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Houthi armati attaccano un pacifico incontro di fedeli bahá’í arrestandone almeno 17 – Una nuova ondata repressiva

NEW YORK – 25 maggio 2023

Sana’a, Yemen – Uomini armati Houthi hanno compiuto una violenta irruzione durante un pacifico incontro di bahá’í, arrestandone con la forza almeno diciassette, tra cui cinque donne, facendone sparire ogni traccia. Il raid lascia i bahá’í yemeniti sconvolti di fronte all’ultimo colpo inferto a una comunità religiosa già gravemente perseguitata in quel Paese. La Baha’i International Community (BIC) richiede il rilascio immediato delle persone detenute.

Le immagini dell’ultimo attacco sono state riprese dai bahá’í che si erano collegati all’incontro via Zoom.

«In tutta la regione araba vediamo che i governi si stanno impegnando a lavorare per la pace, a mettere da parte le differenze sociali ormai superate, a promuovere la coesistenza pacifica e a guardare al futuro», ha detto Bani Dugal, rappresentante principale della BIC presso le Nazioni Unite. «Ma a Sana’a le autorità Houthi de facto stanno puntando nella direzione opposta, intensificando le persecuzioni contro le minoranze religiose e inscenando sfrontate incursioni armate contro civili pacifici e disarmati. Gli Houthi hanno ripetutamente violato i diritti umani dei bahá’í e di molte altre persone e questo deve finire».

L’attacco è stato compiuto mentre un gruppo di bahá’í era riunito presso un’abitazione privata per eleggere l’organo direttivo nazionale della comunità. Si tratta di una chiara violazione della libertà religiosa e del diritto, sancito dalle convenzioni internazionali, di associarsi e di condurre affari religiosi e comunitari.

I bahá’í non hanno un clero e ogni anno formano dei consigli che si occupano di provvedere alle esigenze spirituali e materiali delle loro comunità.

Per anni i bahá’í yemeniti sono stati vittime di arresti, incarcerazioni, interrogatori e torture, nonché di episodi di pubblica istigazione alla violenza da parte degli Houthi, che sono anche arrivati a confiscarne le proprietà. Diversi bahá’í yemeniti sono stati esiliati dal Paese. Il governo non ha ancora archiviato un precedente caso contro ventiquattro appartenenti alla comunità bahá’í.

«Anche se sono in corso colloqui per porre fine alla guerra nello Yemen, vediamo che le autorità Houthi continuano a compiere violenti atti di persecuzione contro il loro stesso popolo», ha detto la signora Dugal. «In questo momento la comunità internazionale deve usare la sua influenza per costringere gli Houthi a rispettare i diritti umani di tutti i cittadini yemeniti, a partire dal rilascio dei diciassette, o forse più, bahá’í innocenti arrestati in questo raid violento e ingiustificabile. I bahá’í yemeniti vogliono servire il loro Paese, aiutarlo a superare le attuali sfide e lavorare per promuovere la pace e la prosperità. In un momento propizio come questo, è tragico che le autorità Houthi scelgano di agire in un modo così vergognoso».