3 gennaio 2023

Nelle scorse settimane, in occasione del convegno annuale sulla Libertà di Religione e di Credo nel Sud-Est Asiatico (SEAFORB), svoltosi a Bali in Indonesia, l’ufficio di Jakarta della Bahá’í International Community (BIC) ha cercato di studiare le potenzialità delle tecnologie digitali nel contribuire al progresso sociale.

L’annuale forum interreligioso annuale vede riunite alcune autorità governative, oltre a rappresentanti delle comunità religiose, accademici e attori della società civile, per esaminare questioni di interesse comune. Quest’anno i partecipanti hanno analizzato l’impatto dei rapidi cambiamenti registratisi nel panorama delle comunicazioni online e dei social media sulla libertà religiosa.

In un intervento in occasione di una tavola rotonda, Desytia Nawris, rappresentante dell’Ufficio BIC di Jakarta, ha cercato di ricostruire le modalità attraverso le quali gli obiettivi fondamentali della religione possano arricchire le considerazioni etiche nello sviluppo delle tecnologie digitali.

“Lo scopo [della religione] è salvaguardare gli interessi, promuovere l’unità della razza umana e favorire lo spirito di amore e fratellanza. … L’espressione religiosa va ben oltre le singole pratiche religiose, si concentra altresì [sul] modo in cui offriamo atti di servizio per il miglioramento del prossimo”.

Foto di gruppo dei partecipanti al Convegno del 2022 sulla Libertà di Religione e di Credo nel Sud-Est Asiatico (SEAFORB), svoltosi a Bali in Indonesia.

La signora Nawris ha precisato che, sebbene l’innovazione tecnologica sia stata fonte di molti progressi, alcuni valori e presupposti incorporati nei prodotti tecnologici possono avere conseguenze impreviste, a prescindere dalla buona fede che possa permeare un sistema o una soluzione tecnica. “È quindi importante esaminare con onestà questi presupposti e queste norme, che spesso sono fortemente radicate su considerazioni esclusivamente materialistiche senza una valutazione delle implicazioni sociali, morali o spirituali”.

Ha quindi soggiunto: “Indubbiamente, l’innovazione tecnologica è stata fonte di molti progressi, che servono ad amplificare le finalità e le capacità umane. Come accade per qualsiasi strumento, tuttavia, essa può essere utilizzata in modo produttivo o distruttivo, a seconda delle considerazioni etiche alla base della sua progettazione e utilizzo… Se la tecnologia deve essere un mezzo per conseguire il progresso, allora deve saper riaffermare aspirazioni e principi nobili, quali l’unità e giustizia.”

Questi concetti hanno subito un ulteriore approfondimento in una dichiarazione della BIC, dal titolo Reflections of Our Values: Digital Technologies and a Just Transition (Riflessioni sui nostri valori: le tecnologie digitali e una transizione equa n.d.t.), che è stata presentata alla 59esima sessione della Commissione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo sociale. La dichiarazione esamina le questioni riguardanti le tecnologie digitali e il loro ruolo in una “equa transizione verso un mondo che rispecchi le più alte ambizioni dell’umanità”.

È quindi importante esaminare con onestà questi presupposti e queste norme, che spesso sono fortemente radicate su considerazioni esclusivamente materialistiche senza una valutazione delle implicazioni sociali, morali o spirituali”.

Desytia Nawris

Rappresentante della Bahá’í International Community