SYDNEY, 25 marzo 2020, (BWNS) – Mentre in tutto il mondo la crisi sanitaria globale continua a causare disgregazione sociale, cresce l’impegno dei bahá’í per servire l’umanità. Le comunità si stanno rapidamente e creativamente adattando alle nuove forme di interazione adatte alle esigenze della salute pubblica e si concentrano sul specifici bisogni spirituali e materiali che sono ora emersi.

«C’è una forte determinazione a servire i nostri quartieri», afferma Venus Khalessi dell’Ufficio degli affari esterni della comunità bahá’í australiana. «Pur con contatti sociali così limitati, stiamo cercando di rafforzare i nostri contributi alla vita della società, specialmente occupandoci delle persone più anziane o vulnerabili e cercando di capire meglio i reciproci bisogni».

Allo stesso tempo, mentre le condizioni attuali suscitano paura e ansia, in tutto il mondo molti trovano speranza nella preghiera. Dappertutto, molte persone si connettono online sia su brevi sia su grandi distanze per recitare assieme preghiere edificanti.

I baha’i del Nepal, che non sono stati pesantemente colpiti dall’epidemia della malattia da coronavirus (COVID-19), hanno preparato manifesti informativi, facendo attenzione a mantenere una distanza di sicurezza e a utilizzare, al bisogno, indumenti protettivi, e hanno fornito importanti informazioni su principi di igiene personale e collettiva. Hanno anche cercato di distribuire sapone per lavarsi le mani.

Le Case di Culto bahá’í sono sempre state centri e simboli dello spirito del culto collettivo. Come altri luoghi pubblici, anche questi Templi hanno dovuto chiudere le porte come misura preventiva. Tuttavia, nelle comunità dove sorgono queste strutture, si stanno utilizzando nuovi metodi per infondere a più ampi segmenti della società lo spirito che esse incarnano.

A Santiago del Cile sono stati prodotti e diffusi online diciannove brevi documentari del Tempio accompagnati da una preghiera messa in musica. Nella Casa di Culto di Wilmette, negli Stati Uniti, i regolari programmi devozionali sono stati temporaneamente spostati online e prevedono una presentazione audiovisiva che trasmette la sensazione di trovarsi seduti nel Tempio.

Le attività educative bahá’í proseguono malgrado le difficili circostanze. Le istituzioni bahá’í hanno incoraggiato le comunità a svolgere queste attività nel rispetto delle indicazioni governative ed evitando il contatto fisico.

«La nostra comunità si è adattata con incredibile rapidità», afferma Leyla Tavernaro-Haidarian dell’Ufficio degli affari esterni della comunità bahá’í austriaca. «Nel giro di pochi giorni, tutte le attività da noi svolte per costruire capacità di servizio alla società sono state spostate online. Queste mezzi di comunicazione ci hanno permesso di proseguire le lezioni per i bambini, delle quali essi hanno più che mai bisogno. Le idee di resilienza, di cura della comunità e di solidarietà di cui ci occupiamo sono molto importanti per loro mentre affrontano questi difficili tempi».

Un giovane londinese che insegna nelle classi per l’educazione spirituale dei bambini nel suo quartiere racconta che lui e altri stanno trovando modi significativi per servire in queste condizioni: «La consultazione su questo cambiamento d’azione ci ha fatto venire alla mente un pensiero: via via che la situazione si sviluppa non potremmo provare a vedere ogni genitore come un potenziale insegnante?», Questo giovane sta assiste ora i genitori mediante conversazioni telefoniche.

Nei Paesi dell’Africa e dell’Asia che non erano stati pesantemente colpiti dall’epidemia i bahá’í hanno preparato manifesti informativi, facendo attenzione a mantenere una distanza di sicurezza e a utilizzare, all’occorrenza, indumenti protettivi, e hanno fornito importanti informazioni su principi di igiene personale e collettiva. Hanno anche cercato di distribuire sapone per lavarsi le mani.

Riflettendo sui cambiamenti avvenuti nella sua società, la dottoressa Tavernaro-Haidarian afferma che «sia nelle conversazioni tra vicini dai balconi sia nel modo in cui i personaggi pubblici e i giornalisti ora parlano, qui in Austria si può vedere che il discorso si sta sempre più spostando verso l’importanza di un più ampio senso di identità condivisa nell’affrontare questa sfida mondiale. I concetti di unità e di solidarietà sono diventati oggetto di grande attenzione. Vari gruppi stanno mettendo da parte le loro divergenze per affrontare questo problema e persone diverse provenienze religiose si stanno incontrando per pregare insieme».

Nilakshi Rajkhowa dell’Ufficio bahá’í degli affari esteri in India osserva una tendenza analoga anche nel suo Paese. «Riteniamo che in questo momento ci si possa rivolgere a tutti per avviare profonde conversazioni sulla trasformazione spirituale e sociale, perché tutti sono diventati più consapevoli di un’idea che nel messaggio di Bahá’ulláh occupa una posizione centrale: siamo tutti una sola cosa, interdipendenti e tutti chiamati a sostenerci reciprocamente».