Nell’ambito dei propri contributi al discorso pubblico sulla coesione sociale, la comunità baha’i australiana ha organizzato un seminario online intitolato “Un salto indietro o un salto avanti?”

SYDNEY, 6 giugno 2020 – Da quando è incominciata la pandemia le conversazioni sulle disparità razziali ed economiche, sulle concezioni di “noi” e “loro” e sulla mancanza di partecipazione ai processi decisionali hanno acquisito importanza in Australia. La scorsa settimana questi e altri temi sono stati presi in esame durante un seminario online organizzato dall’Ufficio baha’i australiano degli affari esterni nell’ambito dei suoi sforzi per contribuire al discorso pubblico sulla coesione sociale.

«Pur avendo messo in luce molte disuguaglianze e molti pregiudizi, questa crisi ci ha anche indotti ad avvicinarci a una visione di tutti noi come una famiglia», afferma Ida Walker dell’Ufficio degli affari esterni. «Se dovessimo vedere che un membro di una famiglia soffre per la prosperità di un altro, riconosceremmo prontamente lo squilibrio. Dobbiamo vedere l’intera società in modo analogo».

Nel seminario online intitolato “Un salto indietro o un salto avanti?” la signora Walker ha discusso con Hugh Mackay, un importante autore e psicologo sociale australiano, su come la loro società potrebbe rivedere le proprie nozioni di identità, prosperità e vita economica per superare le divisioni sociali.

Nel seminario online intitolato “Un salto indietro o un salto avanti?” l’Ufficio degli Affari Esteri delle Bahamas australiane esplora con Hugh Mackay, un importante autore e psicologo sociale australiano, come la società australiana potrebbe riconsiderare le sue nozioni di identità, prosperità e vita economica al fine di affrontare le divisioni sociali.

«Questa esperienza ci ha costretti a riconoscere che effettivamente abbiamo la capacità di essere più compassionevoli», ha detto Mackay. «Questa società, con pochissime eccezioni, sta dimostrando che siamo pronti a vivere per qualche tempo in una maniera completamente diversa in modo da poterci prendere cura gli uni degli altri. E penso che questo sia un segno molto promettente».

Il signor Mackay ha anche osservato che la ridotta mobilità a causa della crisi ci ha fatti ritornare alla vita di quartiere e ha permesso alle persone che abitano nello stesso condominio o nella stessa strada di sentirsi parte di una comunità. «Non sono persone con le quali abbiamo scelto di convivere, ma persone che rispondono alla peculiare condizione umana del “vicino di casa” . . . E la chiave per il risanamento di ogni società è che i cittadini si comportino come vicini di casa».

Il seminario online, al quale hanno partecipato 250 presone, fa parte una serie di tavole rotonde organizzate dalla comunità baha’i australiana per promuovere una conversazione sulla coesione sociale. Fra i partecipanti al seminario c’erano funzionari, organizzazioni della società civile, giornalisti, accademici e rappresentanti delle comunità religiose, molti dei quali hanno descritto l’influenza delle idee discusse sui loro contributi a diversi campi, tra cui la politica governativa.

Fotografia scattata prima dell’attuale crisi sanitaria globale. La comunità Baha’i australiana organizza tavole rotonde periodiche, come quella qui presentata, con diversi attori sociali, accademici e comunità di fede per promuovere conversazioni sulla coesione sociale.

Riflettendo sul seminario e sulle precedenti tavole rotonde, la signora Walker dice: «Con queste discussioni noi ci proponiamo di contribuire a rafforzare il consenso tra i molti settori della società su vari temi di interesse nazionale.

«Applicando il principio della consultazione baha’i abbiamo scoperto che si crea uno spazio in cui le più disparate prospettive si armonizzano e i punti di unità si allargano. Ad esempio, si offre la propria idea senza esserle attaccati, consentendo a tutti di prenderla in esame. Per arrivare al consenso e all’unità di azione occorrono altruismo, amore e cordialità».

Con queste discussioni, l’Ufficio baha’i degli affari esterni sta raccogliendo vari punti di vista, in un documento che intende trasmettere una visione inclusiva sulla coesione sociale in Australia. Esso sarà presentato alle organizzazioni della società civile e governative entro la fine dell’anno.

Fotografia scattata prima dell’attuale crisi sanitaria globale. Attraverso discussioni in corso con attori e funzionari sociali, l’Ufficio degli Affari Esteri Baha’i sta riunendo varie prospettive in un documento che cerca di trasmettere una narrazione inclusiva sulla coesione sociale in Australia.

«Ogni convinzione spirituale può trovare piena espressione soltanto nell’azione. A tutti i livelli, soprattutto nei quartieri, occorrono spazi nei quali ci si possa consultare per capirsi meglio e per cercare di vedere come risolvere i problemi che la nostra società deve affrontare. La consultazione offre l’opportunità di creare una maggiore coesione consentendo a tutti di avvalersi dei principi spirituali, dei punti di vista diversi e dei valori positivi delle varie culture».