28 maggio 2023

A Roma, una tavola rotonda incentrata sul ruolo dei media nella promozione dell’armonia sociale ha suscitato l’interesse dei giornalisti che si preoccupano del progresso della loro società.
L’incontro è stato organizzato con la collaborazione dei bahá’í italiani e ha visto riuniti una sessantina di esperti per valutare il modo in cui una narrazione inclusiva possa aiutare gente di fedi e valori diversi nella costruzione di un comune senso di scopo e di un’identità collettiva.
Nel discorso di apertura, un rappresentante dei bahá’ italiani ha dato grande risalto alle parole di ‘Abdu’l-Bahá sul potenziale per il progresso sociale rappresentato dalle notizie e dai media: “La pubblicazione di pensieri nobili è la forza dinamica nelle arterie della vita, è l’anima del mondo”.
All’evento hanno partecipato alcuni rappresentanti di un organo d’informazione che promuove la libertà di stampa, un centro di ricerca multimediale e giornalisti provenienti da tutta Italia. I partecipanti sono stati invitati a riflettere sul loro ruolo nella promozione di una narrazione inclusiva che favorisca l’unità sociale.

L’incontro ha offerto agli esperti dei media un’opportunità di riflessione sul modo in cui il loro lavoro possa promuovere società più pacifiche.

Il dibattito arriva in un momento in cui l’immigrazione degli ultimi anni in Italia sta mettendo in discussione alcune opinioni da tempo consolidate sul concetto di appartenenza e sta sollevando interrogativi sul ruolo dei media nel plasmare la percezione della gente sugli immigrati.
L’argomento è stato affrontato in un documento, preparato per il dibattito dall’Ufficio italiano delle relazioni pubbliche e distribuito ai partecipanti durante l’incontro, che fa appello a una comprensione più ampia della partecipazione civica al di là dei confini geografici o culturali, e sottolinea la necessità di celebrare la diversità e abbracciare il contributo di ognuno, a prescindere dalle origini.
“Mentre nel Paese è in corso un cambiamento, l’appartenenza ad un luogo si manifesta con uno spirito di iniziativa individuale, il desiderio di occuparsi, dare il proprio contributo e sostenersi reciprocamente,” recita il documento. “È un compito fondamentale dei media quello di utilizzare un linguaggio che narri la storia della complessità del cambiamento e stimoli la percezione delle persone nel considerarsi protagonisti dello sviluppo e del progresso dell’Italia.”

I partecipanti alla tavola rotonda hanno discusso sul modo in cui una narrativa inclusiva riesce a creare ponti e unire le persone.

Il tema del linguaggio è stato al centro del dibattito, mentre i partecipanti hanno analizzato il ruolo dei media nel plasmare il discorso pubblico e discusso sul modo in cui la narrazione dei media possa riuscire a creare ponti e unire le persone.
L’utilizzo di un linguaggio che “crea dei ponti”, è stato rilevato dai partecipanti, implica la promozione della comprensione, dell’empatia e dell’inclusività, abbattendo le barriere tra persone con fedi e valori diversi. Al contrario, il linguaggio che “crea dei muri” può esacerbare le divisioni, consolidare gli stereotipi o emarginare determinati gruppi.
I partecipanti hanno altresì sottolineato il fatto che, alla luce dei diversi contesti che caratterizzano sempre più la popolazione italiana, è diventata assolutamente fondamentale per i media la necessità di dar voce a un’ampia gamma di punti di vista.
Maria Paola Nanni del Centro Studi e Ricerche IDOS ha posto l’accento sull’importanza di riconoscere i contributi dei giornalisti provenienti dal contesto dei migranti, che sono in grado di “sfidare i pregiudizi ed arricchire la narrazione.”
Nanni ha inoltre affermato: “Riconoscere i contributi dei giornalisti provenienti dal contesto dei migranti migliora la nostra comprensione e la rappresentazione dei nuovi membri del nostro Paese, promuovendo un’identità collettiva: un passo molto importante per il rafforzamento della coesione sociale nel nostro Paese.
“Vorrei che tutti noi lasciassimo questo incontro con un obiettivo: quello di creare un nuovo discorso che sia aperto all’impegno multiculturale, alle prospettive e alla disamina di persone con punti di vista diversi.”
I partecipanti hanno rimarcato il fatto che ciò presuppone un riesame del ruolo delle notizie a livello locale e del suo potenziale nell’amplificare voci e storie diverse, che spesso, nella produzione mediatica del Paese, vanno disperse.
Paola Barretta dell’Associazione Carta di Roma, un’organizzazione giornalistica impegnata nella copertura di questioni migratorie, ha dichiarato: “Dobbiamo capire in che modo poter sostenere maggiormente i media locali, questo dev’essere uno dei punti del dibattito in corso, perché i media locali possiedono la straordinaria capacità di raccontare le storie della gente comune, cosa che i grandi network nazionali non hanno.”

L’incontro è stato organizzato in collaborazione con i bahá’í italiani e ha annoverato alcuni rappresentanti di un organo d’informazione che promuove la libertà di stampa, un centro di ricerche multimediale e giornalisti provenienti da tutta Italia.

In un suo commento relativo all’incontro, Alessandro Benedetti, membro dell’Assemblea Spirituale Nazionale dei bahá’í d’Italia, afferma che questi dibattiti proseguiranno e offriranno agli esperti dei media un’opportunità di riflessione sul modo in cui il loro lavoro possa promuovere società più pacifiche.
“I giornalisti offrono una finestra sul mondo,” aggiunge, “le loro storie riescono a infondere nelle persone, nelle comunità e nelle istituzioni l’ispirazione per il progresso del Paese.”