JAKARTA, Indonesia, 2 dicembre 2020 – Il piccolo spazio online, organizzato dall’Ufficio Relazioni Esterne bahá’í dell’Indonesia e inizialmente destinato allo studio dei fondamentali principi spirituali, nel bel mezzo della crisi sanitaria mondiale si è ingrandito a tal punto da annoverare più di 200 attori sociali, funzionari governativi e rappresentanti di diverse comunità religiose.
Musdah Mulia, un’eminente studiosa dell’Islam e attivista per i diritti delle donne che ha collaborato con l’Ufficio per tenere i raduni, così descrive le caratteristiche di questi spazi: “Nell’impegno per la realizzazione della pace in Indonesia si dimostrano efficaci e costruttivi. Coinvolgono persone di diversi credi e ambiti religiosi e aiutano a colmare le diversità esistenti tra loro. Questi incontri sono diventati un luogo di incontro per promuovere l’amicizia reciproca ed eliminare pregiudizi e stimmatizzazioni.”
“Dobbiamo riorientare le nostre convinzioni religiose per dare un contributo positivo all’umanità. Non dovremmo rimanere ancorati ai simboli e agli aspetti marginali della religione.”
Rina Tjuna Leena, dell’Ufficio Relazioni Esterne bahá’í, afferma che in Indonesia la diversità dei 270 milioni di abitanti e i principi fondanti del Paese, chiamati Pancasila, creano un terreno fertile per un dibattito incoraggiante. “Molti aspirano a una società che riesca realmente a riflettere i principi di pace e unità sui quali poggiano gli ideali fondamentali del Paese: che la fede ci unisca anziché dividerci, che siamo un popolo unico disseminato sulle 17.000 isole dell’Indonesia, che la nostra società lotta per equità e giustizia sociale per tutti.”
Riconoscendo l’importanza di questi incontri, il capo del Centro Armonia Religiosa del Ministero della Religione, moderatore in occasione di un recente incontro, ha chiesto che le ricche considerazioni derivanti da questi dibattiti siano inviate al ministero quali raccomandazioni di cui tenere conto nell’elaborazione delle linee politiche.
La disuguaglianza sociale e le divisioni tra gruppi di maggioranza e di minoranza sono stati tra i punti discussi durante gli incontri. Rimarcando la necessità di portare il dibattito sulle cause alla radice di queste forti divisioni, la signora Leena dichiara: “La società oggi si basa sul presupposto che gli esseri umani siano diversi l’uno dall’altro, in forte competizione tra loro e che si serviranno del potere per manipolare gli altri.”
“Fino a quando il principio dell’unicità non verrà compreso appieno, mai si potrà arrivare ad una soluzione duratura dei problemi che abbiamo di fronte. Ciò richiede una nuova concezione delle relazioni tra tutti i membri e gli elementi della società in termini di potere dell’unità e dell’amore. Queste relazioni si trasformerebbero da strumenti di dominazione in mezzi di incoraggiamento e ispirazione”.
I partecipanti alle riunioni possono ora trarre ispirazione dalle considerazioni emerse nei dibattiti per stimolare ulteriori riflessioni nelle proprie aree operative.
In uno dei seminari, Agnes Dwi Rusjiyati della Indonesian Broadcasting Commission ha riflettuto sulle implicazioni del principio bahá’í di unità nella diversità sul suo lavoro di regolatrice dei media. “I media fanno molto per influire sulla comprensione della gente. Troppo spesso vengono utilizzati come strumento per alimentare le divisioni. Ma noi possiamo adottare misure favorevoli a creare un ambiente mediatico che agisca in una direzione più positiva, ad esempio incoraggiare attraverso la copertura mediatica ciò che unisce le persone e rafforza il tessuto sociale.”
Quando la discussione si è spostata sul ruolo della religione in un mondo in rapido cambiamento tecnologico, Amanah Nurish, professoressa di studi religiosi, ha sottolineato l’insegnamento bahá’í dell’armonia tra scienza e religione. “Questo principio ci aiuta a vedere il ruolo cruciale che sia la scienza che la religione svolgono nel mondo moderno. Per essere correttamente applicato, il progresso scientifico deve essere guidato da un impegno spirituale e morale. Allo stesso tempo, lo sviluppo di un modo di pensare scientifico ci aiuta a distinguere il vero dal falso, liberandoci dall’ignoranza e dai pregiudizi religiosi che sono diventati fonte di conflitto”.
Le riunioni hanno portato e discussioni stimolanti intellettualmente e molti partecipanti hanno trovato un legame comune ancora più profondo attraverso regolari riunioni di preghiera tenute dall’Ufficio Relazioni Esterne. In Indonesia la preghiera è riconosciuta come elemento importante della vita, ma, per molti, trovarsi riuniti attraverso le fedi per condividere questo atto è stata un’esperienza nuova.
La signora Leena afferma: “In un breve lasso di tempo, questi seminari hanno mostrato in piccolo le condizioni che ci consentono di abbattere le barriere. Nel lungo processo che porta alla trasformazione sociale, questo è solo uno dei tanti passi da compiere.”