città europee sempre più cosmopolite, presuppone un’attenta disanima delle dinamiche a livello locale della vita comunitaria.

“Raggiungere l’armonia collettiva è indispensabile per poter sconfiggere il razzismo a ogni livello della società”, ha dichiarato. “Se la gente ambisce a una semplice convivenza ‘gli uni accanto agli altri’, senza lottare per l’unità e la coesione, allora permarranno atteggiamenti pericolosi”.

La dichiarazione appena diffusa dall’Ufficio di Bruxelles della Bahá’í International Community esamina le prospettive che potrebbero venirsi a creare qualora le istituzioni nazionali ed europee considerassero le popolazioni che servono “come dotate di capacità che le rendano protagoniste del cambiamento”.

La dichiarazione della BIC si rifà agli spunti di riflessione emersi dalle esperienze delle attività bahá’í di costruzione di comunità avviate in tutta Europa, e osserva che, quando persone di diverse provenienze ed estrazioni collaborano in iniziative che contribuiscono al progresso materiale e spirituale dei loro quartieri, esse s’imbattono in punti di vista diversi dai propri, costruiscono stretti legami di amicizia e in loro cresce la consapevolezza della discriminazione subita dai loro vicini.

La dichiarazione della BIC segnala inoltre nuove prospettive, che potrebbero venirsi a creare in risposta al pregiudizio razziale, se le istituzioni nazionali ed europee considerassero le popolazioni che servono “come dotate di capacità che le rendano protagoniste del cambiamento”. In quest’ottica, le popolazioni locali verrebbero viste come un punto di forza per la comunità. Questo potenziale non sfruttato, suggerisce la BIC, potrebbe essere realizzato attraverso la creazione di spazi di consultazione in cui autorità locali e residenti possano lavorare insieme per rispondere alle necessità della comunità e contribuire alla definizione delle politiche.

Potete visualizzare qui la dichiarazione della BIC , che rientra nell’ambito del costante impegno profuso dall’Ufficio di Bruxelles per contribuire al discorso sulla coesione sociale e sulla governance globale.