Home Kenya Alcune comunità collaborano per costruire una struttura educativa con tecnologie ecosostenibili

Alcune comunità collaborano per costruire una struttura educativa con tecnologie ecosostenibili

NAMAWANGA, Kenya, 9 marzo 2020, (BWNS) – Alcuni volontari del villaggio di Namawanga e dell’area circostante si sono riuniti negli ultimi mesi per costruire una struttura educativa di 800 metri quadrati per il loro villaggio. I bahá’í kenioti che hanno gestito il progetto hanno scoperto che anni di esperienza nelle attività di costruzione della comunità hanno permesso loro di creare un ambiente collaborativo per questa impresa e di fare un uso creativo di materiali e strumenti di provenienza locale. L’edificio fungerà da centro per le attività svolte dalla comunità bahá’í per aumentare le proprie capacità di servizio all’umanità.

«Molte comunità keniote hanno un bisogno urgente di strutture di questo tipo, ma la domanda era come fare», afferma Alfred Mango, architetto del progetto e membro della comunità bahá’í keniota. «Ci doveva essere un modo per realizzare questo tipo di costruzione».

Per molti anni, la comunità bahá’í locale si è dedicata ad attività volte a promuovere il culto collettivo, l’educazione spirituale e lo sviluppo socio-economico. Partecipando a queste iniziative, molti abitanti di Namawanga hanno fatto esperienza di coordinamento e pianificazione e hanno imparato a decidere assieme e ad agire assieme.

Questo ha permesso loro, ha proseguito il signor Mango, di identificare «un metodo di costruzione sostenibile, conveniente e tale da incoraggiare la partecipazione della comunità».

Per realizzare il progetto è stata utilizzata una macchina idraulica che produce mattoni fatti di nove parti di argilla e una parte di cemento. Questa macchina, semplice da usare e offerta gratuitamente dal governo keniota, consente a gruppi e comunità di produrre mattoni ad incastro semplici da assemblare senza bisogno di usare la malta.

Tutto ciò riduce significativamente i costi della manodopera e del materiale. Ha anche benefici ambientali: i mattoni non hanno bisogno di essere trasportati sul posto e non vengono cotti in un forno ma essiccati al sole. L’impianto dispone di altre tecnologie sostenibili, come un sistema di trattamento in loco delle acque reflue. Sono in atto piani per l’installazione di illuminazione a energia solare. Nell’insieme, queste tecnologie ridurranno di circa la metà i costi delle utenze, ha detto il signor Mango.

«All’inizio la produzione dei mattoni è stata impegnativa, ma alla fine è stata una vittoria: abbiamo prodotto 40.000 pezzi», ha detto Elizabeth Wanyonyi, che fa parte dell’Assemblea Spirituale Locale Baha’i di Namawanga.

«Il progetto di costruzione è partito con la sola comunità di Namawanga. Ma poi si è allargato e hanno partecipato anche gli abitanti della regione circostante», ha spiegato la signora Wanyonyi.

Quando le comunità adiacenti sono venute a conoscenza dei lavori in corso, hanno inviato volontari alcuni per qualche giorno e altri per varie settimane. I volontari hanno lavorato per gli scavi, hanno azionato la macchina per la fabbricazione dei mattoni e assemblato la struttura dell’edificio. Altri hanno fornito pasti o contribuito economicamente.

«Ogni giorno lo spirito della consultazione e della riflessione ci ha fatto andare avanti mentre imparavamo da ciò che andavamo facendo», ha spiegato Moses Kisudia, che fa parte di un comitato della comunità baha’i del Kenya che gestisce lo sviluppo di nuovi edifici locali e regionali. «E dato che anche altre comunità keniote hanno bisogno di strutture di questo tipo, abbiamo invitato volontari provenienti da altre aree perché possano imparare, in modo che quando arriverà il loro turno potranno offrire le loro competenze anche agli altri».

Ha infine aggiunto che la natura collettiva del progetto influisce sul modo in cui la comunità pensa a questa struttura: «Il giorno in cui abbiamo aperto l’edificio si poteva vedere che le persone lo guardavano come se fosse loro, un frutto del loro lavoro».