27 dicembre 2023
DUBAI, Emirati Arabi Uniti — I delegati della Bahá’í International Community (BIC) alla recente conferenza sul clima COP28 hanno ribadito la necessità di un’analisi approfondita delle nozioni di progresso e sviluppo umano in risposta alla crisi climatica.
Riconoscendo i limiti di un’ottica puramente materialistica, hanno messo in risalto l’esigenza di una comprensione più ampia del progresso, che contempli sia lo sviluppo materiale sia quello spirituale delle singole persone e delle società.
Daniel Perell, rappresentante dell’Ufficio e membro della delegazione della BIC di New York, ha approfondito questa prospettiva, rimarcando che: “La situazione globale imperante, modellata dalla narrazione predominante su concorrenza e consumismo, richiede una narrazione alternativa che sia ben ancorata ai principi, quali il valore della compassione, della fidatezza e della generosità”.
Roeia Thabet, dell’Ufficio bahá’í per le Relazioni pubbliche degli Emirati Arabi Uniti, ha sottolineato la necessità di riformulare le relazioni tra gli attori sociali alla luce di una visione del progresso che sia più espansiva e rifletta il principio dell’unità del genere umano.
La dottoressa Thabet ha dichiarato: “Il vero progresso richiede una trasformazione non solo nelle azioni individuali, ma nelle relazioni tra le persone singole, le comunità e le istituzioni. Coltivare queste relazioni in modo che siano sempre più caratterizzate dalla cooperazione e dalla reciprocità è essenziale per promuovere società in armonia con l’ambiente”.
Nella delegazione della BIC presente alla conferenza, al signor Perell e alla dottoressa Thabet si sono aggregati Hatem El-Hady dell’Ufficio BIC del Cairo, Gabriela Rawhani dell’Ufficio BIC di Ginevra, Cecilia Schirmeister e Saphira Rameshfar dell’Ufficio BIC di New York, Roya Hassan dagli Emirati Arabi Uniti e Ian Hamilton dagli Stati Uniti.
Uno sguardo sulla partecipazione della BIC alla COP28
Riportiamo di seguito alcuni punti salienti dei contributi della delegazione BIC al dibattito svoltosi in sede COP28, durante il quale i rappresentanti hanno approfondito argomenti come l’interdipendenza del genere umano, la necessità di valori condivisi che possano guidare le azioni e le iniziative volte al progresso sociale e, in materia d’ambiente, l’applicazione dei principi spirituali all’azione.
La 28^ Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, nota come COP28, si è svolta nella Expo City di Dubai.
Perell in occasione di un evento denominato “[Movimento] interreligioso femminista di giustizia climatica per il diritto umano a una società e a un ambiente sani”, incentrato sul ruolo fondamentale svolto dalle donne nel contribuire alla giustizia climatica.
Nel suo intervento, Perell ha posto l’accento sulla necessità di rivalutare le tradizionali qualità della leadership nel contesto dell’azione per il clima: “L’umiltà, la generosità, la compassione e l’amore sono qualità che trascendono il genere. Benché siano storicamente confinate nel regno dell’’aver cura di qualcuno’ e sottovalutate dalla classe dirigente, ora noi ne stiamo riconoscendo l’immenso valore nel guidare una leadership valida”.
Perell ha sottolineato che questi attributi, spesso associati al femminile, sono qualità umane accessibili e necessarie a tutti, indipendentemente dal genere.
Gabriela Rawhani (terza da destra) dell’ufficio BIC di Ginevra interviene a un evento intitolato “Trasformazione dei sistemi alimentari: incrementare le diete sane e la diversificazione delle proteine come soluzioni climatiche”.
Ha inoltre messo in rilievo l’esigenza di colmare il divario tra la conoscenza e l’azione nella trasformazione dei sistemi alimentari, ancorandole a principi spirituali come la giustizia.
La signora Rawhani ha dichiarato: “L’analogia dell’umanità con un corpo unico definisce la nostra interconnessione. Se una parte del corpo soffre, l’intero corpo ne risente, proprio come un segmento delle sfide della società colpisce l’intera società.
“Il vero progresso e la vera trasformazione dei nostri sistemi alimentari deriveranno dal considerarci come un tutt’uno, non solo dal badare agli interessi di pochi”.
Qui potete visualizzare una registrazione dell’evento.
El-Hady dell’ufficio BIC del Cairo con Sultan Al Jaber, presidente della COP28.
I rappresentanti della BIC, in un evento intitolato “Un approccio al cambiamento climatico fondato sui valori”, hanno preso in esame i valori che devono essere alla base delle iniziative volte al progresso sociale, come la consultazione e l’uguaglianza tra donne e uomini.
I delegati della BIC hanno preso parte a 12 tavole rotonde, tra le quali figurava un evento ospitato a Masdar City dalla BIC stessa, in collaborazione con la Climate Governance Commission. L’evento ha visto riuniti i rappresentanti delle organizzazioni della società civile per una congiunta e approfondita analisi del cammino verso una vita urbana sostenibile.
La signora Rameshfar, moderatrice di un evento denominato “Preservare gli ecosistemi delle nostre mangrovie per un futuro equo dal punto di vista climatico”.
La BIC, unitamente alla Fondazione Buddista Tzu Chi, ha co-ospitato uno stand espositivo che invitava i partecipanti a descrivere la loro visione del futuro del genere umano.
La mostra ha riunito persone provenienti da contesti diversi per un’analisi approfondita dei valori comuni per promuovere un mondo in maggiore sintonia con l’ambiente.
Da sinistra a destra: la dottoressa Thabet dell’Ufficio bahá’í per le Relazioni pubbliche degli Emirati Arabi Uniti, la signora Schirmeister dell’ufficio BIC di New York, Ovais Sarmad, ex vice segretario esecutivo dell’UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change), che ha ricevuto una copia della dichiarazione della BIC Un pianeta, una casa, e la signora Rameshfar anch’essa dell’ufficio di New York.
All’evento intitolato «Che cosa manca nel dibattito e nell’azione per il clima?», la signora Rameshfar ha sottolineato il principio bahá’í dell’armonia tra scienza e religione, ribadendo che le soluzioni tecniche da sole sono insufficienti a rispondere alle sfide dell’umanità.
Ha messo in risalto l’importanza di applicare “le intuizioni della religione e l’esperienza delle tradizioni religiose per limitare i problemi che il genere umano si trova ad affrontare”.
El-Hady (secondo da destra), moderatore dell’evento intitolato “Un’espressione visiva dei valori della sostenibilità”.
Egli ha affermato: “Sono necessari valori condivisi sulla strada verso la consapevolezza che, come genere umano, abbiamo un obiettivo comune, una sfida comune per salvare questo pianeta, e un’opportunità comune per lavorare tutti insieme uniti”.
Cecilia Schirmeister, rappresentante dell’ufficio di New York della BIC, ha fatto da moderatrice di un vertice della gioventù tenutosi ad Abu Dhabi in vista della COP28 e intitolato “Il ruolo dei giovani nella (re)immaginazione e nella (co)costruzione di comunità sostenibili”.