Si è conclusa domenica scorsa la 62ª convenzione bahá’í italiana. L’incontro, tenutosi al Centro studi bahá’í di Acuto (FR), dal 26 al 28 maggio, ha visto la partecipazione di elettori provenienti da tutta la nazione riuniti per votare la nuova Assemblea Spirituale Nazionale, il direttivo che rappresenta e guida lo sviluppo della comunità bahá’í in Italia. Questo importante momento della vita comunitaria e del sistema amministrativo bahá’í – che avviene ogni anno – è stato caratterizzato da uno spirito di profonda gioia e speranza per il futuro.
“Le elezioni bahá’í non prevedono campagne o candidature. Contrariamente alle comuni procedure elettorali, non esiste né un elenco di candidati né esistono promesse elettorali. Il modello amministrativo bahá’í fonda le sue radici negli scritti sacri bahá’í” spiega May Bulletti, membro dell’Assemblea Spirituale Nazionale Italiana. “Ogni persona esprime il suo voto in maniera confidenziale riflettendo sulle caratteristiche della persona che ritiene idonea al servizio nei direttivi bahá’í, un servizio che nella visione bahá’í non ha a che fare con l’esercizio del potere, ma con il disinteressato servizio e profonda dedizione al bene comune” ha aggiunto.
Incontri simili avvengono anche a livello locale, per eleggere rappresentanti a livello cittadino, come pure a livello nazionale anche in tutte le nazioni dove le comunità bahá’í sono presenti. A livello italiano, ogni anno vengono eletti 57 rappresentanti delle comunità sul territorio, conosciuti come “delegati“, che portano con loro le riflessioni, esperienze e proposte delle comunità locali per lo sviluppo della comunità bahá’í.
Quest’anno, a seguito della notizia dell’ingiusto arresto di 17 bahá’í durante l’elezione del direttivo nazionale yemenita, i delegati italiani hanno aperto il loro incontro con una preghiera e un momento di silenzio dedicato ai loro colleghi in Yemen.
Prima dell’elezione i delegati si sono preparati riunendosi in preghiera e riflettendo sul loro compito. Durante questa preparazione è stata data lettura di estratti dagli scritti bahá’í sul ruolo delle Assemblee Spirituali Nazionali.
La convenzione è stata un momento unico per riflettere su come in tutto il Paese la comunità bahá’í, in collaborazione con diversi attori sociali, stia contribuendo alla coesione sociale attraverso sforzi concertati in diversi ambiti, come quello dell’educazione, delle conversazioni a molti livelli sul contributo che la religione può dare alla realtà sociale e sul rafforzamento della collaborazione tra istituzioni e organizzazioni della società civile in quartieri e città in Italia. Sforzi rivolti in particolare alla valorizzazione intellettuale e spirituale delle generazioni più giovani e alla costruzione di una visione di speranza per il futuro si stanno vedendo in tutto il Paese.
“Molti delegati hanno raccontato di come stiano emergendo nuove forme di collaborazione all’interno delle comunità locali, specialmente tra giovani e adulti e anche con la società allargata, ad esempio con altre realtà religiose, educative e civili” ha commentato Eleonora Rossi, delegata per la provincia di Milano.
I delegati partecipanti hanno riflettuto in particolare sulle attuali condizioni del Paese, temi come il cambiamento del ruolo del lavoro nella società e dell’invecchiamento demografico italiano hanno stimolato riflessioni su come rafforzare il contributo che le comunità bahá’í locali offrono alla trasformazione sociale e spirituale dei quartieri e delle città. I delegati hanno condiviso come stia emergendo un forte spirito di collaborazione tra giovani e adulti. Una collaborazione che si riflette anche nei molti momenti che sono stati organizzati per riflettere insieme al vicinato sui bisogni sociali presenti nei diversi quartieri.
Le conversazioni dei delegati hanno anche sottolineato la nutrita partecipazione delle donne alla base dei processi decisionali all’interno della comunità sia a livello nazionale che internazionale — una presenza evidente anche nella composizione del corpo dei delegati italiani. In tutta Italia è emerso come le donne siano in prima fila nel contribuire a questi sforzi di trasformazione sociale raccogliendo un ricco contributo. Donne di età e culture differenti, madri, si stanno facendo carico dei bisogni sociali dei luoghi in cui vivono.
Dalle condivisioni è emerso come in tutta Italia, i programmi dell’istituto Ruhi, un istituto di formazione e sviluppo comunitario adottato dalla comunità bahá’í da più di 25 anni, stiano costruendo capacità in gruppi di persone locali per contribuire alla trasformazione sociale del luogo in cui essi vivono partendo da conversazioni su temi spirituali. “Stiamo osservando che nel lavoro della comunità bahá’í italiana si stia rafforzando sempre più una collaborazione tra l’Istituto Ruhi e le realtà educative del Paese come le università sul territorio. Nell’ultimo anno a Roma circa duecento studenti universitari hanno potuto conoscere e interagire con i programmi educativi dell’Istituto Ruhi. Un’esperienza veramente incoraggiante che riflette la relazione di collaborazione tra scienza e religione descritta negli insegnamenti bahá’í” ha commentato a seguito della convenzione Jamil Bravi, delegato dalla provincia di Roma.