5 ottobre 2021

Come è possibile che, nonostante il cibo prodotto in quantità sufficienti a sfamare ogni anno l’intera popolazione mondiale, i sistemi alimentari non siano in grado di provvedere alla sicurezza alimentare per tutta l’umanità?

Per analizzare a fondo la questione, l’Ufficio di Ginevra della Bahá’í International Community (BIC) ha organizzato un incontro in occasione del Summit mondiale sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite — il primo grande vertice dal 1996 ad avere come obiettivo il raggiungimento delle mete dello Sviluppo Sostenibile.

In modo particolare si è discussa, durante l’evento, la necessità di porre gli agricoltori al centro del dibattito sulla produzione di cibo. Tra i partecipanti: il delegato dell’inviato speciale dell’ONU al Summit delle Nazioni Unite sui Sistemi alimentari, il segretario del comitato sulla Sicurezza alimentare mondiale, il direttore della Gestione delle Conoscenze e della Formazione presso la CARE International, rappresentanti del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite, nonché organizzazioni di ispirazione bahá’í con esperienza nel campo.

“È sempre più provato che i passi avanti compiuti nei settori agrari produttivi dipendono largamente dai contadini e dalle persone occupate nell’agricoltura locale — aspetto apparso ancor più evidente durante la pandemia,” ha dichiarato durante l’incontro Simin Fahandej, rappresentante dell’Ufficio di Ginevra.


Fra i partecipanti all’incontro della BIC: il Delegato dell’inviato speciale dell’ONU al Summit delle Nazioni Unite sui Sistemi alimentari, il segretario del comitato sulla Sicurezza alimentare mondiale, il direttore della Gestione delle Conoscenze e della Formazione presso la CARE International, rappresentanti del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite, nonché organizzazioni di ispirazione bahá’í con esperienza nel campo.

Ha poi così proseguito: “Ciò nonostante, dal dibattito ad alto livello sui sistemi alimentari e sui relativi processi decisionali, manca sostanzialmente la loro voce e la loro esperienza.”

“Il grosso delle decisioni sulle politiche agricole e sulla sicurezza alimentare viene preso, solitamente, lontano dai contesti rurali e da quelle realtà locali destinate a dar forma e ad implementare nella pratica le scelte politiche.”

Traendo ispirazione dagli insegnamenti bahá’í, la signora Fahandej ha inoltre spiegato che, per ottenere un cambiamento, è necessaria una concezione nuova del ruolo svolto dagli agricoltori nella società. “Immaginate quante nuove opportunità possono nascere se solo noi riconoscessimo nel contadino ‘il primo degli agenti attivi nella società umana’ e facessimo in modo che l’esame delle questioni relative allo sviluppo economico delle comunità partisse dal contadino?”

Sulla base di questa premessa, i partecipanti hanno discusso delle capacità, insite nelle conoscenze ed esperienze dei contadini e delle comunità sulla produzione di cibo a livello locale, di informare e migliorare le politiche internazionali relative a cibo e agricoltura.

Ever Rivera, rappresentante dell’organizzazione d’ispirazione bahá’í FUNDAEC, con un’esperienza pluriennale nei campi dell’educazione e dell’agricoltura, ha sottolineato la necessità di rimpiazzare concezioni miopi e ristrette con una comprensione più profonda della natura umana che sia in grado di riconoscere la nobiltà di ogni essere umano e di salvaguardarlo dal pregiudizio e dal paternalismo.


Foto che ritraggono alcune persone che portano avanti varie attività agricole delle comunità bahá’í di diversi Paesi.

Il signor Rivera ha approfondito ulteriormente il criterio utilizzato da FUNDAEC e volto allo sviluppo della capacità delle persone di contribuire al benessere delle loro società, con particolare riferimento al sostegno di iniziative finalizzate all’autosufficienza alimentare.

“FUNDAEC promuove dei metodi che si rifanno alle profonde conoscenze tradizionali dei contadini e alle buone norme della scienza moderna, consentendo agli agricoltori di potenziare i processi produttivi alimentari e di realizzare, all’interno delle comunità, strutture e nuovi sistemi che favoriscano il benessere collettivo.

“Tra questi la costituzione di piccoli gruppi di contadini per una collaborazione e un sostegno reciproco, la creazione nel villaggio di un magazzino accessibile a tutti, e modifiche nelle pratiche agricole e nella distribuzione del prodotto al fine di eliminare intermediari superflui nel far arrivare al mercato i prodotti agricoli.”

Durante l’incontro, il dibattito ha avuto come tema anche l’impatto nocivo di alcune sfide fondamentali riguardanti il degrado ambientale, come ad esempio l’erosione del suolo, la deforestazione su vasta scala e la mancanza d’acqua. Il dottor Martin Frick, delegato dell’Inviato Speciale per il Summit delle Nazioni Unite sui Sistemi alimentari, ha dichiarato che “è possibile rimediare a tutti questi errori, e il mezzo migliore e più efficace per farlo è quello che passa attraverso i sistemi alimentari. Ma alla meta si arriverà soltanto affrontando i temi della dignità umana… e degli squilibri del potere.”

Mentre prosegue l’organizzazione di incontri incentrati su questi argomenti, l’Ufficio di Ginevra della BIC ha in programma di rilasciare una dichiarazione su quanto fin qui trattato sul tema dell’agricoltura e della sicurezza alimentare.