22 febbraio 2022

TUNISI, Tunisia – In occasione di una conferenza stampa tenutasi a Tunisi nei giorni scorsi, le comunità religiose del Paese hanno sottoscritto congiuntamente un “Accordo nazionale per la coesistenza”, nel quale viene espresso l’impegno a promuovere una società più pacifica.

«Questa iniziativa rappresenta un forte segnale di solidarietà», dice Mohamad Ben Moussa dell’Ufficio bahá’í per le Relazioni esterne. “L’accordo dimostra che siamo uniti nella nostra diversità e offre una visione confortante della nostra società, nella quale viene riconosciuta una sempre maggior consapevolezza della nostra unità fondamentale”.

La conferenza stampa, alla quale ha preso parte anche un rappresentante del Ministero degli Affari Religiosi, oltre ad alcune organizzazioni della società civile, ha ricevuto ampia copertura mediatica in Tunisia e in altri Paesi del mondo arabo. L’evento è stato programmato dall’organizzazione interreligiosa Attalaki, che significa “un raduno”.


Qui sopra appare un’immagine dell’”Accordo nazionale per la coesistenza”, sottoscritto dai rappresentanti delle comunità religiose tunisine, tra cui Mohamed Ridha Belhassine dell’Ufficio Relazioni esterne dei bahá’í del Paese.

L’accordo, redatto in collaborazione con i rappresentanti della comunità musulmana, cristiana, ebraica e bahá’í, espone in modo ben articolato una serie di valori condivisi per la promozione dell’armonia sociale e rappresenta il risultato della stretta collaborazione sviluppatasi negli ultimi anni tra i leader religiosi e gli esponenti della società civile.

Il fondamentale ruolo delle donne nella trasformazione della società è uno dei temi salienti trattati nell’accordo.

Ispirandosi al principio bahá’í dell’eguaglianza tra donne e uomini, Ben Moussa afferma: «Un aspetto importante della coesistenza, requisito essenziale per realizzare una società più pacifica, è l’ampia partecipazione delle donne in ogni settore della vita. Non possiamo conseguire la pace se metà della popolazione della nostra società non verrà riconosciuta al pari dell’altra metà”.

E aggiunge: “Questa iniziativa pone al primo posto nella nostra coscienza questa verità fondamentale”.

La conferenza stampa per la firma dell’accordo ha ricevuto ampia copertura mediatica in Tunisia e in altri Paesi del mondo arabo.

L’accordo sottolinea anche la necessità di porre fine alla retorica che incita all’odio ed etichetta alcuni segmenti della società come “l’altro”. Sollecita inoltre miglioramenti al curriculum educativo del Paese, affinché i giovani possano maturare sempre più il riconoscimento della diversità all’interno della società tunisina.

Il portavoce dell’iniziativa interreligiosa, l’Imam al-Khatib Karim Shaniba, ha dichiarato che l’accordo mira a promuovere quei modelli sociali propositivi che accettano tutte le religioni ed è in risposta alle voci che dipingono le religioni in costante conflitto tra loro. Durante la conferenza stampa ha inoltre affermato: “La diversità religiosa arricchisce la nostra società e offre ampio spazio alla cooperazione e alla coesistenza”.

I bahá’í della Tunisia hanno contribuito al discorso sulla coesistenza tenendo forum sulle questioni ad essa correlate, come l’eguaglianza tra donne e uomini.

Dall’inizio della pandemia, le comunità religiose tunisine hanno vagliato diverse modalità per rivolgersi con una sola voce ai loro concittadini. Nell’aprile 2020, i bahá’í del Paese, nel contesto della loro continua partecipazione al discorso sulla coesistenza, si sono uniti ad altre comunità religiose e organizzazioni della società civile per trasmettere un messaggio di speranza e rassicurazione alla loro società, facendo ricorso sia alla scienza che alla religione nell’orientamento verso una risposta efficace alla crisi sanitaria.