CHRISTCHURCH, Nuova Zelanda, 4 aprile 2019, (BWNS) – Poche settimane dopo un esiziale attacco terroristico, la popolazione della Nuova Zelanda, ancora in lutto e sotto shock, reagisce con rinnovata determinazione e dedizione per sradicare il pregiudizio e l’odio dalla società.
Pubbliche espressioni di solidarietà, come un incontro commemorativo venerdì pomeriggio in Hagley Park di Christchurch trasmesso dai media a livello nazionale, dimostrano le qualità spirituali del popolo, come l’unità, la tolleranza e la gentilezza.
Fra tutte queste espressioni di dolore e di sostegno per le cinquanta vittime e per i cinquanta feriti in tutto il paese, la comunità baha’i si è unita ai suoi concittadini per promuovere il rispetto reciproco e l’armonia sociale. L’indomani della tragedia, l’Assemblea Spirituale Nazionale dei baha’i della Nuova Zelanda ha emesso una dichiarazione di pubblica condanna degli attacchi, che esprime profondo dolore e trasmette la speranza che la tragedia catalizzi gli sforzi verso l’impegno per la pace, l’unità e l’inclusione sociale. In una lettera del 17 marzo l’Assemblea Nazionale ha anche incoraggiato i baha’i «a non disperare e a lavorare senza posa e a mostrare amore verso tutti».
«Abbiamo voluto incoraggiare la comunità baha’i e la popolazione di Aotearoa, Nuova Zelanda, a vedere pur in questo grave shock barlumi di speranza e a mobilitare le energie attingendo a fonti di forza spirituale per lavorare per un paese più unito nel quale un atto così terribile non possa mai più verificarsi», ha spiegato Suzanne Mahon, la segretaria dell’Assemblea Nazionale.
A Christchurch, il giorno dopo gli attentati una ventina di persone che svolgono attività per la costruzione della comunità baha’i in un quartiere nel quale vivevano alcune delle vittime si sono incontrate per consultarsi su come aiutare in modo significativo. In primo luogo, hanno deciso di visitare le famiglie dei vicini colpite dalla tragedia per offrire aiuto e porgere le condoglianze. Inoltre, adulti, giovani e bambini del quartiere hanno avviato tutti assieme un progetto di arte di strada, scrivendo sui marciapiedi con pezzi di gesso messaggi di speranza e d’affetto. La loro espressione creativa si è rapidamente diffusa e altre persone nella città sono state ispirate a fare altrettanto. Alcuni messaggi dicevano: «Siamo fiori dello stesso giardino» altri parlavano dell’importanza dell’unità.
«Questo semplice atto al quale bambini, giovani e adulti hanno potuto partecipare è stato un’espressione di amore e di solidarietà e ha dato a molte persone l’occasione di esprimersi in modo significativo», ha aggiunto Vahid Qualls, che sostiene le attività del quartiere ed è membro dell’Assemblea Nazionale.
Due giorni dopo l’attacco, la comunità locale baha’i di Christchurch ha dedicato il suo incontro di preghiera della domenica mattina alle persone uccise nella tragedia, alle loro famiglie e alle loro comunità.
La premiazione annuale dei discorsi sull’unità razziale, organizzata insieme con la polizia nazionale e altri partner sin dal 2001, arriverà in un momento cruciale quest’anno. «Sapevamo già prima che i pregiudizi razziali e religiosi possono portare all’odio e alla violenza e che il lavoro della promozione dell’unità è oltremodo importante. Ma non ci è mai sembrato così urgente come in questo momento», ha detto Aidan MacLeod, uno degli organizzatori dell’evento.
«In Nuova Zelanda ora la gente parla apertamente del pregiudizio razziale e della necessità di unità. La gente dice che siamo stati troppo compiacenti. Si sente il bisogno di riflettere e di agire», ha aggiunto il signor MacLeod.
L’evento annuale prevede un programma speciale in cui gli studenti delle scuole superiori pronunciano discorsi sull’unità di razza. Quest’anno, ci saranno anche due convegni nazionali per i giovani per discutere quello che essi possono fare per lavorare per una società più giusta e pacifica.
Tra molti altri sviluppi, venerdì sedici capi religiosi della Nuova Zelanda, tra cui un rappresentante baha’i, hanno inviato un messaggio di affetto e di sostegno alla comunità musulmana.
«Dopo questo grave assalto noi capi religiosi siamo perfettamente consapevoli di avere un grande bisogno… di attingere alle risorse più profonde delle nostre diverse spiritualità e tradizioni. In questo, il popolo musulmano direttamente colpito dalla tragedia ha dato esempi nobili e generosi», hanno scritto i rappresentanti religiosi.
Anche i baha’i della Nuova Zelanda stanno constatando in questo momento il potere degli incontri di preghiera. L’Assemblea Nazionale ha incoraggiato i baha’i a vedere queste riunioni come «fonte di forza spirituale per le prossime settimane e mesi per migliaia di neozelandesi». Gli incontri di preghiera offrono uno spazio per vedere il profondo legame tra la preghiera e le azioni altruistiche che promuovono il miglioramento dell’umanità.