14 Febbraio 2024
LA PAZ, Bolivia — Un forum organizzato nei giorni scorsi dall’Ufficio per le Relazioni esterne dei bahá’í di Bolivia ha visto riuniti alcuni funzionari del governo, leader della società civile, accademici e giornalisti per un’analisi della centralità dell’educazione delle donne per il progresso sociale.
Il dibattito ha messo in risalto l’importanza di garantire pari opportunità educative alle donne e agli uomini come aspetto fondamentale per conseguire la giustizia. La discussione si è, tuttavia, spinta oltre, sottolineando la necessità che il principio di uguaglianza sia integrato nel tessuto stesso della società.
“Il progresso dell’umanità è indissolubilmente legato al suo impegno per l’uguaglianza”, ha dichiarato Rosmery Chambi dell’Ufficio per le Relazioni esterne.
La signora Chambi ha aggiunto che, quando il principio dell’uguaglianza viene realmente applicato nei diversi aspetti della vita, esso promuove le pari opportunità e valorizza le donne nel “diventare promotrici attive del benessere sociale”.
I partecipanti hanno osservato che la sfida di ottenere parità di accesso all’istruzione non è solo un ostacolo, ma anche una dimostrazione di disuguaglianze più profonde e diffuse all’interno della società.
Bitia Vargas, direttrice dell’Associazione per la Salute mentale della Comunità di Q’umara, ha posto l’accento sulla natura ciclica di questa sfida. Ha sottolineato come le barriere storiche all’istruzione per donne e ragazze non siano state solo dei sintomi, ma abbiano anche perpetuato le disuguaglianze.
Tuttavia, la signora Vargas ha offerto una prospettiva incoraggiante richiamandosi agli insegnamenti bahá’í, che sostengono che l’anima non ha genere. «Gli insegnamenti bahá’í affermano che non c’è alcuna distinzione implicita tra donne e uomini, entrambi hanno la capacità di contribuire al progresso della società».
Xavier Saire (in basso a sin.), rappresentante del Centro educativo multidisciplinare, ha dichiarato: “L’emancipazione solo delle donne non è sufficiente, anche l’emancipazione solo degli uomini non è sufficiente. Dobbiamo, piuttosto, ricercare una profonda trasformazione delle strutture sociali stesse.”
Janette Huallpa, rappresentante del Coordinamento delle Donne della Bolivia, ha richiamato l’attenzione sulle forti disparità di genere in materia di educazione individuate attraverso una ricerca della sua organizzazione. Ci sono tassi significativamente più alti di analfabetismo tra le donne rispetto agli uomini, in particolare nelle aree rurali, una discrepanza che fa luce sui problemi più ampi legati alla povertà e alla violenza che colpiscono in modo sproporzionato donne e ragazze.
“L’educazione agisce come una forza trasformativa”, ha affermato la signora Huallpa. “Non solo amplia le opportunità per le donne di condividere le loro intuizioni e arricchisce il loro contributo alla società, ma svolge anche un ruolo cruciale nella lotta alla povertà, nella riduzione della mortalità infantile e nello stimolo alla crescita economica”.
Un importante spunto di riflessione scaturito dal dibattito è stato il riconoscimento che l’educazione intellettuale, sebbene indispensabile, rappresenta solo una dimensione di un approccio educativo globale. “L’educazione spirituale è essenziale e complementare all’apprendimento accademico”, ha affermato la signora Chambi.
Ha aggiunto: “Il vero sviluppo comprende sia gli aspetti spirituali che quelli materiali di un individuo. Le intuizioni della religione, come l’unità essenziale del genere umano, ci permettono di trascendere le differenze culturali e sociali e contribuiscono alla creazione di una società più unita ed equa”.
Da sinistra a destra: Bitia Vargas, direttrice dell’Associazione per la Salute mentale della Comunità Q’umara, Alexandra Reyes e Rosmery Chambi dell’Ufficio bahá’í per le Relazioni esterne, Yascara Terrazas, consulente legale dell’Associazione delle Donne Consigliere e Sindache della Bolivia, e Janette Huallpa, rappresentante del Coordinamento delle Donne della Bolivia.
Per costruire una società più equa, sono necessari profondi cambiamenti nell’ordine sociale esistente, ha detto Xavier Saire, rappresentante del Centro educativo multidisciplinare. “Dare potere solo alle donne non è sufficiente; Anche l’emancipazione solo degli uomini non è sufficiente. Dobbiamo, piuttosto, ricercare una profonda trasformazione delle strutture sociali stesse”.
I partecipanti hanno rilevato che il forum è stato uno spazio importante che ha permesso a diversi attori sociali di riflettere su come possa avvenir e una simile trasformazione. Yascara Terrazas, consulente legale dell’Associazione delle Donne Consigliere e Sindache della Bolivia, ha domandato: “Chi sono i protagonisti del cambiamento?
“Lo siamo tutti: il governo, le famiglie e la società in generale”, ha spiegato. “Mentre gli ostacoli sul cammino sono inevitabili, dibattiti come questo sono essenziali per definire nuovi percorsi e creare una visione comune per una trasformazione sociale”.
Tra i partecipanti figurava Mónica Mendizábal Rodríguez, in rappresentanza del Ministero degli Affari Esteri della Bolivia (immagine in alto, al centro).