BUCAREST, Romania, 15 maggio 2020 – Nel giro di pochi mesi, mentre la pandemia da coronavirus sta sconvolgendo le società e producendo grandi sofferenze, gli atti di devozione e di generosità sono divenuti oggetto di maggiore attenzione nella vita collettiva dell’umanità.
«Le distrazioni della vita quotidiana ci hanno spesso indotto a tacitare o dimenticare l’impulso naturale che spinge l’anima a pregare, a rivolgersi al suo Creatore nei momenti di gioia o di difficoltà», dice Ivone Marlen Scărlătescu, membro dell’Assemblea Spirituale Nazionale dei baha’i della Romania. «Ma ora, con questa crisi, le persone riascoltano la propria natura spirituale, una cosa che ci unisce tutti, e si stanno rendendo conto dell’importanza della preghiera».
Sensibili al crescente interesse verso la preghiera nel loro Paese, i baha’i della Romania hanno organizzato riunioni devozionali online per chiunque desiderasse partecipare. «Ora che molti pregano insieme tutti i giorni, si costruiscono ponti per un più intenso dialogo», dice la signora Scărlătescu. «I cuori incominciano a battere all’unisono. Si sta vedendo nascere una nuova forma di cameratismo basata sulla preghiera, sulla solidarietà e sulla cura reciproca».
Questi commenti riecheggiano sentimenti espressi da molte persone in tutto il mondo. Nel Borneo orientale, in Indonesia, un gruppo di amici che ha incominciato a riunirsi on-line per pregare per il benessere del Paese hanno trovato naturale riflettere su come avrebbero potuto aiutare gli abitanti dei quartieri più vicini. Dalle loro conversazioni è nata un’iniziativa che produce e distribuisce mascherine a coloro che ne hanno maggiormente bisogno.
«Quando ci si incontra per pregare e riflettere sul significato delle parole sacre che si stanno pronunciando, si comprende meglio ciò che è importante e ci si sente più uniti. Si impara a prendere decisioni e ad agire per andare incontro alle esigenze delle persone che ci circondano», afferma Rina Tjua Leena dell’ufficio indonesiano baha’i degli affari esterni.
Persone che prima si sentivano invisibili o inosservate, anche dai vicini, stanno scoprendo che la preghiera collettiva ha il potere di creare amicizie fra estranei. Nei luoghi in cui si trovano le Case di culto baha’i, trasmissioni in diretta di programmi devozionali e incontri di preghiera collettiva online hanno riunito molte persone, alleviando ansie e ispirando speranza.
A Santiago, in Cile, un partecipante a questi incontri devozionali spiega che riunirsi per pregare crea legami di amicizia tra persone che prima non si conoscevano.
«Ora i vicini di casa offrono aiuto ogni volta che possono. Se qualcuno va al supermercato o alla farmacia, lo fa sapere agli altri e chiede se qualcuno abbia bisogno di qualcosa».
La sensazione del reciproco legame che ci unisce tutti non dipende solo da Internet. In molte parti del mondo, si sono spontaneamente formate reti telefoniche per unirsi in preghiera o si sono organizzate trasmissioni radiofoniche di programmi devozionali locali.
A Kamuli, in Uganda, dove i baha’i trasmettono programmi quotidiani sull’importanza della vita devozionale, David Waiswa, residente nella zona, dice: «Questo momento quotidiano di preghiera è diventato un’occasione per parlare tutti assieme in famiglia di temi profondi e persino consultarsi sulle questioni familiari.
Nell’ambiente di amore, unità e comprensione creato dalla preghiera, i membri delle famiglie non solo diventano più premurosi gli uni verso gli altri, ma anche più consapevoli dei bisogni della comunità che li circonda».
Hanna Ihsan, una giovane giordana, riflette sui momenti di devozione con i suoi coetanei: «Rivolgerci a Dio e pregare insieme ci ha aiutati a superare questo difficile momento. E così anche parlare di come questa pandemia influisce sulla nostra vita, di come possiamo aiutarci a vicenda a superare questi giorni tanto difficili e di come la nostra società può superare questa crisi».