9 settembre 2022
Il mese scorso, i bahá’í dello Zambia si sono occupati di una questione fondamentale: come assicurare che la gamma di iniziative educative avviate nel Paese dai bahá’í possa offrire un’esperienza lineare e coerente dalla prima infanzia all’età adulta?
Nello Zambia, le istituzioni bahá’í e le organizzazioni di ispirazione bahá’í si sono riunite per cinque giorni a Lusaka per avere un quadro generale delle varie iniziative educative sviluppatesi nel Paese nel corso degli ultimi decenni.
Musonda Kapusa-Linsel, membro del Corpo continentale dei Consiglieri in Africa, così descrive il significato dell’incontro: “Questo seminario ha consentito alle agenzie impegnate nella promozione dell’educazione spirituale e materiale nello Zambia di riunirsi per la prima volta al fine di ottenere un maggiore apprezzamento per l’intero spettro di iniziative avviate nel Paese, analizzando ogni possibilità di una collaborazione molto più stretta”.
La signora Kapusa-Linsel precisa che il vivace dibattito svoltosi ha aperto nuove entusiasmanti prospettive, dando l’occasione ai partecipanti di considerare il proprio lavoro come un contributo verso il raggiungimento di un unico obiettivo: risvegliare le energie latenti nell’anima umana e incanalarle verso il miglioramento dei quartieri, dei villaggi e, in ultima analisi, della società.
Nello Zambia, le istituzioni bahá’í e le organizzazioni di ispirazione bahá’í si sono riunite per cinque giorni a Lusaka per avere un quadro generale delle varie iniziative educative sviluppatesi nel Paese nel corso degli ultimi decenni.
Un sistema educativo in stato di costante perfezionamento
Hamed Javaheri, altro Consigliere dello Zambia, spiega che per tracciare una rotta verso il futuro, i partecipanti hanno convenuto che fosse importante giungere ad esprimere e condividere la consapevolezza del viaggio percorso sin qui da un sistema educativo in continua espansione.
Per fare questo, i partecipanti hanno valutato le esperienze maturate con il lavoro educativo per la valorizzazione spirituale e morale, l’educazione accademica e le iniziative educative legate allo sviluppo sociale ed economico. Un documento preparato dall’Assemblea Spirituale Nazionale dei bahá’í dello Zambia ha offerto ai partecipanti l’opportunità di vedere tutti questi sforzi sotto un’unica luce, facendo tesoro di intuizioni ed esperienze degli ultimi vent’anni di lavoro. Subito è saltata agli occhi la creazione di un sistema educativo in stato di costante perfezionamento.
La storia inizia nel 1983, quando venne fondato un istituto di formazione che si occupava di educazione morale.
“Questo primo istituto, puntando sulla costruzione di capacità di servizio verso la società, ha fornito le basi per le attività volte alla costruzione di comunità e a tutte le conseguenti iniziative educative”, afferma Javaheri.
Ci illustra, inoltre, come questo istituto, in seguito decentralizzato in quattro istituti per servire le numerose regioni dello Zambia, abbia riunito in piccoli gruppi persone di ogni età per lo studio dei principi bahá’í — come l’unità del genere umano, l’uguaglianza tra donne e uomini, l’importanza di una vita di servizio verso la società e la consultazione — e per acquisire esperienza pratica nell’applicare questi principi alla vita di quartiere e di villaggio.
Bambini di Mwinilunga, nello Zambia, riuniti per le lezioni sull’educazione morale.
Con l’aumento costante, nel corso degli anni, della partecipazione ai programmi di valorizzazione morale degli istituti di formazione, sono simultaneamente cresciuti il desiderio e la capacità delle persone di offrire un servizio più articolato alle proprie comunità. Questa crescente capacità, spiega Javaheri, ha spianato la strada alla disamina di ulteriori esigenze educative, vale a dire quelle correlate all’istruzione accademica, nonché ad iniziative legate allo sviluppo sociale ed economico.
Tante iniziative educative, un unico obiettivo primario
I dibattiti svoltisi a Lusaka hanno permesso ai partecipanti di constatare che, sebbene in Zambia ci siano tante iniziative educative bahá’í, tutte condividono un obiettivo primario. Mohamed Abdou-Salami della Fondazione Inshindo, organizzazione di ispirazione bahá’í, dichiara: «Il principio operativo di tutte queste iniziative è la fede nella capacità di una popolazione di essere la protagonista, e non solo la beneficiaria o una semplice partecipante, del proprio progresso materiale, spirituale e intellettuale».
I partecipanti all’incontro hanno visto come i programmi di valorizzazione morale dell’istituto di formazione riconoscono e aiutano a coltivare il desiderio di conoscenza, educazione e servizio.
Le competenze e le abilità acquisite attraverso l’istituto di formazione hanno migliorato l’esperienza dei giovani, che hanno altresì partecipato a un’altra iniziativa educativa: le scuole primarie e secondarie di ispirazione bahá’í istituite da persone formatesi presso la Fondazione Inshindo. Queste scuole comunitarie alimentano la sete di eccellenza accademica negli studenti e li orientano al servizio verso i loro concittadini. Dalla metà degli anni 2000 si è formata nel Paese una rete di 63 scuole, in particolare in aree rurali e periurbane, nelle quali le opportunità educative per i giovani sono storicamente limitate.
Javaheri precisa che queste scuole comunitarie vengono generalmente formate in località in grado di sostenere un gran numero di attività bahá’í di costruzione di comunità. Queste comunità consentono di fondare scuole su solide fondamenta, con il sostegno dei genitori, di insegnanti qualificati e delle Assemblee Spirituali Locali bahá’í, in collaborazione con i leader della comunità e, talvolta, con le agenzie governative e le organizzazioni della società civile.
Un’altra iniziativa accademica è la Banani International School. Fondata nel 1992, essa offre alle ragazze dello Zambia un’istruzione secondaria di qualità ed incentrata sull’eccellenza morale e intellettuale. La scuola sta apprendendo a coniugare un curriculum internazionale con un programma di sviluppo del carattere che si rifà ai materiali educativi bahá’í.
Immagini di alcuni partecipanti al programma Preparazione per l’Azione Sociale di Mwinilunga, in Zambia.
All’inizio della scuola secondaria, quando i giovani sviluppano una maggiore consapevolezza delle questioni sociali, vengono introdotti al programma di Preparazione per l’Azione Sociale (PSA), che viene implementato dalla Fondazione Inshindo.
Abdou-Salami spiega che il PSA aumenta la capacità dei giovani di applicare le conoscenze tratte sia dalla scienza che dalla religione allo sviluppo delle loro comunità in settori quali l’istruzione, l’agricoltura e la produzione alimentare sostenibile, la salute e l’ambiente.
“I partecipanti al programma PSA arrivano a considerare lo sviluppo della loro comunità come qualcosa di cui possono farsi carico. Non stanno ad aspettare l’aiuto di persone esterne. Individuano le necessità e agiscono per farvi fronte”, dichiara.
Aggiunge, inoltre, che i partecipanti imparano a frasi promotori di progetti agricoli, istituire scuole materne, progettare campagne e attività di salute ambientale e avviare piccole imprese.
Immagine di un altro gruppo di partecipanti al programma di Preparazione per l’Azione Sociale presso un centro agricolo di Kabwe, in Zambia.
Avvicinandosi all’istruzione superiore, alcuni giovani necessitano di assistenza accademica supplementare per poter eccellere negli studi universitari. La Fondazione Lomthunzi, costituita di recente, cerca di rispondere a questa esigenza attraverso un programma di tutorial che consente agli studenti di partecipare a lezioni complementari di scienze, matematica e inglese.
Chungu Kapusa, della Lomthunzi, afferma: “La Fondazione Lomthunzi fornisce anche agli studenti un orientamento professionale, li accompagna attraverso scuole di formazione professionale, college e università e li assiste nell’intraprendere professioni che gli consentano di ricambiare le loro comunità”.
Con l’accesso all’istruzione superiore, i giovani che hanno vissuto queste iniziative educative avvertono un desiderio sempre più profondo di comprendere la realtà sociale alla luce dei principi bahá’í. È a questo punto che l’Istituto per gli Studi sulla Prosperità Globale propone dei seminari universitari che fanno conoscere agli studenti la prospettiva bahá’í su questioni legate al progresso sociale. Tra gli obiettivi di questi seminari c’è quello di aiutare i partecipanti a vedere la propria formazione universitaria come parte integrante del lavoro per contribuire alla trasformazione della società.
Partecipanti ai seminari universitari messi a disposizione dall’Istituto per gli Studi sulla Prosperità Globale
Progressi nella cultura
Tra le intuizioni acquisite in occasione dell’incontro nazionale di Lusaka ci sono stati i primi segni dell’impatto delle iniziative educative bahá’í sulla cultura di alcune aree rurali, in particolare nei luoghi in cui le barriere sociali o culturali possono ostacolare l’esperienza educativa dei giovani.
Cllyv Lengwe, del programma per le scuole comunitarie, dichiara: «Man mano che i genitori e la comunità in senso lato interagiscono con i diversi programmi educativi dei bahá’í dello Zambia, cresce sempre più la loro comprensione dell’importanza dell’educazione sia intellettuale che spirituale».
Pauline Kaumba, coordinatrice regionale dell’istituto di formazione nella Provincia nord-occidentale, spiega: “In alcuni villaggi, le ragazze non ricevono alcun sostegno per la loro educazione e sentono fortemente la pressione delle usanze tradizionali relative al matrimonio precoce.
«Ma quando le stesse ragazze partecipano ai programmi educativi della comunità bahá’í e intraprendono azioni sociali, i loro genitori e le loro famiglie vedono qualcosa di diverso: la loro mentalità sul matrimonio precoce muta completamente.
La signora Kaumba soggiunge: “Queste giovani donne perseverano nella loro educazione e arrivano a vedersi come agenti di cambiamento, come persone che possono davvero contribuire allo sviluppo del loro villaggio”.
Vivere una vita coerente
La signora Kapusa, della Fondazione Lomthunzi, precisa che tutti questi imperativi educativi interconnessi tra loro – sviluppare capacità spirituali e morali, promuovere l’eccellenza accademica e aumentare la capacità di azione sociale – stanno consentendo ai giovani di convogliare le loro capacità creative e intellettuali verso un arricchimento della vita sociale, economica e spirituale della loro società.
Afferma, inoltre, quanto segue: “Questi giovani stanno imparando a vivere una vita coerente, grazie alla quale è possibile studiare e al contempo servire i propri concittadini. Dopo aver completato gli studi superiori, essi tornano a casa per dare, attraverso la loro professione, il loro apporto per lo sviluppo delle loro comunità.
Giovanissimi che studiano il tema della conduzione di una vita spirituale.
Estendere la conversazione alla base
La signora Kapusa-Linsel spiega che il dibattito nazionale a Lusaka è stato il primo di una serie che proseguirà ora a livello locale, in modo particolare nei quartieri e nei villaggi.
Questi dibattiti, il primo dei quali ha già avuto luogo nel villaggio di Katuyola nella Provincia nord-occidentale, riuniranno intere famiglie, insegnanti, capi tradizionali e altri attori sociali per valutare il rafforzamento alla base delle iniziative esistenti, confrontandosi con le aspirazioni intellettuali, morali e spirituali delle loro comunità, a partire dall’istruzione primaria fino a quella universitaria.
Gruppo di giovanissimi di Kabwe, nello Zambia, che partecipa ad un programma di valorizzazione morale offerto dalla comunità bahá’í locale.