MAKENI, Sierra Leone, 9 aprile 2020, (BWNS) – Già direttamente colpiti dall’epidemia di Ebola nel 2014, i giovani in questa zona della Sierra Leone hanno deciso di contribuire a proteggere la loro comunità dalla diffusione della malattia da coronavirus (COVID-19). Per questo hanno girato un film per divulgare il più possibile nella loro società le informazioni sulle misure sanitarie efficaci per difendersi dal contagio.
«Riandando con il pensiero ai tempi dell’Ebola», dice una delle giovani, Koroma Bashiru, «ricordiamo quanti di noi ne sono stati colpiti: abbiamo perso padri e madri, zie e zii. È stata un’esperienza molto amara.
«Ora però traiamo ispirazione dagli scritti baha’i. Essi ci dicono che i giovani hanno un compito molto importante da svolgere verso la società. Quindi, ora che il mondo è nuovamente colpito da un’altra malattia mortale, sappiamo che dobbiamo rimanere uniti, dobbiamo lavorare per l’umanità e offrire un disinteressato servizio alla nostra comunità».
Questi giovani hanno partecipato a programmi educativi baha’i che insegnano ad acquisire capacità necessarie per servire la società. Essi hanno chiesto aiuto agli studenti di una scuola locale di cinematografia per produrre un video che, avvalendosi di musiche e recitazioni, promuovere le misure sanitarie che in questo momento sono necessarie per proteggersi contro la crisi.
Con lo strumento educativo che hanno prodotto, questi giovani stanno aiutando i medici, i dirigenti del villaggio e gli altri membri della comunità a sensibilizzare la popolazione nel modo più ampio possibile. Il video è trasmesso dal gruppo media Africa Young Voices (AYV) e viene consegnato alle famiglie perché lo possano vedere nelle case.
«Davanti a una crisi mondiale così grave», dice Alhaji Bangura, membro dell’Assemblea Spirituale Nazionale dei baha’i della Sierra Leone, «ci sentiamo in dovere di contribuire a diffondere le informazioni più necessarie».
«Penso che questo sia un compito nostro», aggiunge Koroma. «Nonostante la sfida che tutti stiamo affrontando dobbiamo tenere duro. Noi continuiamo a lavorare in squadra affinché la nostra società non debba passare quello che ha già passato con l’Ebola».