3 giugno 2024

NAIROBI, Kenya – Le crisi che l’umanità si trova ad affrontare richiedono nuovi criteri di leadership e giustizia che siano fondati sul riconoscimento della comune identità del genere umano. È questo il filo conduttore dell’intervento della Bahá’í International Community (BIC) al recente Convegno della Società civile delle Nazioni Unite, tenutosi a Nairobi in Kenya.

Organizzato in forma di dibattito preliminare in vista dell’imminente Summit del Futuro, il Convegno ha visto riuniti oltre 2.500 partecipanti provenienti da più di 100 Paesi. Tra i partecipanti figuravano alcuni rappresentanti degli Stati membri e della società civile insieme ad alti funzionari delle Nazioni Unite, riunitisi per discutere il tema “Plasmare un futuro di progresso globale e sostenibile”.

Tra le iniziative della BIC vi è stato un evento co-ospitato con i due co-presidenti del convegno e la Coalizione We Need per le Nazioni Unite. Nel suo discorso di apertura, Daniel Perell in qualità di rappresentante dell’ufficio della BIC di New York ha parlato dell’importanza del convegno, affermando che le soluzioni ai problemi del mondo si possono trovare attraverso “l’incontro tra persone con punti di vista diversi, che si consultano su questioni di interesse collettivo e di costruzione di una consapevolezza comune.”

I relatori all’evento co-ospitato dalla BIC insieme con i due co-presidenti del Convegno e la Coalizione We Need per le Nazioni Unite.

Quale contributo alla consultazione, la BIC ha pubblicato un documento di lavoro, i cui punti verranno inseriti nella dichiarazione formale prevista in occasione del Summit del Futuro.

Un’altra rappresentante della BIC di New York, Liliane Nkunzimana, ha dichiarato in un commento sul documento che, pur essendovi riconosciute le molte raccomandazioni avanzate dagli esperti per una riforma istituzionale, queste saranno “limitate nella loro efficacia, fintantoché i valori e la cultura che ne sono fondamenta rimarranno invariati.

“Pertanto, invece di offrire soluzioni alternative”, ha continuato la signora Nkunzimana, “il documento di lavoro mira ad analizzare in che modo alcuni valori fondamentali come la solidarietà, l’unità, la fidatezza e l’empatia, possano sempre più rispecchiarsi nell’organizzazione degli affari internazionali”.

Il documento termina con l’affermazione che, dato il livello di interconnessione senza precedenti esistente nel mondo odierno, l’umanità si trova a un bivio delicato tra speranza e potenziale. “Attraverso un atto di volontà collettiva”, si legge, “oggi si possono e si devono gettare le basi per un mondo migliore”.

Nella delegazione della BIC al convegno si sono aggiunti a Perell e Nkunzimana anche Solomon Belay dell’ufficio della BIC di Addis Abeba e alcuni membri delle comunità bahá’í nazionali di Kenya, Malesia, Tanzania e Stati Uniti.

Tra i delegati della BIC al Convegno della Società civile delle Nazioni Unite figuravano i rappresentanti degli uffici di Addis Abeba e New York, oltre ad alcuni membri delle comunità bahá’í nazionali di Kenya, Malesia, Tanzania e Stati Uniti.