8 ottobre 2021
NUR-SULTAN, Kazakistan — In Kazakistan sta crescendo nell’ambito del giornalismo l’interesse verso le sfide, apparse sempre più evidenti durante la pandemia, cui deve far fronte la società. Molti giornalisti kazaki si stanno ponendo vari interrogativi su come i media possano contribuire al progresso sociale.
In risposta al sempre maggiore interesse verso questo tema, l’Ufficio bahá’í Relazioni esterne del Paese ha riunito alcuni giornalisti per un profondo dibattito sulle caratteristiche etiche e morali del giornalismo nell’affrontare una prospettiva ben più ampia, nella quale rientri la creazione di una società più coesa.
“Come consideriamo la nostra società? Se la vogliamo vedere unita, allora immaginiamoci il ruolo dei media come una forza costruttiva in grado di contribuire all’unità,” afferma Lyazzat Yangaliyeva, direttrice dell’Ufficio bahá’í delle Relazioni esterne.
Ha poi soggiunto: “I giornalisti possono contribuire in maniera rilevante alla trasformazione della società, ma vi è la necessità di una nuova concezione della natura umana, che sia in grado di mettere in risalto la nobiltà di tutti gli esseri umani”.
I partecipanti all’incontro si sono soffermati sulla tendenza a sottovalutare o scartare del tutto l’aspetto relativo alla natura spirituale degli esseri umani, che si traduce, di conseguenza, nell’opinione prevalente che la gente prediliga il sensazionalismo a discapito della correttezza, considerazione che sposta sul pubblico la responsabilità di quanto viene divulgato, anziché sui produttori.
Il blogger Ilyas Nugumanov ha messo in discussione questa opinione, parlando dell’esigenza di informare che sta alle radici dei principi morali: “Per la mia esperienza, sono molte le persone attratte da articoli basati sul concetto di unità e maggiormente sensibili a questi piuttosto che a storie che creano divisioni o emozioni.
“La gente è attratta da storie ispiranti che li spingono a travalicare le differenze e ad amarsi l’un l’altro”.
I partecipanti hanno altresì osservato che le questioni sulla natura umana sono intrinsecamente legate ai principi spirituali che guidano le vite personali dei giornalisti.
“Il presupposto per essere giornalista è il costante lavoro su sé stessi: avere un maggiore senso etico, essere più gentili, combattere il pregiudizio ed essere più rispettosi verso le persone ed i problemi che trattiamo nei nostri articoli,” ha dichiarato Danel Khojaeva, redattrice della rivista multimediale The Steppe.
“È un tema che riguarda la nostra comune umanità,” ha proseguito, “essere un miglior giornalista significa semplicemente essere una migliore creatura umana”.
Dal dibattito l’Ufficio Relazioni esterne ha realizzato delle puntate podcast che si possono visualizzare, in lingua russa, su this YouTube channel.