21 agosto 2021

La campagna #StopHatePropaganda (FermalaPropagandall’Odio), che invita il governo iraniano a cessare l’incitamento all’odio avviato da oltre 40 anni nei confronti dei bahá’í del Paese, ha ricevuto lo straordinario consenso di una coalizione a livello globale formata da rappresentanti di governo, leader di pensiero, organizzazioni della società civile, attivisti, capi religiosi, artisti, eminenti personaggi iraniani e tanti ancora, che ha superato gli 88 milioni di persone, diffondendosi in tutto il mondo.

La Bahá’í International Community (BIC) ha tracciato sulle piattaforme online più di 42,000 post che rivolgevano un appello all’Iran per la cessazione delle persecuzioni dei bahá’í del Paese.

“Vedere questa campagna raggiungere livelli inimmaginabili di adesioni ci ha commosso,” ha dichiarato Bani Dugal, Rappresentante della BIC alle Nazioni Unite. “La comunità internazionale ha da tempo riconosciuto il fatto che, in Iran, i bahá’í fanno parte di una comunità innocente, usata come capro espiatorio e perseguitata dal governo iraniano a propri fini. Oggi il mondo si sta schierando contro questa palese ingiustizia.”


Video trasmesso dalla BIC che esorta ad aderire al grido di protesta mondiale contro le persecuzioni dei bahá’í in Iran.

Tra coloro che hanno condotto la campagna sui social media figurano: i famosi attori e comici Rainn WilsonJustin BaldoniMaz JobraniPenn Badgley, e Max Amini negli Stati Uniti, la leggenda del calcio inglese Gary Lineker, gli attori e comici Omid DjaliliDavid BaddielRob BrydonDavid WalliamsShappi KhorsandiJaney Godley, l’ex calciatore australiano Craig Foster, l’artista hip hop australiana Maya Jupiter e alcuni parlamentari, tra cui la senatrice australiana Janet Rice, il deputato Kevin Andrews, il sindaco di Dubbo Stephen Lawrence, i deputati al parlamento del Regno Unito Jess Philips e Alistair Carmichael, le deputate canadesi Judy SgroKerry Diotte and Cathay Wagantall, oltre a centinaia di altri leader della società civile e personaggi pubblici di decine di Paesi, che possono essere annoverati tra i conduttori della campagna sui social media.

In un articolo apparso su Newsweek, Irwin Cotler, ex Ministro della Giustizia e procuratore generale del Canada, Ahmed Shaheed, Relatore Speciale delle Nazioni Unite per la libertà di religione e credo, e il Direttore di Politiche e Progetti del Centro

Raoul Wallenberg, Brandon Silver, hanno criticato “il sistema apartheid di ingiuste reclusioni ed espropri [nei confronti dei Bahá’í] in Iran… L’odio liquefa il collante della società ed è un elemento catalizzatore di crisi e conflitti, una naturale evoluzione verso le atrocità di massa.”

Il senatore statunitense Ben Cardin ha dichiarato, “Sono molto preoccupato per il recente intensificarsi della propaganda di odio rivolta contro la comunità bahá’í dell’Iran da piattaforme dei media controllate dal governo,” aggiungendo che è stata approvata una risoluzione del Senato di condanna per “le persecuzioni orchestrate dal governo iraniano nei confronti della minoranza bahá’í.”


Video trasmesso dalla BIC che fa parte della campagna #StopHatePropaganda.

Il membro del Parlamento europeo, Cornelia Ernst , che è presidente della delegazione per le relazioni con l’Iran, ha affermato che i bahá’í in Iran sono “oppressi e molestati dalla culla alla tomba… in tutti gli ambiti della vita”.

Il colonnello indiano Dr. Divakaran Padma Kumar Pillay , un ex ufficiale dell’esercito decorato, ha affermato che il suo paese ha la “più grande popolazione di bahá’í del mondo” e che “[ha esortato] le autorità iraniane e il popolo iraniano … a smettere l’incitamento all’odio e la falsa propaganda contro la comunità bahá’í”.

Una parlamentare brasiliana, Erika Kokay , ha dichiarato su Twitter che il governo iraniano “deve garantire” i diritti umani. “I crimini contro l’umanità iniziano con le parole”, ha aggiunto, “e non possiamo permettere che la storia si ripeta con i bahá’í.

“Solidarietà eccezionale”: #StopHatePropaganda raggiunge 88 milioni a sostegno dei bahá’í iraniani.

Caratteristica peculiare della campagna è stato anche il sempre maggior sostegno per I diritti dei bahá’í all’interno dell’Iran e nella diaspora iraniana. Alcuni attivisti e personaggi di spicco dei media — tra cui un ben noto operatore per i diritti umani che si trova attualmente in Iran, Narges Mohammadi — hanno contribuito alla diffusione della campagna presso relatori online persiani.

Nella diaspora iraniana, tra gli altri sostenitori figurano gli attivisti Masih AlinejadLadan Boroumand, e Azadeh Pourzand, l’attore Mahnaz Afshar, il presentatore televisivo Sina Valiollah, gli accademici Abbas Milani e Ammar Maleki, e il giornalista Golnaz Esfandiari.

Abbas Milani, professore di storia a Stanford, ha sottolineato favorevolmente il fatto che la campagna ha contribuito alla caduta dell’ “orribile muro di silenzio” sulle ingiustizie storiche e sulle violenze patite dai bahá’í in Iran.

La BIC ha recentemente lanciato la campagna “#StopHatePropaganda” in seguito all’accentuazione del tono nella sofisticata propaganda anti-bahá’í in Iran.

Tra gli esempi segnalati di incitamento all’odio, ufficiale e ufficioso, figura una rete coordinata di centinaia di siti web ed account di social media dal contenuto tipo: “I bahá’í sono impuri e nemici della vostra religione” “È vietato frequentare i bahá’í” “Proibito comprare qualsiasi tipo di merce in negozi bahá’í”, e “I ‘Diritti Umani’ moderni sono una grande menzogna.” In questa propaganda, che ha raggiunto milioni di iraniani, vi erano inserite immagini manipolate e atroci di bahá’í e dei fondatori della Fede.

“Siamo molto grati per lo straordinario senso di solidarietà che il mondo ha dimostrato nei confronti dei bahá’í in Iran,” ha dichiarato la signora Dugal, Rappresentante principale della BIC alle Nazioni Unite. “Tramite il sostegno dato alla campagna #StopHatePropaganda, questa schiera di luminari e attivisti ha gridato, all’unisono, che il governo iraniano deve cessare la diffusione dell’odio nei confronti dei bahá’í e di tutte le altre minoranze del Paese e deve incominciare ad aprirsi al rispetto dei diritti di tutti i suoi cittadini.”

Le persecuzioni nei confronti dei bahá’í in Iran sono ampiamente documentate sul sito web Archives of Persecution of the Bahá’ís in Iran (Archivi delle persecuzioni dei bahá’í in Iran).