MANILA, Filippine, 14 novembre 2018, (BWNS) – Gil Tabucanon si ricorda che da ragazzo, sedeva accanto alla nonna e l’ascoltava leggere la Bibbia in lingua cebuana.
«Della Bibbia cebuana, mi piaceva molto il suono. Faceva parte di me fin da ragazzo. Le melodie erano dentro di me», dice il dottor Tabucanon, descrivendo il suono della sua madre lingua, parlata da circa 20 milioni di persone nelle Filippine centrali. «Ho voluto riprodurla nel Kitab-i-Aqdas».
Dopo oltyre dieci anni di lavoro, il dottor Tabucanon ha finito di tradurre il Libro Più Santo della Fede baha’i, che la Casa editrice baha’i filippina ha pubblicato il mese scorso. Questa traduzione mette a disposizione di un’intera popolazione il libro delle leggi di Baha’u’llah, che egli scrisse originariamente in arabo attorno al 1873 mentre era ancora recluso all’interno della città di Akka. Nel 2003 il Kitab-i-Aqdas è stato tradotto nella lingua più parlata nelle Filippine, il tagalog.
«La lettura e l’ascolto del parola di Dio nella propria lingua madre toccano corde del cuore accessibili solo in quella lingua», spiega Adore Newman, il Segretario dell’Assemblea Spirituale Nazionale delle Filippine. «Questo è un altro dono di una bella traduzione, entrare in contatto con la Manifestazione di Dio a un livello di così profonda sensibilità».
Nell’introduzione del Kitab-i-Aqdas la Casa Universale di Giustizia scrive: «Fra gli oltre cento volumi che costituiscono le sacre Scritture di Bahá’u’lláh, il Kitab-i-Aqdas è di incomparabile importanza. “Rinnovare il mondo intero” è la pretesa e la sfida del Suo Messaggio e il Kitab-i-Aqdas è la magna carta della futura civiltà del mondo che Baha’u’llah è venuto a costruire».
Le Scritture di Baha’u’llah sono in arabo e persiano. L’arabo è stato usato nei testi nei quali occorreva la precisione dei significati per esprimere principi e leggi. Nel Libro Più Santo Baha’u’llah ha impiegato una bella prosa con aspetti poetici, come ritmo, metafora e personificazione. Shoghi Effendi ha tradotto in inglese circa un terzo del testo, fornendo un modello per la pubblicazione inglese finale. La Casa di Giustizia spiega che la traduzione della restante parte del testo ha puntato su tre qualità: «precisione del significato, bellezza dell’inglese e conformità con lo stile usato da Shoghi Effendi».
“..il Kitab-i-Aqdas è la magna carta della futura civiltà del mondo che Baha’u’llah è venuto a costruire.”
– la Casa Universale di Giustizia
La prima traduzione autorizzata del Kitab-i-Aqdas è stata pubblicata nel 1992, rendendolo disponibile in inglese. Poco dopo, Suheil Bushrui ha spiegato nel suo libro, The style of the Kitab-i-Aqdas: Aspects of the Sublime [Lo stile del Kitab-i-Aqdas: aspetti del sublime]: «Ora tocca ai traduttori nei diversi paesi del mondo rendere il Kitab-i-Aqdas nella propria lingua nativa, basandosi sulla traduzione inglese autorizzata ma consultando all’occorrenza il testo originale. Essi potranno essere messi alla prova dalle particolari difficoltà incontrate dai traduttori inglesi. Il loro compito è quello di trasmettere in una lingua straniera le qualità incomparabili di un libro che si occupa non solo di delineare un nuovo modo di vita per la persona e per la società, ma anche di realizzare in tutto il mondo una futura condizione di “vera comprensione in spirito di amore e tolleranza”».
Quando abbracciò gli insegnamenti di Baha’u’llah il dottor Tabucanon era un giovane uomo. Avvocato di professione, ha incominciato a tradurre i testi sacri baha’i in cebuano partendo a un libretto di preghiere e poi ha lavorato sulle Parole Celate, la principale opera etica di Baha’u’llah. Nel 1999, ha tradotto una raccolta di preghiere e di scritti usati per la Festa del diciannovesimo giorno. Ha completato il Kitab-i-Aqdas dopo tre tentativi, ripartendo ogni volta da capo: prima nel 2004, poi nel 2009 e infine nel 2014.
Nel tradurre dall’inglese, il dottor Tabucanon ha trovato difficile fare in modo che il testo riproducesse il suono e la natura onomatopeica del cebuano.
«La traduzione non richiede una corrispondenza univoca dall’inglese al cebuano. Ci devono essere sia la fedeltà alla lingua originale sia la musicalità della parlata locale», egli osserva. «L’ho imparato da ragazzo, da mia nonna».