Febbraio 9, 2024
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Durante una recente visita al Bahá’í World Centre, membri di comunità bahá’í di vari Paesi si sono ritrovati in occasione di un incontro organizzato dal News Service per una disamina di alcuni spunti di riflessione sulla promozione di un modello di vita comunitaria vibrante.
Tra gli ospiti dell’episodio figuravano Jorge Guerreiro dal Brasile, Nazneen Rowhani dall’India, Confucius Ikoirere dalla Papua Nuova Guinea, Rey Elmo dalle Filippine e Maria Simbowe dalla Tanzania. Uno degli argomenti trattati è stato il modo in cui la preghiera e l’impegno nell’applicazione dei principi spirituali alla propria vita quotidiana possa fornire i semi per il miglioramento sociale.
Elmo ha detto: “Quando la famiglia si riunisce per pregare, i legami all’interno di quella famiglia diventano solidi”. Ha continuato spiegando che, in queste famiglie, la consultazione diventa uno strumento prezioso per prendere decisioni collettive e far fronte alle necessità. Ha osservato che le interazioni tra i membri della famiglia sono sempre più caratterizzate da maggiore umiltà l’uno verso l’altro.
Il signor Ikoirere ha spiegato che, pregando insieme, le famiglie si sentono più orientate verso l’esterno nel loro desiderio di affrontare le esigenze più ampie esistenti all’interno dei loro quartieri e villaggi. “C’è un progresso tra il recitare preghiere e il chiedersi: ‘Cosa possiamo fare per la nostra comunità?'”, ha affermato.
Il dibattito ha messo in luce la realtà delle località nelle quali lo spirito devozionale si estende oltre la famiglia verso ambiti collettivi e nelle quali anche gli amici e i vicini di casa sono indotti a riflettere sul progresso materiale e spirituale delle loro comunità, il che spesso sfocia in iniziative di azione sociale.
In questo viaggio, barriere e pregiudizi di lunga data lasciano spazio a un ritrovato apprezzamento per l’unità e la diversità, poiché individui provenienti da contesti diversi si uniscono per lavorare verso obiettivi comuni.
La signora Rowhani ha rivelato un esempio incoraggiante tratto dalle esperienze vissute nelle comunità bahá’í di tutta l’India. “Abbiamo notato che, quando le persone capiscono che ciò che conta è la loro anima e non il loro corpo fisico, le differenze provocate dal sistema delle caste tendono a scomparire. Impariamo a relazionarci gli uni con gli altri come esseri umani e non come caste diverse”.