27 dicembre 2024
Proprio mentre le società di tutto il mondo sono alla ricerca di nuove strade da seguire, innumerevoli storie di resilienza e speranza illuminano il cammino. Il Bahá’í World News Service ripercorre alcune delle storie di cui si è occupato nel 2024, offrendo uno scorcio dell’impegno bahá’í nella promozione di un mondo più pacifico.
I giovani promuovono una cultura di pace
Spesso le narrazioni prevalenti dipingono i giovani come consumatori da soddisfare e problemi da risolvere. Eppure, in tutto il mondo, sta prendendo forma un’altra realtà. I giovani di diverse società stanno dimostrando una notevole capacità di promuovere l’unità. Lontano dal bagliore dei titoli dei giornali, negli spazi più intimi della società si svolge una storia diversa.
In un tranquillo angolo degli United Arab Emirates un gruppo di giovani, ispirati dai programmi di educazione morale bahá’í ai quali hanno partecipato, ha trasformato un appezzamento di terreno incolto in un rigoglioso orto comunitario suscitando nei membri della comunità un senso di responsabilità che li ha spronati a collaborare e a volgere la loro attenzione anche al di fuori delle proprie famiglie.
I giovani di tutto il mondo stanno scoprendo le varie possibilità di contribuire a una cultura di pace nelle loro società. Un partecipante a un convegno giovanile in Niger, dove si erano riuniti 300 giovani, ha dichiarato: «I giovani si trovano di fronte a una scelta cruciale. Noi possiamo rimanere passivi di fronte alle forze che minacciano l’armonia sociale… oppure adoperarci per contribuire all’educazione spirituale e morale della nuova generazione».
Quando i giovani si dedicano al servizio, le barriere cominciano a cadere. È questa una delle riflessioni dei circa 700 giovani provenienti da tutto l’Ontario che si sono riuniti in un convegno di due giorni per esaminare cosa significa essere un “operatore di pace” nel mondo odierno.
In Germania, un gruppo di giovani partecipanti a programmi di educazione morale bahá’í ha realizzato un film che tratta un tema molto sentito dai giovani d’oggi: l’impatto dei social media sulla vera amicizia.
Accendere la speranza
Sia in momenti di calma sia di crisi, i vicini di casa, un tempo estranei, hanno imparato a incoraggiarsi e rafforzarsi a vicenda.
Quando lo stato di Rio Grande do Sul in Brazil ha subito la peggiore inondazione degli ultimi 80 anni, i villaggi e i quartieri delle aree colpite, nei quali l’impegno bahá’í nella costruzione di comunità era ben radicato, si sono ben presto resi conto di come, in caso di disastri, la capacità di costruire forti legami di amicizia, spirito di devozione e senso di unità possano essere incanalati in azioni di soccorso coordinate.
Una serie di incontri nell’area di ‘Akká-Haifa ha promosso amorevoli interazioni tra amici e vicini, indipendentemente dal loro background culturale o religioso. Un partecipante, Naim Obeid, CEO di A-CAT, ha colto l’essenza di questi incontri: «Quando persone con prospettive diverse si riuniscono in questi spazi, incontrano gli “altri” e gli “altri” diventano “noi”
Promuovere l’armonia sociale
In località di tutto il mondo le esperienze di base stanno rendendo persone diverse consapevoli della loro comune umanità e ispirando una visione di progresso che trascende gli attuali limiti.
In un episodio del podcast del News Service, Farrukh Rasulov, membro dell’Ufficio bahá’í per le Relazioni esterne dell’Uzbekistan, ha dichiarato: «Se ci mettiamo d’accordo e riconosciamo l’unità del genere umano, non resta spazio per i pregiudizi».
Il News Service ha riportato l’impegno della Bahá’í International Community (BIC) e delle comunità nazionali bahá’í di tutto il mondo a partecipare al discorso sulla pace e sull’unità, in tutte le sue diverse dimensioni.
Nell’ultimo anno, la BIC è continuamente intervenuta nel dibattito globale sul futuro dell’umanità. I rappresentanti della BIC hanno partecipato al Summit of the Future indetto dalle Nazioni Unite a New York.
Nell’occasione la BIC ha anche rilasciato una dichiarazione con la quale invitava gli arbitri degli affari internazionali a considerare le implicazioni di un principio organizzativo centrale alternativo: l’unità del genere umano.
Mediante la partecipazione alla Conferenza sulla società civile a Nairobi, in Kenya, e attraverso varie iniziative volte ad analizzare temi di governanza globale, la BIC ha posto l’accento sulla nostra fondamentale interdipendenza.
Un podcast del News Service ha preso in esame il contesto più ampio dell’impegno della BIC nel corso di diversi decenni, nonché i suoi attuali lavori e contributi ai discorsi sul futuro e sul benessere di tutti i popoli.
L’ufficio di New York della BIC ha pubblicato un breve video intitolato “Embracing Interdependence: Foundations for a World in Transition” (“Abbracciare l’interdipendenza: le basi per un mondo in transizione n.d.t.”che dà spazio alle voci dei giovani sull’interdipendenza globale. Il ruolo essenziale dei giovani come protagonisti nel plasmare il progresso sociale è stato ribadito nelle dichiarazioni degli uffici di New York e di Bruxelles.
L’Ufficio bahá’í per le Relazioni esterne degli Stati Uniti e l’Istituto Aspen hanno pubblicato un volumedi preziosi saggi che esaminano le narrazioni americane inclusive, attingendo a concetti derivanti dalla religione.
Le comunità bahá’í di tutto il mondo hanno preso parte ai discorsi sulla pace e sull’unità. In Lussemburgo, l’Ufficio bahá’í per le Relazioni esterne ha riunito studiosi e membri della società civile per analizzare il ruolo della comunità nel superamento del problema della passività. In Kazakistan, nel corso di una serie di incontri nazionali è stata presa in esame la prosperità della vita familiare alla luce di una concezione della natura umana che vede nobiltà in ogni persona. In India, in simposio presso la Casa di culto bahá’í di Nuova Delhi si è valutato come l’espressione artistica, guidata da principi spirituali, possa contribuire alla trasformazione sociale.
In un episodio del podcast del News Service, Hoda Mahmoudi, titolare della Cattedra bahá’í per la pace nel mondo presso l’Università del Maryland negli Stati Uniti, ha parlato dell’approccio distintivo della Cattedra nel promuovere il dialogo e la comprensione e dei suoi programmi di ricerca relativi alla costruzione della pace e allo sviluppo.
«La pace è molto più dell’eliminazione della guerra», ha affermato la dottoressa Mahmoudi. «A noi interessa rimuovere le barriere che ostacolano la pace». Ha poi spiegato che ciò richiede l’esame di questioni sociali profondamente radicate che impediscono l’emergere di una società veramente pacifica.
Armonia tra scienza e religione: un percorso verso società pacifiche
In mezzo alle crescenti preoccupazioni per l’estremismo religioso e lo scetticismo scientifico, il discorso sul principio dell’armonia tra scienza e religione si è rivelato cruciale per affrontare le complesse sfide che l’umanità si trova ad affrontare.
In un convegno nazionale in Azerbaigian, Ramazan Asgarli, membro dell’Assemblea Spirituale Nazionale Bahá’í dell’Azerbaigian, ha elaborato il principio dell’armonia tra scienza e religione: «L’una svela… cose nel regno materiale attraverso l’indagine intellettuale, mentre l’altra ci aiuta a vivere la vita e a cercare significati. …Ma entrambe servono al benessere. umano»
Nell’ultimo anno, in tutto il mondo si sono svolti dibattiti per valutare le implicazioni di questa idea in diversi campi dell’attività umana, compreso il settore della tecnologia.
Janice Ndegwa, una dottoranda in Storia che ha partecipato al 48esimo convegno annuale dell’Associazione per gli Studi Bahá’í nel Nord America, ha evidenziato l’influenza reciproca tra tecnologia e società. Ha spiegato come i principi bahá’í, in particolare il concetto della nobiltà di ogni essere umano, possano informare gli orientamenti verso lo sviluppo e l’adozione tecnologica: «Se trattiamo tutti gli esseri umani come persone in grado di partecipare attivamente al processo di produzione della conoscenza, allora l’idea di prendere semplicemente le tecnologie prodotte in una… parte del mondo e applicarle in blocco a un’altra comunità non è attuabile».
Il dibattito sull’armonia tra scienza e religione ha arricchito le prospettive sul rapporto dell’umanità con il mondo naturale.
Una delegazione della BIC ha partecipato al vertice sul clima COP29 in Azerbaigian.
Un saggio pubblicato su The Bahá’í World ha analizzato come gli individui, le comunità e le istituzioni possono contribuire a un futuro più sostenibile.
In Colombia, alcuni partecipanti alla Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità (COP16) a Cali hanno constatato come i principi spirituali possono guidare la conservazione ambientale, facendo visita alla foresta nativa adiacente alla locale Casa di culto bahá’í nella regione del Norte del Cauca.
«Questa iniziativa rispecchia il principio bahá’í secondo il quale l’umanità ha il sacro dovere di custodire il mondo naturale», ha affermato Ximena Osorio, membro dell’Ufficio bahá’í per le Relazioni pubbliche della Colombia. «Quando ci prendiamo cura della natura con amore e saggezza», ha proseguito, «non solo proteggiamo la biodiversità, ma alimentiamo anche la nostra crescita e lo sviluppo spirituale collettivo».
Una nuova dichiarazione dell’Ufficio di Bruxelles della BIC sul futuro dell’agricoltura ha spiegato che il principio dominante dell’unità del genere umano deve essere il fondamento di qualsiasi conversazione sull’agricoltura.
Uguaglianza tra donne e uomini: requisito per la pace
In tutto questo impegno, la pace non è stata vista come semplice assenza di conflitto ma come presenza di giustizia, armonia e uguaglianza tra donne e uomini.
Nella 68esima sessione della Commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne (CSW), gli interventi della BIC hanno sottolineato il ruolo fondamentale delle istituzioni nell’eliminazione delle barriere che impediscono la piena partecipazione delle donne nella società. Questa idea è il fulcro di una dichiarazione rilasciata dalla BIC per l’occasione e si basa sui contributi che da lungo tempo essa offre al discorso globale sull’uguaglianza tra donne e uomini.
In una serie di convegni tenuti nel Bahrein è stato analizzato come la famiglia, in quanto unità fondamentale della società, abbia un potenziale unico per favorire una trasformazione che va ben oltre il suo ambito immediato e contribuisce alla pace e all’unità della società nel suo complesso. In un forum svoltosi in Bolivia è stata esaminata la centralità dell’istruzione femminile per il progresso sociale.
In un podcast del News Service, Bhavna Anbarasan, membro del Corpo continentale dei consiglieri in Asia, ha parlato di come l’impegno bahá’í per la costruzione di comunità nei villaggi del Bihar, in India, stia dando vita a una to una nuova cultura di uguaglianza.
La BIC ha celebrato un anno della campagna “OurStoryIsOne”, che ha ispirato espressioni creative per onorare la memoria delle dieci donne bahá’í impiccate a Shiraz, in Iran, 41 anni fa.
Prendono vita nuovi modelli
Giorno dopo giorno, man mano che si approfondiva il dibattito sull’armonia sociale e si rafforzava l’impegno collettivo, un solido modello di servizio e di culto infondeva significato e speranza in innumerevoli cuori.
Gli ospiti di un podcast del News Service hanno esaminato la relazione dinamica tra servizio e culto.
Alcuni membri di comunità bahá’í provenienti da vari paesi si sono riuniti per parlare di concetti relativi alpotere della preghiera e per promuovere un modello di vita comunitaria vibrante.
Nazneen Rowhani, proveniente dall’India, ha riportato un esempio commovente tratto dalle esperienze di comunità bahá’í di tutto il Paese. «Quando le persone capiscono che quel che conta è l’anima e non il corpo fisico, le differenze che il sistema delle caste comporta tendono a dissolversi».
In un altro podcast è stata esaminata la trasformazione individuale e collettiva in Kenya.
In Cile, l’ottavo anniversario del Tempio bahá’í di Santiago è stato celebrato con un convegno di due giorni al quale hanno partecipato oltre 600 persone, che hanno avuto l’opportunità di riflettere su come questo sacro edificio sia diventato un punto di trasformazione spirituale e sociale per la società cilena.
Nella tranquilla zona di Hofheim-Langenhain, la Casa di culto bahá’í ha accolto visitatori provenienti da tutta Europa per celebrare il suo 60° anniversario. Tra i relatori dell’evento vi era Christian Heinz, ministro della Giustizia del Land dell’Assia, che ha riflettuto sul significato del tempio: «Questo tempio nasce dalla convinzione che la pace tra le persone può esistere solo in una comunità inclusiva. Questo luogo rappresenta… un rifugio per tutti».
Nuovi inizi
In Papua New Guinea, più di 1.000 persone si sono riunite a Port Moresby per la cerimonia di inaugurazione della Casa di culto nazionale bahá’í del Paese. Powes Parkop, governatore del distretto della capitale nazionale, ha affermato: «La Casa di culto non è solo una struttura fisica. È un faro di luce che invita tutti a riunirsi in preghiera, riflessione e armonia».
Come un cuore che batte sempre più forte, lo spirito di unità ha pulsato in più regioni del mondo con l’annuncio di tre nuove Case di culto bahá’í : due templi nazionali, a Brasilia, e Lilongwe, nel Malawi, e un tempio locale a Batouri, nel Camerun.
Il Kitáb-i-Aqdas, il Libro Più Santo di Bahá’u’lláh, è stato pubblicato per la prima volta in polacco e swahili.
Un futuro pieno di speranza
Grazie agli innumerevoli sforzi compiuti lo scorso anno per il bene comune, persone di tutto il mondo hanno intravisto piccoli scorci del luminoso futuro dell’umanità.
In India, la visione di unità che da generazioni unisce i cuori della vasta gamma di popoli e fedi al di là di ogni divisione è stata profondamente sentita da coloro che si erano riuniti per commemorare il centenario dell’Assemblea Spirituale Nazionale Bahá’í del Paese.
Lo stesso spirito di speranzaè stato avvertito in Cile, dove da quarant’anni una stazione radio intesse la saggezza ancestrale con i principi spirituali degli insegnamenti bahá’í.
Impegno costante per la pace
In Iran, dove un’intera comunità affronta da generazioni una persecuzione sistematica, assistiamo a una risposta straordinaria. Mina Yazdani, professoressa di storia alla Eastern Kentucky University negli Stati Uniti, ha esaminato il profondo contributo della comunità bahá’í iraniana alla loro società.
Recentemente, le Nazioni Unite hanno condannato le continue violazioni dei diritti umani contro i bahá’í dell’Iran con una nuova risoluzione in cui si afferma che i bahá’í e altri si trovano ad affrontare «continue gravi limitazioni e crescenti restrizioni» del diritto alla libertà di pensiero, di coscienza, di religione e di credo. In precedenza, un gruppo di diciotto relatori speciali delle Nazioni Unite ed esperti del gruppo di lavoro delle Nazioni Unite hanno pubblicato una lettera congiunta di accuse con la quale condannano la Repubblica islamica dell’Iran per il recente aumento degli attacchi contro le donne bahá’í
Anche nei momenti più difficili, quando i membri dellacomunità bahá’í dello Yemen rischiavano la prigione, la loro risposta non è stata di ritirarsi, ma di spingersi oltre: servire, unire, costruire. Un membro della comunità ha affermato che «non stiamo solo costruendo comunità migliori; stiamo coltivando la visione di ciò che lo Yemen può essere, di un futuro in cui ogni persona, indipendentemente dal suo vissuto, può contribuire al nostro progresso comune».
Araldo della pace
Nel loro impegno per promuovere una società più armoniosa, innumerevoli cuori hanno tratto ispirazione dalla vita di ‘Abdu’l-Bahá come araldo di pace.
Mentre sorge il Suo Mausoleo, l’esempio ineguagliabile e le parole di ‘Abdu’l-Bahá chiamano l’umanità verso la strada da seguire.
Nell’ultimo anno i lavori del Centro visitatori di ‘Akká sono notevolmente progrediti.
Perfino mentre era confinato ad ‘Akká, ‘Abdu’l-Bahá aveva diretto la costruzione di un altro edificio sacro: il Mausoleo del Báb sul Monte Carmelo. Quest’anno sono stati completati importanti lavori di ristrutturazione che comprendono diverse modifiche per migliorarne l’accessibilità.
In un altro contesto, lo scorso anno è stato completato the il restauro di un appartamento a Bristol, nel Regno Unito, dove ‘Abdu’l-Bahá aveva soggiornato e tenuto presentazioni pubbliche durante i Suoi storici viaggi in Occidente.
ll suo messaggio eterno resta chiaro: «…la pace deve prima stabilirsi fra le persone, finché produrrà alla fine la pace fra le nazioni».