4 dicembre 2022

Ciò che originariamente pareva essere un semplice raduno tra i residenti di Katuyola, un gruppo di villaggi limitrofi della provincia nordoccidentale dello Zambia, per riflettere sullo sviluppo dei programmi educativi bahá’í locali, potrebbe ora rappresentare per le loro comunità una tappa fondamentale.

Il dibattito svoltosi durante il raduno, che ha visto la partecipazione di circa 200 persone, ha portato alla conclusione che dopo molti decenni di esperienza sull’impegno per l’emancipazione spirituale e morale, l’istruzione accademica e i programmi relativi allo sviluppo sociale ed economico, si è oggi creata maggiore capacità nell’offrire un’esperienza educativa dall’infanzia all’età adulta, senza soluzione di continuità.

Musonda Kapusa-Linsel, membro del Corpo continentale dei Consiglieri africano, afferma che questa visione è emersa per la prima volta nello Zambia in occasione di un importante raduno nazionale delle agenzie educative bahá’í.

Kapusa-Linsel spiega: “Ad ispirare questa visione è la convinzione, diffusa tra un numero sempre maggiore di persone, capi tradizionali e istituzioni governative di Katuyola, che l’educazione è essenziale per il progresso sociale”.

Guidare il corso del proprio sviluppo

Un altro Consigliere zambiano, Hamed Javaheri, precisa che il dibattito ha consentito agli abitanti di Katuyola, ai suoi capi e alle istituzioni, di riflettere sui punti di forza dell’intero panorama di iniziative educative, proposte dalla comunità bahá’í o dalla società in senso lato per arrivare a una visione comune sul loro futuro.

Il Sig. Javaheri ha messo in risalto l’effetto aggregante del raduno, dichiarando: “Diverse fasce della popolazione di Katuyola stanno collaborando con le agenzie bahá’í per imparare a considerare le varie iniziative già in corso come elementi di un sistema educativo generale”.

Effetto immediato del dibattito svoltosi è stato l’avvio di una più stretta collaborazione tra le agenzie educative coinvolte e la formazione di una “squadra educativa del villaggio” che avrà il compito di gestire le sinergie tra tutte le iniziative educative di Katuyola.

Intervistato dal News Service, Patrick Nshindi, uno dei capi tradizionali locali, ci ha spiegato che a Katuyola il nascente sistema educativo dà alla comunità l’opportunità di tracciare il cammino del proprio progresso. “Questi programmi si distinguono nell’approccio perché forniscono ai nostri figli un’educazione sia materiale che spirituale. E al centro di tutto c’è il servizio alla comunità”, ha affermato.

Ha poi così proseguito: “Queste iniziative consentono a ognuno di apprezzare maggiormente il ruolo fondamentale dell’educazione nella trasformazione sociale e nel preparare le nuove generazioni a combattere le forze negative cui devono far fronte”.

Un giovane di Katuyola, Vahid, ha dato grande rilievo a questo concetto, spiegando che i programmi educativi bahá’í aiutano i giovani a destreggiarsi fra le difficoltà della vita.

“I giovani partecipanti a questi programmi hanno meno probabilità di capitolare di fronte alle pressioni sociali che li circondano, perché stanno sviluppando qualità spirituali al servizio delle esigenze delle loro comunità”, ha dichiarato.

Un’altra giovane di Katuyola, Violet, ha illustrato il modo in cui l’esperienza come insegnante nei corsi di educazione morale per bambini abbia profondamente plasmato la sua visione del futuro. “Il servizio come insegnante è stato d’ispirazione per ripensare al mio percorso professionale in modo che mi permetta di continuare a servire la mia comunità”.

Miltonb Kakolu, anch’egli capo tradizionale e capo anziano di Mundundu, ha affermato: “Questi programmi di educazione morale favoriranno il progresso di molte popolazioni di Katuyola. Hanno già contribuito a ridurre il tasso di criminalità nelle nostre comunità e a farci confrontare con altre problematiche”.

Occuparsi dell’educazione delle donne

A livello di comunità, il raduno locale di Katuyola ha stimolato la discussione su altri temi, il più recente dei quali è stato il contributo dato dal ruolo delle donne alla trasformazione sociale.

La signora Kapusa-Linsel ci spiega che, analizzando le complessità della creazione di un sistema educativo, i residenti di Katuyola ravvisano anche la necessità di confrontarsi su quelle abitudini culturali che formano un ostacolo all’educazione formale delle donne.

Oltre a quella appena menzionata, tra le questioni approfondite dalle 120 donne presenti al raduno figurava altresì il sostegno all’educazione dei propri figli, soprattutto in considerazione del fatto che molte di loro non hanno ricevuto un’istruzione formale.

Ireen, una madre presente al dibattito, ha detto: “Per alcune di noi donne è difficile riconoscere l’importanza dell’educazione, poiché noi stesse ne siamo prive. Ciò ha in pratica impedito ai genitori di assistere i propri figli a scuola”.

Ha poi aggiunto: “È la prima volta che partecipo a un dibattito di questo tipo. Mi è servito per vedere il ruolo ricoperto dai genitori nel pieno sostegno all’educazione dei propri figli”.

Un’altra madre, Juliet, ha aggiunto che anche nei casi in cui i genitori danno priorità all’istruzione, il dibattito ha tuttavia evidenziato le modalità di sostegno delle esigenze educative dei loro figli.

“Il mio ruolo di madre è quello di essere coinvolta nel progresso dei miei figli. Parlerò con loro dell’importanza dell’educazione e chiederò un colloquio con gli insegnanti per sapere come stanno andando”, ha detto.

Esito delle consultazioni degli ultimi incontri

Dopo il raduno delle donne, le partecipanti hanno deciso di organizzare dei corsi di alfabetizzazione che saranno tenuti dalle diplomate al programma educativo di ispirazione bahá’í chiamato Preparazione all’Azione Sociale (PSA).

Un altro risultato del raduno è una nuova iniziativa per le donne volta ad ottenere un reddito dalla coltivazione degli orti domestici. L’iniziativa, sostenuta da un team PSA specializzato in agricoltura, mirerà anche a fondare una cassa di risparmio comunitaria per aiutare le donne a sostenere le esigenze educative dei propri figli nel modo migliore.

Questo è il commento di Friday Pindalu, membro dell’Assemblea Spirituale Locale bahá’í di Katuyola, sui recenti raduni a livello locale: “Abbiamo constatato che prima lavoravamo in maniera isolata, ma dopo questi incontri riscontriamo che tutte queste attività sono finalizzate a contribuire alla crescita materiale e spirituale di Katuyola”.

I partecipanti hanno deciso di istituire nel villaggio un centro di apprendimento dove poter svolgere classi per ogni età e molteplici attività, tra le quali i tutorial accademici per chi frequenta la scuola secondaria. Il Centro bahá’í del vicino villaggio di Mundundu servirà a questo scopo finché non verrà trovata una sede permanente in qualche altra zona di Katuyola.

Patrick Nshindi afferma che gli incontri hanno ispirato i capi dei villaggi a collaborare con il movimento educativo in continua espansione di Katuyola, mettendo a disposizione, ad esempio, le risorse per la realizzazione di una scuola secondaria locale.

“Abbiamo accettato di donare il terreno sul quale costruire una scuola secondaria che, come comunità, ci dichiariamo disposti a sostenere”, ha dichiarato.

Ciò verrebbe incontro alla necessità di alcuni giovani di frequentare la scuola secondaria lontano da casa, facendo in modo che possano rimanere nelle loro comunità, con le loro famiglie e con una struttura di supporto che consenta loro di incanalare le energie verso la risposta ai bisogni della loro comunità.

Nelle prossime settimane e mesi vi sarà un approfondimento di questi dibattiti in risposta alle varie necessità educative della gente di Katuyola.

Immagini del primo di una serie di incontri tenutisi a Katuyola, che ha visto riuniti alcuni capi tradizionali, le agenzie bahá’í impegnate nella promozione dell’educazione spirituale e materiale del villaggio, genitori, giovani e bambini per valutare i modi in cui poter rispondere alle esigenze educative della loro comunità.

Durante il dibattito, i capi dei villaggi (in alto a destra) hanno svolto un ruolo importante, presentando spunti di riflessione e considerazioni sull’impatto positivo che i programmi educativi bahá’í hanno avuto sui giovani di Katuyola.

Alcuni dei partecipanti al primo raduno di Katuyola, tenutosi di recente.

Immagini di un recente incontro che ha visto la partecipazione di circa 120 donne per riflettere sul ruolo che esse possono svolgere nel contribuire all’educazione materiale e spirituale dei loro figli.

Al raduno delle donne, le consultazioni hanno dato origine a varie iniziative, tra le quali un programma di alfabetizzazione.

Da diversi decenni si stanno svolgendo nel villaggio di Katuyola e nel resto dello Zambia alcune attività educative bahá’í volte alla valorizzazione spirituale e morale, all’educazione accademica e ad iniziative legate allo sviluppo sociale ed economico.

Si è tenuto a Lusaka un raduno nazionale delle istituzioni bahá’í e delle organizzazioni di ispirazione bahá’í dello Zambia, al fine di avere un’ampia visione delle varie iniziative educative che si sono sviluppate a livello nazionale nell’arco di diversi decenni. L’incontro è stata fonte d’ispirazione per la serie di dibattiti che si stanno svolgendo a Katuyola.