19 ottobre 2021

JOHANNESBURG, Sud Africa — La pandemia ha sensibilizzato molte società sulla possibilità di progredire, che viene avvertita nel momento in cui persone ispirate da nobili ideali si riuniscono per affrontare iniquità come le divisioni razziali, le difficoltà economiche, l’accesso all’educazione e all’assistenza sanitaria, e i diritti delle popolazioni emarginate.

La crisi sanitaria mondiale ha, contestualmente, aggravato molti dei problemi già esistenti, primo fra tutti la violenza sulle donne, definita dalle Nazioni Unite la “pandemia oscura”. In Sud Africa, poche settimane dopo il primo lockdown nazionale del marzo 2020, il presidente Cyril Ramaphosa ha richiamato l’attenzione del Paese sull’argomento in una lettera aperta.

Nell’ambito del proprio impegno ed apporto al discorso che si svolge a livello nazionale, l’Ufficio Relazioni esterne dei bahá’í del Sud Africa pone l’accento sul ruolo della famiglia nella promozione della parità di genere attraverso una serie di dibattiti con rappresentanti del governo, attori della società civile e accademici.

“L’uguaglianza tra donne e uomini non è solamente un ideale da realizzare all’interno della società, bensì una realtà della natura umana. In quanto membri della razza umana, noi abbiamo tutti un’identità condivisa, un’anima che non ha genere,” ha affermato Mlingane Poswayo, dell’Ufficio Relazioni esterne bahá’í, in occasione di una riunione tenutasi la scorsa settimana.

Ha aggiunto poi che: “La famiglia fornisce un contesto formidabile, nel quale la consapevolezza di questa realtà può essere esaltata e messa in pratica. Ne consegue l’essenzialità, fin dalla tenera età, di un’educazione morale sull’uguaglianza tra donne e uomini all’interno della famiglia e della comunità.”


L’Ufficio Relazioni esterne bahá’í del Sud Africa ha organizzato l’incontro tra rappresentanti del governo, attori della società civile e accademici per l’approfondimento del principio bahá’í dell’uguaglianza tra donne e uomini.

Bapaletswe Diphoko, promotore della Courageous Act Foundation (Fondazione Atto di Coraggio), ha così sottolineato l’esigenza di un’educazione morale: “Non esiste un criterio universale nell’educazione dei giovani sulla parità di genere. Per questo motivo ci affidiamo alla guida di standard culturali e sociali, alcuni dei quali sono ormai obsoleti.”

Tlale Nathane, accademica e operatrice sociale, ha messo in risalto l’importanza del cambiamento culturale, affermando: “In passato, alle donne ci si riferiva con il termine inkosikazi, che (in lingua Zulu) è un’espressione rispettosa, ed esse svolgevano un ruolo importante nella conduzione e nei processi decisionali della famiglia e della comunità. Tuttavia, certi comportamenti e certe pratiche sono finiti per compromettere il posto della donna nella società.”

Ha poi proseguito: “Voglio essere in grado di constatare il progresso delle famiglie sudafricane fondato sull’uguaglianza tra donne e uomini.”

Commentando i dibattiti svoltisi, Shemona Moonilal, membro dell’Assemblea Spirituale Nazionale dei bahá’í del Sud Africa, condivide una prospettiva incoraggiante che deriva dall’esperienza dei programmi educativi bahá’í. “In questi programmi, ragazze e ragazzi imparano insieme le qualità e i principi spirituali che consentono loro, sin dai primi anni di vita, di considerarsi pari e di promuovere un clima di cooperazione.”

Così prosegue: “La mentalità e la visione coltivate in queste iniziative sviluppano altresì in loro la capacità di servizio verso la società. Sia le giovani donne che i maschi imparano a consultarsi, prendere decisioni e adottare azioni unitarie per il benessere spirituale e materiale delle loro comunità.

“Notiamo che, con l’incremento del numero di giovani partecipanti a questo processo in vari quartieri e in diverse località del Paese, si accentuano le espressioni di uguaglianza tra donne e uomini e si rafforzano i legami spirituali che tengono unite le famiglie.”

L’Ufficio Relazioni esterne sta programmando l’organizzazione di ulteriori dibattiti su diversi temi, tra i quali il ruolo di uomini e ragazzi nella promozione della parità di genere.