24 febbraio 2025

SANTIAGO DEL CILE – In che modo le società possono andare oltre gli approcci superficiali al cambiamento e cominciare a favorire una profonda trasformazione sociale? Questa domanda è stata per molto tempo al centro di una serie di dibattiti tra diversi operatori sociali del Cile, culminata nella pubblicazione edita dall’Ufficio bahá’í per le Relazioni pubbliche del Paese col titolo Trasformazione sociale: costruire insieme una nuova visione.

Questa pubblicazione sintetizza, attraverso la lente dei principi e degli approcci bahá’í allo sviluppo sociale, le idee scaturite nel corso degli anni dai dibattiti promossi dall’Ufficio per le Relazioni pubbliche, che hanno riunito accademici, organizzazioni della società civile, rappresentanti del governo e leader delle comunità.

Intervenendo alla presentazione della pubblicazione presso la Casa di Culto bahá’í di Santiago, Allan Aravena, direttore dell’Ufficio per le Relazioni pubbliche, ha evidenziato uno dei concetti chiave emersi durante i dibattiti: «I partecipanti hanno compreso che per ottenere una trasformazione sociale significativa è necessario ricostruire il tessuto sociale, sulla base di una comprensione più profonda dell’identità umana che riconosca l’unità fondamentale del genere umano».

I partecipanti alla presentazione della pubblicazione dal titolo Trasformazione sociale: costruire insieme una nuova visione, edita dall’Ufficio per le Relazioni pubbliche dei bahá’í del Cile.

Il dibattito ha tratto ispirazione dall’impegno profuso dai bahá’í in tutto il Paese per la costruzione di comunità, che ha messo in luce nuove prospettive su ciò che diventa possibile quando le relazioni tra individui, comunità e istituzioni si basano su principi come l’uguaglianza tra donne e uomini, la giustizia e la partecipazione universale.

«Con queste iniziative», ha spiegato Aravena «che valorizzanno i punti di vista di giovani e anziani, donne e uomini, e persone di ogni provenienza, le comunità locali stanno imparando a creare fiducia, a comunicare in modo efficace e a risolvere i problemi collettivamente».

Un punto focale della pubblicazione è la disamina dell’identità umana e del suo ruolo nella trasformazione sociale. Il testo analizza come le strutture materialistiche prevalenti abbiano portato a una concezione limitata della natura umana, che spesso riduce gli esseri umani a meri attori economici guidati dalla competizione e dall’interesse personale.

«La costruzione dell’identità gioca un ruolo fondamentale nel forgiare le strutture concettuali e la cultura», ha spiegato Daniel Duhart, membro del Corpo dei Consiglieri delle Americhe che ha partecipato al dibattito. «Se limitiamo la nostra comprensione di chi siamo a considerazioni puramente materiali, perpetuiamo inconsapevolmente sistemi che non possono affrontare adeguatamente le ingiustizie e le sofferenze che vediamo nel mondo».

Approfondimento dei temi messi in risalto dalla pubblicazione da parte dei partecipanti all’evento.

La pubblicazione afferma che questa concezione limitata dell’identità umana si manifesta in varie strutture sociali, dai sistemi educativi incentrati principalmente sui risultati materiali a uno scenario mediatico che spesso riduce l’esperienza umana a parametri superficiali. Sostiene che per una vera trasformazione sociale occorre espandere la comprensione della natura umana per includere anche la dimensione spirituale.

Carolina Rudnick, presidente della ONG Fundación Libera, ha riflettuto su questa visione ampliata della natura umana: «Per me, coesione sociale significa intrecciare il tessuto sociale attraverso la costruzione di comunità. Essa implica lo sviluppo individuale… allo stesso tempo non possiamo crescere se non in connessione con gli altri e con il nostro ambiente». 

«Se desideriamo costruire una società più giusta ma impieghiamo mezzi contrari all’unità, ostacoliamo il processo», ha proseguito il dottor Duhart. «Si genera una paralisi che alla fine crea frustrazione sociale e apatia, poiché gli alti ideali non si traducono in realtà».

Relatori alla presentazione: fila in alto, da sin. a destra: Allan Aravena, direttore dell’Ufficio per le Relazioni pubbliche; Mónica Mártinez (moderatrice), consulente di programmazione organizzativa e strategica; Daniel Duhart, membro del Corpo dei Consiglieri delle Americhe. Fila in basso, da sin. a destra: Germán Díaz, accademico e rappresentante dell’Alto Commissariato dell’ONU per i Rifugiati; Carolina Rudnick, presidente dell’ONG Fundación Libera; Mónica Jedres, giudice del tribunale civile.

Nella pubblicazione viene approfondita la riconsiderazione di alcuni concetti fondamentali, ad esempio il potere, l’educazione e la natura umana, che potrebbe aprire nuove prospettive al progresso sociale. «La nostra attenzione è in gran parte attratta dal potere inteso come dominio», ha osservato Felipe Duhart, membro dell’Assemblea Spirituale Nazionale dei bahá’í del Cile.

«Ma ci sono altre dimensioni del potere che sono altrettanto reali, se non più potenti: il potere della verità, il potere della conoscenza, il potere dell’unità, il potere delle azioni altruistiche e il potere della giustizia», ha affermato.

La pubblicazione rientra nell’ambito di un impegno in senso lato dell’Ufficio, volto a dare un contributo ai discorsi prevalenti sulla trasformazione sociale in Cile. La serie dei forum proseguirà l’anno prossimo e ci saranno altre pubblicazioni pianificate per cogliere l’evoluzione del pensiero nel tempo.

Foto di gruppo dei partecipanti alla presentazione tenutasi presso la Casa di Culto bahá’í di Santiago.

Per leggere la storia online o per vedere altre foto visitate il sito news.bahai.org.